Flavio Secchi si aggiudica il premio Un Certain Regard durante la prima fase delle audizioni di “Musicultura: Festival della Canzone Popolare e d’Autore – XXVII edizione“, rassegna italiana dedicata alla poesia con una particolare attenzione verso la “parola” e il suo brano in gara intitolato “La cosa più bella”, compreso nel disco “Parole per Chitarra” in uscita nella prossima primavera, cattura l’attenzione della nutrita e qualificata giuria impegnata nella selezione dei 16 finalisti che nella prossima fase competeranno per accedere alle serate finali del festival. L’importante riconoscimento impreziosisce la serata del cantautore sardo: la sua esibizione di venerdì 26 febbraio (che oltre al brano in lizza ha compreso anche i brani “Willy” e “Non Mi Va” dall’album “Flavio Secchi & the Hall Kitchen”, 2013) al Teatro della Filarmonica di Macerata è stata votata come migliore performance della serata. Al termine delle audizioni (il 28 febbraio 2016 l’ultimo appuntamento) le 16 canzoni finaliste andranno a comporre un CD Compilation e verranno presentate ufficialmente il 9 Aprile al Teatro Persiani di Recanati in un concerto dal vivo. I brani passeranno successivamente in consegna a Radio 1 Rai per la programmazione e al giudizio del Comitato Artistico di Garanzia composto da nomi del calibro di Claudio Baglioni, Luca Carboni, Carmen Consoli, Gaetano Curreri, Niccolò Fabi, Max Gazzè, Giorgia, Dacia Maraini, Gino Paoli, Vasco Rossi, Enrico Ruggeri, Antonello Venditti e tanti altri.
L’ARTISTA – Flavio Secchi inizia lo studio della chitarra classica e jazz nel 1994 con i maestri Paolo Alfonsi e Gianluca Corona. Nel 2009 consegue il diploma accademico in chitarra jazz presso il Conservatorio di Musica G. P. Da Palestrina di Cagliari sotto la guida del maestro Massimo Ferra, con una tesi su Wes Montgomery. Nel 2010 frequenta il St.Louis College of Music di Roma e dal 2012 inizia lo studio della chitarra flamenca a Siviglia. Al suo attivo vanta seminari e masterclass con musicisti di calibro internazionale tra i quali Pat Metheny, Roscoe Mitchell, Dave Douglas, Butch Morris, Rafael Riqueni e Eddy Palermo. Dal 2010, parallelamente alla sua attività da strumentista, intraprende la strada del cantautorato mettendo a frutto le sue passioni poetiche, letterarie e musicali. Collabora con Le Balentes, il Mogase Trio, gli Haiku Sensei, gli Aletheia e con la cantante Francesca Corrias.
Nel 2013 prende vita il suo primo lavoro cantautorale, l’album Flavio Secchi & the Hall Kitchen, lavoro indipendente e autoprodotto con il quale ha partecipato all’Ichnusa Music Contest qualificandosi tra i primi 20 artisti su oltre 600 iscritti. Un suo brano è entrato, inoltre, in una delle compilation in allegato al quotidiano L’Unione Sarda. Nel novembre 2014 si aggiudica il “Premio La Compagnia” e il ”Premio Ricordando il Maestro” al Premio Donida – “Il Talent dei compositori”. Nel febbraio 2015 l’artista entra a far parte del circuito di Sp Produzioni, impresa di gestione e servizi nel campo dello spettacolo. Nello stesso anno inizia la collaborazione con la band Sikitikis in qualità di chitarrista, partecipando alla registrazione del quinto album intitolato “Abbiamo Perso”. Nel giugno 2015 una sua raccolta di poesie viene pubblicata nell’opera intitolata “Aurisse” per Aletti Editore. Nel settembre 2015 conquista il terzo posto al IV Premio Internazionale di Letteratura “Alda Merini” con la poesia inedita intitolata “Il Perditore di Treni”.
LA RASSEGNA – In ventisette anni, “Musicultura” (già Premio Recanati) si è affermato come una delle rassegne musicali italiane più innovative. La peculiarità della formula, la prerogativa di attingere alla creatività della musica “popolare” senza confini di genere e senza criteri di esclusione che non siano quelli della qualità e della originalità, il dinamismo delle scelte hanno reso il Festival un polo di riferimento spettacolare verso cui si volge annualmente l’attenzione del pubblico e del circuito mediatico. Al contempo, l’elevato profilo culturale della rassegna, anche per l’attenzione dedicata alla poesia e più in generale alla “parola”, ha alimentato nell’immaginario di una platea molto vasta l’idea del “Festival” come “contenitore culturale” credibile, ma non per questo accademico.Insomma, per una serie di circostanze “Musicultura” – uno dei pochi appuntamenti radiofonico-televisivi fissi del panorama musicale italiano (Radio1 Rai, Rai 2, Rai 3) – è oggi sentito come sinonimo di cultura, intrattenimento, spettacolo. La manifestazione, le cui diverse fasi – dal lancio del bando di Concorso, alla selezione delle proposte, fino alle tre serate finali di pubblico spettacolo – tengono ogni anno desta l’attenzione del pubblico per un arco temporale di più mesi, ha avuto e sempre più avrà i suoi punti di forza: nella chiara scelta di una “missione” prioritaria da compiere, che è quella della individuazione delle nuove tendenze e della valorizzazione dei nuovi talenti della musica popolare e d’autore contemporanea, attraverso il Concorso annuale unico nel suo genere per trasparenza, polimedialità della formula, impatto comunicativo, consistenza dei riconoscimenti finali; nel forte coinvolgimento dei mezzi di comunicazione tradizionali (carta stampata, radio, tv generaliste) e nuovi (internet, canali tematici, telefonia) per realizzare un ricco e partecipato percorso polimediale in tutte le principali fasi della manifestazione; nello sforzo di abbattere i tradizionali steccati tra cultura e spettacolo, tra arte e intrattenimento, tra alta cultura e cultura di massa, nella convinzione che simili contrapposizioni servano solo a fornire alibi ai cattivi operatori sia della cultura, sia dello spettacolo.
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