A Rivoli (TO), 6 dicembre 2015, nella foto di Roberto Parisi, i relatori del Convegno sui 100 anni della Brigata Sassari: da sin. Pulina, Pino, Accardo, Fois, Dessì, Caddeo, Mascia, Boeti, Zucca.
di Paolo Pulina
A Rivoli, presso la Sala del Consiglio Comunale, il Circolo dei Sardi “Quattro Mori” di Rivoli (Torino), col patrocinio della Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato del Lavoro, del Comune di Rivoli, della FASI (Federazione Associazioni Sarde in Italia), del Comitato sardo per il Centenario della Grande Guerra, ha organizzato un Convegno su “I 100 anni della Brigata ‘Sassari’, 1915-2015”.
Dopo l’apertura dei lavori da parte di Renzo Caddeo, presidente del Circolo, hanno portato i saluti Franco Dessì, sindaco della Città di Rivoli, Nino Boeti, vice presidente del Consiglio Regionale del Piemonte, e il sardo (nato a Tempio Pausania) capitano Zucca, degli alpini della Caserma “Ceccaroni” della “Taurinense” a Rivoli.
Gianfranco Ganau, presidente del Consiglio Regionale della Sardegna, trattenuto nell’isola da impegni istituzionali, ha inviato il testo di un breve intervento, che è stato letto da Caddeo.
Sono quindi seguite le relazioni.
La prof.ssa Giuseppina Fois, docente di Storia contemporanea presso l’Università di Sassari, è autrice del basilare libro (quasi 400 fitte pagine) sulla storia della Brigata “Sassari” uscito nel 1981 presso le Edizioni Gallizzi di Sassari (ripubblicato presso Della Torre nel 2006, riproposto in due volumi dal quotidiano “La Nuova Sardegna” nel 2014), raccomandabile per l’accuratezza della ricostruzione, per la penetrante analisi dei fatti e per la ricchezza della documentazione. La prof.ssa Fois ha svolto un ampio intervento dal titolo: “La Sardegna nella Grande Guerra e il mito della Brigata ‘Sassari’”.
Il Generale di Corpo d’ Armata Enrico Pino è stato il 34° Comandante della “Sassari”, dal 5 agosto 2002 al 3 agosto 2003. (Un suo ricordo: «Quando sono arrivato a Sassari i due Reggimenti della Brigata erano impegnati all’estero. Decisi così di impostare il periodo di comando sulla valorizzazione dell’immagine della Brigata. Nel 2 Giugno del 2003 abbiamo riportato alla luce il cimitero di guerra storico dello Zebio, sull’Altipiano dei Sette Comuni»).
Il generale C.A. Pino ha presentato una ricostruzione, scandita anno per anno, delle azioni militari della “Sassari” nella Grande Guerra con l’ausilio di numerose diapositive che hanno consentito di prendere conoscenza visiva delle caratteristiche orografiche dei luoghi in cui si sono svolte le battaglie in cui i fanti “sassarini” hanno sacrificato “sa vida pro sa Patria”.
Il prof. Aldo Accardo, presidente del Comitato sardo per il Centenario della Grande Guerra, partendo dall’ esempio della Grande Guerra, ha sviluppato un approfondito ragionamento sulla differenza tra memoria (prospettiva sempre parziale, appassionata) e storia (disciplina che ha compiti più sobri, con caratteristiche di disincanto).
Personalmente ho presentato una comunicazione dal titolo “I fanti della Brigata ‘Sassari’, ‘emigrati’ difensori della patria italiana, ma anche della lingua sarda”.
Le conclusioni dell’intensa mattinata di studi sono state svolte da Serafina Mascia, presidente della FASI, che ha ricordato tutte le importanti iniziative organizzate dalla Federazione dei circoli sardi per valorizzare l’eroismo dei fanti della “Sassari” nelle regioni (Friuli-Venezia Giulia e Veneto) in cui essi hanno combattuto. Sono stati promossi convegni di studi ma sono stati realizzati anche monumenti commemorativi a perenne memoria delle loro gesta.
Le popolazioni di queste due regioni, riconoscenti del valore dei “sassarini”, che durante la Grande Guerra hanno difeso i loro territori e quindi le loro famiglie, non mancano ancora oggi di dimostrare il loro affetto nei confronti degli “eredi” simbolici dei “sassarini”: i sardi emigrati nelle loro città.
Consulta regionale, la poca considerazione – se non il più grande menefreghismo – che i politici sardi riserbano ai sardi dell’altra Sardegna, ai sardi nel mondo.
