Guardano al mondo con gli occhi carichi di meraviglia e un sogno nel cuore: trasmettere un po’ di questo incanto a tutti gli altri attraverso la loro arte, la fotografia. Zaino in spalla, obiettivo spianato e maniche rimboccate (perché tanti saranno i chilometri da percorrere per raggiungere le varie, impervie destinazioni), i “Tre sardi in giro per il mondo” – come hanno chiamato anche la loro pagina Facebook – sfidano sentieri impossibili e condizioni climatiche da tregenda per immortalare, e regalare a tutti, un ritaglio di paradiso. Dalla Sardegna, terra vergine, selvaggia e ricca di segreti ancestrali, all’Islanda, ritratta nello splendore della sua spettacolare aurora boreale. Questo trio di giovani avventurieri non conosce sosta né fatica: l’amore per i viaggi li spinge in luoghi estremi e incontaminati. Cercando di cogliere un bagliore, un’emozione. La poesia in un movimento impercettibile nello spazio sconfinato, nell’ombra rarefatta della sera, nel silenzio sospeso del paesaggio. Gabriele Careddu, 23 anni, di Olbia, e Maurizio Casula, 30 anni, di Pula, sono due fotografi paesaggistici. Il terzo “viaggiatore”, Livio Mudulu, 30 anni, anche lui olbiese, cura la comunicazione e le relazioni pubbliche della neonata squadra. Tutti insieme guidano i loro “followers” sulla pagina Facebook – online da appena un mese e mezzo e capace di raccogliere già più di 2600 “likes” – alla scoperta di luoghi «poco reclamizzati e tutt’altro che commerciali», spiega Livio, «che si discostino dalla destinazioni turistiche più gettonate. E anche le foto che scattiamo hanno un’anima diversa da quella delle comuni cartoline da viaggio, magari visivamente impeccabili ma spesso incapaci di trasmettere una vera emozione. Noi cerchiamo scatti forti, unici, emblematici. Cerchiamo di cogliere lo spirito dei luoghi che visitiamo». L’idea di aprire una pagina personale sul social network più popolare è venuta ai tre giovani subito dopo il loro viaggio in Islanda, che si è svolto tra il novembre e il dicembre del 2015: «Lì è scattata la scintilla. Abbiamo avuto l’intuizione di creare questa pagina per consentire ai sardi – e non solo – di vedere posti diversi dai soliti e con un taglio fotografico differente. In poco più di un mese di vita abbiamo fatto molta strada: basti pensare che, qualche giorno fa, uno scatto di Maurizio è stato selezionato da National Geographic Channel, postato sulla loro pagina Facebook e inserito tra i più belli della community. Ma, soprattutto, siamo reduci da un’importante collaborazione con la Machete, casa discografica olbiese che si è appoggiata a noi in occasione del lancio del singolo di Riky – al secolo Riccardo Giacomini – rapper sardo emergente che due anni fa ha inciso un brano con J-Ax e ha vinto il prestigioso contest “Pepsi beat on stage”.» Il sodalizio ha dato vita a un progetto di qualità interamente targato Sardegna. «La troupe con la quale abbiamo realizzato il videoclip del singolo di Riky era tutta sarda, a partire dal regista, l’olbiese Mirko De Angelis. Il rapper stesso è di Assemini e allora noi, per completare il quadro, per lo shooting abbiamo indicato una location sarda: il Bruncu Spina, sulla punta del Gennargentu. Il nostro incarico è stato sia tecnico che pratico-organizzativo: abbiamo curato il back-stage del video, realizzato le riprese della seconda camera e, infine, garantito la sicurezza sul set. Noi siamo abituati ad arrampicarci e a fare salite e discese ripide portandoci appresso l’attrezzatura necessaria per scattare le foto. Quindi ci siamo prestati a fare da guide a tutta la troupe nella scalata verso la cima del Bruncu Spina, dal momento che ovviamente gli altri componenti non erano degli esperti come noi». Il risultato ha soddisfatto tutti: «Il video è venuto davvero bene ed è uscito in questi giorni. La casa di produzione che sta dietro a tutta l’operazione è la Sony Music Italia. Il titolo del brano, manco a dirlo, è “Everest”.» Questa, per gli intrepidi “Tre sardi in giro per il mondo”, potrebbe essere stata solo la prima di tante e significative collaborazioni: «Il nostro obiettivo è quello di continuare a visitare il mondo e a raccontarlo coi nostri occhi», sottolinea Livio. «Dentro di noi coltiviamo la speranza di diventare un piccolo punto di riferimento per chi ama i viaggi e la fotografia e magari, perché no, anche per determinate produzioni televisive. Penso a particolari tipi di documentari, per esempio. Come ha fatto la Machete, alcune emittenti o produttori potrebbero appoggiarsi a noi per la realizzazione di riprese “estreme” o difficoltose».
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