LE MASCHERE DI FONNI E TETI INCANTANO VIAREGGIO: PROSSIME TAPPE IN PROGRAMMA COLOMBIA, BRASILE E VENEZUELA


di Simone Tatti

Dopo i due primi premi conquistati in Serbia e Macedonia, arriva un nuovo e importante riconoscimento per le maschere barbaricine. Ospiti d’eccezione del rinomato carnevale viareggino, “Urthos e Buttudos” e“Mascheras  Limpias” di Fonni e “Su Sennoreddu e S’Iscusorzu” di Teti ottengono il plauso di un pubblico abituato a rappresentazioni carnevalesche dall’inequivocabile valore scenico e artistico. Tra i giganti di cartapesta, le maschere della barbagia sono solo piccole ma ordinate macchioline che tuttavia, a suon di balli sardi e di un ritmato cadenzare di campanacci, attirano l’attenzione dei presenti sottraendola ai più celebri e imponenti carri locali. Il loro ordinato intercedere è accompagnato da flash e applausi mentre i più curiosi domandano, ai più informati accompagnatori, maggiori dettagli su un Carnevale che credevano rappresentato solo da Mamuthones e Issocadores. Soddisfatta del risultato ottenuto anche la rappresentante FEEC per la Sardegna, dottoressa Rita Maria Porcu che, nel 1° Simposio internazionale “Dialogo tra culture – Carnevali nel mondo” di sabato 6 febbraio, ha illustrato a una rappresentanza internazionale le peculiarità delle maschere sarde presenti. Occasione per rimarcarne non solo l’inevitabile valenza folclorica ma anche quella culturale. La stessa Porcu, che nel corso della manifestazione è stata componente della Giuria presieduta da Vittorio Sgarbi, ha rimarcato come in Sardegna vivano tante piccole e pulsanti realtà che vale la pena scoprire. Il simposio, coordinato da Claudia Afanador (Università di Nariño, Pasto, Colombia) Olimpia Niglio (Istituto Internazionale Life Beyond Tourism, Firenze), e Jorge Tadeo Lozano (Università di Bogotá, Colombia), ha dato modo alle rappresentanze dei 18 paesi presenti, di confrontarsi in merito al “Valore del Patrimonio Intangibile del Carnevale” così come definito dall’Unesco, ossia sulle pratiche, rappresentazioni, conoscenze e tecniche che favoriscono un forte sentimento d’identità culturale tra le comunità, i gruppi e gli individui. Lo scopo di questi incontri – dice Rita Maria Porcu, – è quello di valorizzare e promuovere le peculiarità dei diversi carnevali, concorrendo contestualmente a una più ampia promozione del territorio dal quale provengono le maschere. Il mio ruolo – aggiunge – è quello di portare la Sardegna etnica e tradizionale oltre i confini isolani, concorrendo a divulgare i suoi altissimi valori culturali che non appartengono solo ad alcuni e super inflazionati paesi, ma a tutta la Sardegna. Un’occasione veramente importante per le maschere sarde, divenute oggetto di studio internazionale e che presto varcheranno l’oceano alla volta dell’America Latina. Prossime tappe in programma, infatti, Colombia, Brasile e Venezuela.

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