‹‹ABBIAMO IL COMPITO DI RACCONTARE GLI ERRORI DEL PASSATO PER EVITARE DI RIPETERLI››: INTERVISTA A LORIS GIURIATTI, AUTORE DEL LIBRO “L’ANGELO DEL GRAPPA”

ph: Loris Giuriatti


di Elisa Sodde

Stile espositivo alla Carlo Lucarelli: asciutto, cadenzato e descrittivamente curato da un mosaico emozionale di foto, filmati e musiche in sottofondo.

Loris Giuriatti – direttore di un centro di formazione professionale a Bassano del Grappa (VI), accompagnatore UNPLI specializzato su percorsi della Grande Guerra e membro del comitato scientifico dell’Associazione di ricerche storiche “IV Novembre” – nel tempo libero coltiva la grande passione di divulgare, con i metodi dell’apprendimento emotivo, la storia che un secolo fa caratterizzò tragicamente il  Grappa, il “Monte Sacro alla Patria”.

Con la pubblicazione de “L’Angelo del Grappa”, nel 2012 da vita al progetto di narrazione rievocativa “CHE STORIA!” rivolto in particolare, nei confronti delle nuove generazioni. Il romanzo costituisce il primo cardine attorno a cui ruota l’intero progetto che, nel frattempo, ha continuato ad arricchirsi con l’uscita di altri due libri: “Lassù è casa mia. Una leggenda del Monte Grappa” (2014) e “La Perla del Brenta. La leggenda di Sofia e del Campione” (2015). Tre romanzi (il primo e l’ultimo anche trasposti in rappresentazioni teatrali dall’appassionato regista Roberto Frison) che perseguono il lodevole obiettivo di promuovere nelle scuole il territorio del Bassanese il ricordo di coloro che hanno combattuto e dato la loro vita nel Primo Conflitto Mondiale.

     Loris raccontaci come nasce questa tua grande passione per la storia del tuo territorio al periodo della Grande Guerra.

     Premesso che sono nativo di Padova e quindi non certo un “montanaro di nascita”, ho sempre avuto fin da piccolo la curiosità per la “Guera Granda”, come era abitudine chiamarla a casa. Questo evento, storico e drammatico, ha sempre accompagnato la mia esistenza come un fatto quasi di famiglia. Il nonno, taciturno e dall’apparenza burbero, anche se in realtà era esattamente il contrario, quella guerra l’aveva vissuta in prima persona. Eppure ne parlava a fatica, al punto che nessuno in famiglia sapeva fosse stato un alpino! Dopo la sua scomparsa, mi è sembrato quanto meno doveroso cercare di capirne di più della sua storia e di quella di altri “Cavalieri di Vittorio Veneto”, titolo che vedevo scritto spesso, in calce, nelle epigrafi funebri quando da chierichetto, ero spesso presente ai loro funerali. Tutto è iniziato così, quasi per caso: il foglio matricolare del nonno, l’incontro con tante persone che mi hanno donato le loro storie di famiglia, la curiosità e tante, tante ore in biblioteca e sui libri.

     … E il progetto “CHE  STORIA!”, come nasce e in cosa consiste, esattamente?

     Il progetto nasce tre anni fa, quando ho avuto l’idea di adottare l’espressione “CHE STORIA!” – un modo di dire che i giovani usano di fronte a una situazione interessante e curiosa – per caratterizzare il mio intervento con i ragazzi. Piuttosto che delle noiose lezioni di storia, mi piace portare nelle scuole piccoli racconti animati da filmati e musiche che potrei definire “inusuali” ma che servono a catturare la loro attenzione e il loro interesse. Così, con queste modalità più accattivanti e coinvolgenti, cerco di accompagnarli nel percorso storico della Grande Guerra, dal famoso attentato di Sarajevo fino ai giorni nostri, per capire cosa è stato quel periodo per chi lo ha vissuto in prima persona, ma anche cosa resta a noi tutti come bagaglio etico-culturale, come insegnamento o lezione di vita.

     Le tue parole mi fanno tornare alla mente una frase del tuo terzo romanzo che mi è molto piaciuta perché è un po’ quello che cerchiamo di fare anche con la nostra Associazione[1]: ‹‹Chissà se un giorno, le generazioni che godranno di questa libertà che è costata tanto sangue di giovani vite, onoreranno in qualche modo il loro dovere di riconoscenza verso quei soldati››. Questo è dunque il tuo intento: cercare di colmare, in qualche modo, questo debito di riconoscenza e conoscenza?

     Brava: hai colto nel segno! È una frase di Ermes Aurelio Rosa, il giovane Eroe del Grappa che è anche fra i protagonisti del primo libro. Posso dirti che c’è anche un’altro passo, questa volta del mio primo libro, “L’Angelo del Grappa”, che mi rappresenta molto e che sintetizza bene l’intero progetto “CHE STORIA!”: ‹‹In fondo non sono che un cantastorie di questi luoghi: qualcuno mi ha voluto quassù per non far dimenticare quello che è stato, perché abbiamo il compito di raccontare gli errori del passato, e far sì che gli uomini possano evitare di ripeterli››.

