Il registro regionale dei tumori è ancora fermo al palo. Lo sostengono Ambrogio Trudu e Giancarlo Nonis, portavoce di Sa Luxi, Comitato pro registro tumori. In una conferenza stampa convocata a Cagliari hanno chiesto ai giornalisti di farsi ambasciatori di cinque domande per l’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, che da troppo tempo rifiuta il confronto. “Non si può continuare ad aspettare perché il tempo sta trascorrendo inutilmente. Ci chiediamo quale beneficio ha prodotto il lavoro svolto dal 2009 che ha avuto dei costi per le casse della Regione e che utilizzo se ne farà per il futuro – ha detto Ambrogio Trudu – vogliamo le risposte alle nostre domande”. Sa Luxi vuole sapere a che punto è l’iter con il Garante della Privacy, quando verrà definita la sede del Registro regionale dei tumori federato, quando sarà costituito il Comitato di coordinamento, quali professionalità ne faranno parte e quando si inizierà a lavorare realmente dopo l’approvazione del regolamento da parte del Consiglio regionale. La strada del Comitato Sa Luxi per vincere una delle più importanti “vertenze della salute” è stata tracciata da tempo e ricordata con la proiezione di un video registrato lo scorso luglio nel quale il presidente del Comitato, Carlo Masu, prematuramente scomparso a settembre 2015, era pronto a compiere qualsiasi azione pur di raggiungere il pieno funzionamento del registro. Uno strumento di prevenzione delle malattie e di programmazione sanitaria come il registro regionale dei tumori non può continuare a essere negato, di fatto, da questa amministrazione. “Da quattro anni la legge impone la realizzazione dei registri di patologia. La Regione sarda oltre a istituirne uno per legge regionale non ha fatto nulla. Sono passati quattro anni di vuoto – sottolinea Giancarlo Nonis – nei quali i malati non hanno ancora avuto la possibilità di sapere se le terapie a cui sono sottoposti sono realmente le migliori che permettono la guarigione, come emergerebbe da un registro di patologia”. Gli attivisti hanno incontrato Arru nel mese di settembre ma ad alcune precise domande sullo stato dei lavori, l’assessore ha chiesto di riceverle per iscritto. Da allora, oltre alla spicciola propaganda che annunciava grandi passi in avanti, non ci sono stati reali progressi. Già a settembre, infatti, era pronta una bozza di regolamento con il Garante della privacy. Per Sa Luxi, la riservatezza dei dati personali è un falso problema costruito ad arte. Dal 2012 è infatti possibile utilizzare i dati sensibili per le ricerche scientifiche epidemiologiche con un’autorizzazione generale dell’Autorità Garante, autorizzazione che la Regione Autonoma della Sardegna si ostina a ignorare.