“Un libro fatto di appartenenze, dove la tua patria è una sola per sempre, ma la gente è la tua gente ovunque” Michela Murgia
Se la splendida canzone di Sergio Endrigo La guerra fosse un romanzo sarebbe questo: l’opera prima di Franco Arba Sanna, promettente esordiente dell’agenzia sarda Kalama (http://www.agenziakalama.it/).
Con la canzone, questo romanzo ha in comune l’atmosfera bellica e la voce malinconica: il protagonista della storia è Enrico, un ragazzo sardo, costretto dalla fame e dalle circostanze sociopolitiche ad arruolarsi nella Grande Guerra, un eroe buono dalla parte dei diseredati, un personaggio intimista che rientra a pieno titolo tra i romantici della letteratura.
Una volta in guerra Enrico combatte per conquistare i suoi due amori: la Sardegna, l’unica terra che lui identifica come patria e che è costretto ad abbandonare, e Paska, la sorella del suo compagno di trincea, di cui si innamora a prima vista. Enrico è un puro, e ha uno sguardo innocente sulla vita di cui è affamato: in ogni sua scelta/non scelta è mosso da un’unica speranza cieca, che ricorda quella del grande Gatsby per la sua indole da ostinato sognatore, che non abbandonerà mai neanche nel tragico epilogo finale. E in comune con Gatsby Enrico ha anche qualcos’altro: l’amore incondizionato per Paska, per la quale è disposto a tutto tranne rinunciare alla sua personale battaglia per la lealtà, per gli ideali patriottici, per la sua terra.
Franco Arba ci consegna un’eredità narrativa potentissima: la coscienza dei posteri. La Grande Guerra diventa così il terreno di una presa di coscienza politica dei tanti soldati, sardi e non, che si trovarono uniti nei combattimenti, nella vita di trincea, nella lotta contro le ingiustizie della povertà e nel progressivo ripudio della monarchia.
"DICONO CHE DOMANI CI SARA' LA GUERRA": A MILANO IL 30 GENNAIO, LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI FRANCO ARBA
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