Già negli anni ottanta, in un convegno a Baden, Svizzera, avevamo proposto alla Lega Sarda di scendere a Cagliari per manifestare contro la disattenzione, la discriminazione del governo regionale nei confronti dei sardi all’estero. L’idea, però, che questa protesta avrebbe potuto portare al taglio dei contributi regionali per i circoli sardi, spinse i responsabili delle Federazioni dei circoli a desistere da tali azioni e godersi, invece, il blues delle promesse della RAS e costretti, cosi, a diventare clienti. “pedidores” degli assessori di turno.
Negli anni a seguire il rapporto regione-circoli peggiora ancora. Nonostante la Legge Reg.nr.7/91 regoli il sistema finanziario e di attuazione per i circoli e Federazioni, i contributi finanziari regionali tardano ad arrivare:inizialmente di qualche mese fino ad arrivare anche all’anno seguente. Cosicchè se prima i circoli avevano difficoltà a coprire le spese di funzionamento adesso potrebbero non avere più il problema perché hanno chiuso, sono morti prima. Con molta forza di volontà e tantissime sofferenze continuiamo il nostro impegno di ambasciatori della Sardegna presentando la storia, cultura, usi e costumi della nostra terra, paradiso terrestre, in tutto il mondo. Quindi la frase che in “tempi di crisi bisogna fare sacrifici” ripetuta a rotazione dagli assessori e rivolta agli emigrati in nome della coesione sociale, mi suona tutt’altro che equa, direi piuttosto iniqua.
Che poi alla Regione Sardegna continuino a trattarci a calci in faccia è anche dovuto al fatto che seppure capaci, preparati, competenti , qualificati e con tanta esperienza siamo anche chiassosi, rissosi e per niente organizzati politicamente e quindi facilmente papabili dal “messia” di turno che promette di tutto e infatti, si ricordano di noi sempre e solo in periodo elettorale.
È ora di dire basta !
È ora di combattere e superare il dubbio che tormenta la politica in emigrazione a fronte di questa dipendenza: nasce prima l’uovo o la gallina? Continuando cosi la nostra unica certezza è: anche oggi non mangeremo l’uovo e non vedremo razzolare la gallina. “Ma non è affatto vero, però, che la politica in emigrazione, nel dubbio, sta con le mani in mano. No, su questa situazione politica rimugina, ripensa, riflette.
Dunque, se non vado errando”, ripete Pietro Casula, presidente del Movimento per la Sardegna – Sardi nel mondo, “ sta arrivando il momento di fare scelte precise, identitarie: o professoroni estranei alla democrazia, oppure politici che si assumono la responsabilità di scelte politiche sociali. E poiché le cose sul piano strutturale vanno peggio, si fa urgente lo scioglimento di questo nodo. Siamo ca. 700.000 sardi all’estero in grado, stando ai dati delle ultime elezioni a livello regionale, nazionale ed europea, non solo il gruppo di maggioranza e relativo presidente della regione ma anche i nostri diretti rappresentanti alla Camera e al Senato e anche in Europa. Noi possiamo innestare il cambiamento tanto atteso e desiderato perché fuori dai giochi di partito e dipendenze locali. Insieme possiamo raggiungere certi traguardi nell’interesse della collettività. Bisogna lavorare nella stessa direzione e crederci veramente perché il crederci è basilare per riuscire nell’intento”.
Questo è il ritorno alla politica sana al servizio del popolo: trovare risposte, ricette, formule, alleanze, ipotesi. Questo è il lavoro politico che dobbiamo fare e mi auguro che si riparta molto presto.
Che resta da fare?
Per quanto ci riguarda innanzi tutto un censimento, chiamarsi a raccolta senza limiti di etichetta e collocazione. Noi tutti vogliamo contribuire dare al Movimento per la Sardegna – Sardi nel mondo più visibilità, una voce più forte e autoritaria, selezionare un nuovo gruppo dirigente, proiettare una strategia, agglomerare le realtà preesistenti.
Una area comunitaria nel senso di tutela e promozione delle comunità ad ogni livello: famigliare, locale, culturale, nazionale, religioso, europeo. Rivoluzionario e conservatore al contempo, ma seriamente rivoluzionario sul piano degli assetti e seriamente conservatore nel senso della tradizione. Un Movimento che punta sull’educazione, sulla meritocrazia, al senso dello Stato e alla sua autorità, nel quadro di una democrazia comunitaria, decisionista e responsabile. Certo difficile ma non impossibile con un moto di passione civile per ripartire e dare un futuro ad un presente troppo assente..
Juanne/Giovanni Urracci
Circolo Amsicora
Birr, Svizzera
p.s. Già dall’inizio dell’anno è on air radiosardegnaweb, la nostra radio,una possibilità per farconoscere il nostro pensiero, la nostar cultura nel mondo. Un progetto ideato e attuato all’estero dai nostri giovani che adesso a Cagliari curano la realizzazione di un ufficio di rappresentanza. Sosteniamola. Una piccola donazione da tutti noi per farla diventare Grande,
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