di Mirella Manca
Per l’ennesima volta si afferma e conferma la vitale attività del circolo Domo Nostra ed è ogni volta come ritrovarsi a casa, nella tua terra, fra le persone che hanno il tuo idem sentire e la tua stessa ironia o, la burla ma sempre con rispetto… per dirla tutta fra amici, sia che lo fai occasionalmente o in maniera assidua. Il circolo sardo Domo Nostra, oltre la spiccata accoglienza riesce a coinvolgerti anche in interessanti attività culturali, occupandosi di ospitare con uguale garbo sia personaggi alle prime armi che personaggi eccellenti dello scenario culturale sardo. Con la sua visione dinamica e volitiva, questa volta ha voluto rendere onore alle donne, in modo singolare parlando di “altre donne”, oltre alle sfortunate di Marcinelle attraverso le pagine del libro : Le ragazze son partite, di Giacomo Mameli. Donne che hanno subito, non la morte, ma il distacco della loro parte bambina/adolescente e rimboccandosi le maniche sono partite a cercare- oltre il blù dell’orizzonte- di ridirezionare la loro vita, altrimenti destinata a mortificante poberesa.
Il direttivo ha fatto ancora centro nell’accogliere a braccia aperte il noto giornalista e sociologo Giacomo Mameli nonché scrittore di comprovata stima. L’ ospite d’onore, che ha lavorato per le principali testate giornalistiche sarde e tutt’ora direttore della rivista in forte espansione, Sardanews, è stato introdotto in maniera impagabile da Marinella Panceri, membro non sardo dello stesso circolo di cui è stata rispettata e amata presidente per svariati anni. Il Mameli è stato invitato in “continente” per la presentazione della sua ultima creazione: Le ragazze son partite, edito dalla casa editrice CUEC. Un’opera , come cita lo stesso autore, che è quasi un documento degli eventi succedutisi nei primi anni cinquanta, quando comunemente a centinaia di altri paesi, perfino per le donne non c’era altro da fare che PARTIRE… andare via dalla vita grama e disperata dei piccoli abitati, in cerca di fortuna, in cerca di lavoro… fosse anche a fare sa seracca o theracca presso i signori residenti nelle grandi città del continente, pur di cancellare l’odore ormai stantio della miseria. Una sapiente ricerca e ancor più sapiente descrizione dell’aria che si respirava nella nostra avara isola, descritta con una leggerezza che ti trascina indietro nel tempo e pure se tu non lo avessi vissuto entri in quel clima, in quelle famiglie, nella testolina delle giovinette che, energiche e piene di speranza più o meno volentieri abbandonarono la loro casa, parenti amiche e… pure le bestie, rimaste alle cure delle meno “azzardate”. Il noto Mameli, oltre che leggiadro con la penna è stato estremamente disinvolto e ammiccante nel suo mettere i puntini sui tratti salienti del suo scritto. Coinvolgendo con un escalation di affabili battute ha portato la sala affollata e interessata, a rivivere con lui le vicissitudini e i pensieri, di quel tempo; di quel paese chiamato Foghesu. Il tutto accompagnato dal suo voler allietare con uno sguardo positivo laddove in tempi odierni, padroneggia il presagio di una costrizione a “RIPARTIRE”.
Interessante e coinvolgente!
bellissimo libro!