di Chiara Fanti
Caterina Murino recita in Doppio Sogno con uno dei testi cult di Arthur Schnitzler diretta da Giancarlo Marinelli,una pièce forte e ricca di fantasia dolorosa perché si entra nella psiche umana e nei suoi tormenti.
Uno spettacolo che tu stessa hai definito come un trionfo dell’amore perché? Perché parliamo di sensi di colpa, di tradimenti tra un uomo e una donna, tra amici. Alla base di tutto questo però, nonostante qualcuno possa vedere anche sentimenti come la lussuria ed emozioni contrastanti che fanno parte dell’animo umano, alla fine tutto torna all’amore. Un amore tra una madre e un figlio, un padre e una figlia, tra i coniugi e tra gli amici e, nonostante la vita ci porti a vivere e sopravvivere a delle tragedie mostruose come purtroppo, quella che Schnitzler stesso ha vissuto, l’amore alla fine trionferà. Il viaggio che mio marito intraprenderà sul palcoscenico verrà salvato dall’amore. Il mio personaggio, Nicole, estremamente frivola e superficiale dall’inizio sarà come il filo rosso della storia e come una Beatrice di Dante, Nicole porterà il marito fuori da quell’inferno e da quel Purgatorio per accompagnarlo al Paradiso all’amore.
L’evento che ritieni sia stato più importante per la tua carriera cinematografica o teatrale. Vedo la mia vita e la mia carriera come tanti start up, con tanti inizi. Miss Italia è stato il punto di partenza, la prima scala dove ho iniziato a salire poi c’è stato il film francese “L’Enquete Corse” che mi ha portato in Francia e ancora James Bond, per continuare con tante altre esperienze lavorative sicuramente molto importanti.
Il film più bello che hai visto negli ultimi anni e che ti ha colpito particolarmente… “La teoria del tutto” di James Marsh, ispirato alla vita del fisico astrofisico e cosmologo Stephen Hawking, un tema profondo, sono innamorata della performance straordinaria dell’attore Eddie Radmayne.
Un ricordo, una curiosità di Caterina da bambina. I ricordi più belli sono legati all’infanzia in famiglia, a Sant’Antioco, alla villa dei miei genitori e ai momenti con mio fratello. Ho avuto un infanzia meravigliosa.
Sei appassionata di Letteratura di mitologia greca,quale rappresentazione artistica, a carattere mitologico, ti affascina maggiormente? Beh sicuramente Medea che ho interpretato al teatro di Bastia per la regia di Orlando Furioso. E’ un personaggio tragico e ricordo che poco prima di iniziare lo spettacolo dissi al regista, sto per dire una cosa mostruosa:”Se almeno una donna fa il percorso che fa Medea giustificherà le mie azioni ho vinto la serata”. Finisce lo spettacolo e Orlando mi chiama e mi dice:” Caterina ascolta vieni qui!”. Arrivo e c’erano 25 donne che avrebbero fatto ciò che ha fatto Medea, il che è terribile. Il testo e forse anche la mia performance hanno convinto il pubblico a fare lo stesso percorso mentale ed emotivo il che, è abbastanza terrificante poiché Medea è ahimè, un personaggio ancora troppo presente ai giorni nostri.
C’è stato un momento in cui hai pensato di dedicarti esclusivamente al teatro o al cinema? Da sempre c’è stato un mix totale anche perché credo di non poter vivere solo o di cinema o di teatro, per i tempi, per la fatica, per tutto ciò che comporta stare sul set. Ricordo che dopo l’interpretazione di Dona Flor, dopo 250 repliche non volevo più sentir parlare di teatro.
Un consiglio che daresti a chi vuole intraprendere questo mestiere? Sicuramente avere una buona base teatrale è estremamente importante.
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