Un ponte tra il Sol levante e la Sardegna. Lo scorso 2 di marzo una delegazione giapponese è arrivata in Sardegna nell’ambito del progetto “Sora-degna” ideato dall’imprenditore sardo Davide Uccheddu, residente a Mikasa e direttore della ditta Japan Exchange Inc. Il progetto nasce con il proposito di costruire rapporti di amicizia e scambi culturali tra la Sardegna e la provincia giapponese di Sorachi: l’illuminazione arrivò al suo ideatore quando vide casualmente per la prima volta la mappa della provincia giapponese, che ha tantissimi punti in comune con la Sardegna. Sorpreso dalla similitudine tra le forme geografiche delle due zone, Davide iniziò a informarsi trovando tanti altri punti di contatto, soprattutto con la zona del Sulcis e di Carbonia: storia del carbone (con porti e ferrovie che nacquero solo per trasportarlo), agricoltura, presenza di aziende vinicole importanti e in ultimo, ma non per importanza, il fatto che queste due zone sono considerate mete turistiche per eccellenza grazie al loro patrimonio naturale, poco sfruttato e selvaggio.
“Attualmente, spiega Davide Uccheddu, nella prefettura dell’Hokkaido (nel nord del Giappone, dove si trova Sorachi, ndr) sono attivi diversi gemellaggi con città estere: 25 con città canadesi, 23 con città americane, 17 con città russe, 12 con città cinesi. Purtroppo però non è ancora presente una connessione con nessuna città italiana. Questo progetto è nato proprio con la speranza di un futuro rapporto interculturale e di un eventuale gemellaggio”. Il nome del progetto ”Sora-Degna” deriva da ”Sora”, che in giapponese significa “cielo azzurro” e “Degna” per Sardegna: da qui “Sora-Degna” e cioè “degna del cielo azzurro”: “Due parole che ci esprimono il valore nascosto di questi due territori ancora tutti da scoprire”.
Il tour dell’Isola a cui la delegazione giapponese ha partecipato è iniziato lo scorso 2 di marzo con la visita alla città di Cagliari, è proseguito con un tour presso le rovine romane di Nora e un corso di cucina presso l’agriturismo Sa Tiria a Teulada dove il gruppo di giapponesi ha provato a cucinare ravioli e gnocchetti sardi, pardulas e seadas. Nei giorni a seguire i nipponici hanno potuto ammirare il complesso nuragico di Barumini, il castello di Acquafredda di Siliqua, degustare vini tipici, visitare le grotte di Is Zuddas per poi far ritorno verso il Giappone domenica 6 marzo.
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E’ possibile fare ricorso sulla abolizione della continuità territoriale per gli emmigrati, deciso dal presidente della Regione????????
grazie A.M.
‘La madre dell’ucciso’ di Francesco Ciusa, definita ‘La Pietà sarda’ è una delle sculture più rappresentative della nostra arte del secolo scorso.