     Per i ragazzi, poi, oltre alle musiche e ai filmati, ci sono anche le escursioni sul campo a completare e arricchire la lezione di storia …

     Esatto, per le scuole che lo desiderano, dalle parole poi si passa all’esperienza. Si trascorre assieme un’intera giornata sul Monte Grappa, per ritrovare tutti quei luoghi dei quali racconto nei miei libri. Quest’avventura partita quasi per caso, mi ha portato a incontrare ormai diverse centinaia di ragazzi di tutte le province venete. Sono stato ospite in diverse scuole medie e anche in qualche scuola elementare, ho incontrato docenti e maestre, cercando di condividere assieme il significato attuale del fare storia nella scuola. Sono interventi che svolgo a titolo gratuito, rispettando lo spirito che contraddistingue il mio lavoro e quello dell’associazione di ricerche storiche “IV novembre” di Schio (VI), che rappresento.

     Hai già pubblicato tre libri e messo in scena due rappresentazioni teatrali dei tuoi  romanzi: chi ti affianca e chi ti supporta, in questo importante progetto rivolto alle giovani generazioni, ma non solo?

     Le persone di cuore non mancano. Oltre a Roberto Frison – che ha saputo tradurre, con le giuste licenze teatrali, i libri – la “compagnia dell’Angelo” e le “Perline”che li hanno messi in scena con tanta passione, sicuramente molto lo devo all’amico Claudio Zen. Taciturno, quasi timido di fronte alle platee, Claudio è la parte più importante del nostro lavoro. Lui è la persona che ha accolto e concretizzato il suggerimento di Cristiano Dal Pozzo, il leggendario ultimo reduce dell’Abissinia, e lo ha trasformato in realtà. Cristiano un giorno disse: «Chi restaura un monumento, una lapide o un cippo dei nostri valorosi soldati, fa rivivere l’anima di queste persone» e Claudio lo prese alla lettera! Ora, raccolti in tre DVD fotografici, Claudio mostra ai ragazzi cosa si può fare oltre le chiacchiere, mostrando loro le fasi di lavorazione e i risultati di decine di restauri dal Grappa al Pasubio. Nell’impresa, ha inoltre avuto la capacità di coinvolgere tutta la famiglia: i tre figli Davide, Anna e la piccola Eva, oltre alla moglie Michela.

     Oltre alle due storie principali che prima si affiancano e poi s’intrecciano, il denominatore comune dei tuoi romanzi sembra essere rappresentato dai valori di lealtà, amicizia, solidarietà, affetto, in una parola, di umanità, che esprimono i loro protagonisti: un altro messaggio per i giovani?

     Guardate oltre con positività! Ricordo con affetto una frase che era di abitudine usare la mia nonna materna, davanti al TG: “guarda che mondo matto”. Quel mondo pazzo, è però fatto di persone che possono decidere ogni giorno se essere positivi o negativi, pazzi o sani! A volte non servono grandi cose, basta il rispetto degli altri, dell’ambiente, la gentilezza, il sorriso, il rispetto delle piccole regole, per cambiare la giornata propria e di chi incontriamo.

     Uno dei protagonisti del tuo primo libro, “L’Angelo del Grappa” – che l’Associazione Culturale “Un ponte fra Sardegna e Veneto” ha avuto il piacere di  presentare a Noale[2] (VE) –  è il giovane soldato Antonio Zicchi, originario di Sorso (SS). Vuoi raccontarci qualcosa su questo personaggio e su questo sottile legame tra Sardegna e Veneto che caratterizza il tuo libro, tanto caro alla nostra Associazione, ma anche ai lettori di “Tottus in pari”?

     Antonio Zicchi, fino a qualche anno fa era solamente uno dei tanti soldati del Grappa. Quando iniziai a scrivere “L’Angelo del Grappa” non ne conoscevo né la storia, né l’esistenza. Fu quando il romanzo era ormai terminato che grazie ad un amico che ne era già venuto a conoscenza, seppi della storia della tomba 901. Fui folgorato da questa incredibile sequenza di fatti e riscrissi il finale del libro,”cucendolo” addosso a questo giovane sardo. Ovviamente non posso svelare di più, per dovere nei confronti di chi vorrà leggere il libro, ma sicuramente questo giovane eroe isolano è ritornato a vivere, non certo materialmente, ma sicuramente nel ricordo, grazie anche a “L’Angelo del Grappa”. Ora, con la famiglia di Antonio siamo molto legati da una bella amicizia e dalla storia di questo soldato di cento anni fa! Appena ho potuto, assieme a moglie e figli, siamo andati a vedere con i nostri occhi le terre di Antonio, la sua casa, la vista mozzafiato che ha lasciato per venire a morire in Grappa, per dare il suo contributo alla giovane Italia.

     In Sardegna, il libro è stato presentato a Sorso, paese natale di Zicchi, e a Platamona, sempre in provincia di Sassari, nel 2013. Ci saranno altre tappe sarde come presentazione del romanzo o pensi di proporre direttamente la rappresentazione teatrale che qui in Veneto sta riscuotendo notevole apprezzamento di pubblico?

     Non ti nascondo che questo è un piccolo sogno. Abbiamo già fatto dieci repliche dello spettacolo dedicato a “L’Angelo del Grappa” e, grazie alla generosità dei tanti spettatori, abbiamo raccolto un fondo, con lo scopo di proporre la rappresentazione in terra sarda. Abbiamo fatto le dovute richieste, ora rimaniamo in attesa di trovare risposte da qualche teatro o scuola disposta ad ospitarci. Se questo avvenisse, sarebbe il giusto coronamento di un bel progetto.

Per chi desiderasse avere maggiori informazioni sul progetto “CHE STORIA!”, può visitare il sito dell’autore: www.lorisgiuriatti.it

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Un commento

  1. Grazie Elisa Sodde !! Troppo generosi!!! Emoticon smile Vi aspettiamo il 23 gennaio!!!

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