di Dario Dessì
Quel primo inverno di guerra si presentava durissimo e prodigo di intemperie. Di notte il freddo pungente era esasperato da un vento che sollevava un pulviscolo talmente accecante da costringere i fanti a proteggersi, distesi nelle basse trincee, mentre la pioggia continuava a cadere abbondante e senza sosta su quei ripari precari, dove i poveri fanti non avevano ancora avuto il tempo di eseguire i lavori necessari per poter allestire un qualche riparo dall’inclemenza del tempo. A tratti, soffiavano certe raffiche di bora, fastidiose e impetuose al punto da far tremolare il filo spinato dei reticolati e questo costringeva le vedette, specialmente nei primi tempi, a vigilare in continua tensione, paventando l’avvicinamento di pattuglie nemiche. Nelle trincee i pidocchi proliferavano dappertutto, a migliaia, mentre ai poveri fanti il rancio caldo arrivava irregolarmente. Il tempo inclemente e quelle condizioni di vita precarie contribuirono a rendere più intensa e struggente la lontananza da gli affetti familiari in quel primo Natale di Guerra.
L’ultima notte del 1915, nonostante il tempo inclemente, alcuni zappatori uscirono per collocare dei tubi di gelatina sotto i reticolati di una trincea nemica. Pochi secondi dopo l’esplosione e la distruzione dei mezzi di protezione della trincea austriaca, alcune pattuglie di arditi del 152° Reggimento ci piombavano dentro, cogliendo di sorpresa le vedette nemiche per la rapidità dell’azione. I fanti sardi riuscirono a portare a termine l’impresa, senza subire alcuna perdita, e a realizzare un prezioso bottino prigionieri, di armi e di munizioni. Tutto questo senza dimenticare, così come ebbe a scrivere il Maresciallo Hindenburg nelle sue memorie, che se contro la Russia in Galizia gli austro ungheresi combattevano solo con l’intelletto, contro l’Italia, invece anche con il cuore.
Il 2 gennaio del 1916, finalmente, i fanti del 151° andarono a riposo a Campolongo mentre quelli del 152° ad Armellino.
Morti inutili…vedove e figli disperati nella strada….e i savoia gelici
Onore Ragazzi
NON DIMENTICHIAMOLI MAI.
mio nonno era tra i fanti della Sassari,in quei monti,un ricordo a tutti i sassarini che con il loro sangue,segnarono la Storia!!!!
Onore alla gloriosa Brigata Sassari!!!!
e l’italga ha ricambiato con fabbriche e poligoni di morte e spesso …..galera e manganellate BUON NATALE SARDIGNA
Cu sos austriacos cara cara e sos carabineris italianos in palas pacu isperu de capate lis restaiat. Onore a sos pitzinnos de su 99, mortos chene ischire pro ite e pro manos de chie.