Appena inaugurata a Milano ed è già un susseguirsi mediatico di articoli, fotografie, like e repost tra i vecchi e nuovi canali di comunicazione: “Il Nuovo Vocabolario della Moda Italiana” è una mostra a cura di Paola Bertola e Vittorio Linfante – dedicata a Elio Fiorucci– che fino al 6 Marzo 2016 sarà ospitata alla Triennale di Milano, storica istituzione culturale riconosciuta internazionalmente come punto di riferimento per esibizioni e convegni sui temi del design, dell’architettura, della moda, del cinema, della comunicazione.
“M” come moda… Milano si conferma dunque capitale indiscussa della moda, del design e della creatività diventando palcoscenico privilegiato di un percorso espositivo unico nel suo genere, che racconta, ridefinisce e illustra le caratteristiche fondanti il made in Italy contemporaneo attraverso i suoi protagonisti che – come spiegano i due curatori – sono “marchi e creativi che negli ultimi 20 anni hanno rinnovato e recuperato il DNA culturale, tecnico e tecnologico della tradizione, riscrivendolo in un linguaggio del tutto originale”. In mostra, una nuova generazione di designer – da non chiamare “emergenti”– che ha imparato a coniugare la propria capacità progettuale con la cultura materiale del territorio, riscoprendo saperi e conoscenze, collaborando attivamente con laboratori e manifatture, integrando i processi più tradizionali con quelli iper-tecnologici e ridefinendo così esperienze, relazioni e equilibri in tempo di crisi. Una fotografia contemporanea che supera i luoghi comuni della moda andando a tracciare una nuova morfologia del sistema che ne semantizza i significati e i linguaggi. Archetipo, Costruzione, Dettaglio,Laboratorio, Materia, Ornamento, Superficie, Uniforme sono gli otto lemmi che come metafora espositiva rappresentano un made in Italy rinnovato, accompagnati dalle Narrazioni, area dedicata alla produzione culturale e comunicativa della moda attraverso il lavoro di fotografi, illustratori, editoria indipendente e nuovi media.
“S” come Sardegna Tra i centoundici marchi in mostra che hanno animato gli otto lemmi delVocabolario e le cinquantatre realtà che hanno caratterizzato le Narrazioni anche sei–più–uno designer sardi che attraverso la propria creatività e progettualità rappresentano la naturale evoluzione della moda e delle sue espressioni formali. Il brand Quattromani (http://www.quattro-mani.it/) di Massimo Noli e Nicola Frau presenta uno stile rigoroso fatto di tagli decisi, attenzione per i dettagli e ibridazioni materiche. Presentati all’interno di due lemmi del vocabolario Superficie e Materia, esprimono due differenti aspetti della loro cifra stilistica. Da un lato, la capacità di progettare la superficie del mini-dress dalle linee nette e pulite in duchesse rosa, con le disegnature poetiche e surreali ispirate alle janas, dell’artista cagliaritana La Fille Bertha. Dall’altro lato, la voglia di sperimentare con la materia alla ricerca di nuove contaminazioni formali che, come nella redingote, esprimono un’insolita ma raffinata sintonia tra tessuti jacquard, tipici della Sardegna e intarsi di pelliccia sintetica. Una produzione made in Sardegna caratterizzata da una rielaborazione sofisticata dei processi della tradizione che rendono i capi della collezione unici, identitari e estremante contemporanei. Stessa passione nell’esplorazione di nuovi linguaggi materici condivisa anche dal designer Gianni Serra (http://www.gianniserra.com/) la cui cifra stilistica è contraddistinta da un’identità solida, fatta di dettagli e lavorazioni minuziose in cui l’essenza sartoriale si declina tra forma e materia. Ospitato nella sezione Materia, presenta un outfit top con gonna in pelle laminata che delinea una sintesi tra tradizione vs innovazione accostando ad archetipi formali dell’abbigliamento femminile, la ricercatezza espressiva della sperimentazione materica. Il tema della manifattura, della competenza sartoriale e artigianale sono i temi cardine della sezione Laboratorio in cui è ospitato Silvio Betterelli (http://www.silviobetterelli.it/). Designer tout court che ha fatto della sperimentazione dei processi il suo punto distintivo proponendo una commistione espressiva tra nuove tecnologie e antiche conoscenze. Il suo abito con capospalla, ispirato alle xilografie sarde della prima metà del Novecento, rilegge la femminilità attraverso costruzioni sartoriali elaborate che definiscono i volumi con un gioco di sovrapposizioni di strati di stoffa delineando drappeggi illusori enfatizzati dalla ricchezza dei dettagli. Sarda di formazione ma di base a Cremona, Elisa Vigilante anima di Project149 (http://project149.com/) un brand o meglio un progetto d’avanguardia che mixa tessuti rubati al settore sportswear con lavorazioni ricercate, preziosi jacquard, ricami e applicazioni estremamente femminili. Uno stile inconfondibile in cui la struttura e la Costruzione del capo sono pensate per definire una nuova relazione tra abito e corpo fatta di volumi non convenzionali, forme pure e attenzione maniacale per i dettagli. Nella sezione Narrazioni, invece, le illustrazioni di altre due progettiste cagliaritane. Carolina Melis (http://www.carolinamelis.net/) con le sue raffinate immagini digitali caratterizzate da un equilibrio compositivo, un linguaggio visivo lineare e da un armonioso uso del colore che costruisce mondi e visioni di grande sofisticazione e Alessandra Pulixi aka La Fille Bertha (http://lafillebertha.tumblr.com/) artista che disegna delicate creature dalle sembianze femminili che fluttuano effimere in uno spazio atemporale a metà strada tra realtà e immaginazione. In definitiva una mostra da non perdere sia perché celebra il saper fare italiano nelle sue rinnovate espressioni sia perché presenta la nuova generazione di creativi che sta ridefinendo le logiche e i linguaggi della moda nel nuovo millennio.
Il Nuovo Vocabolario della Moda Italiana è una narrazione culturale del sistema moda supportata dalla mappatura scientifica di oltre duecentocinquantatre tra marchi indipendenti e progettisti svolta dal collettivo di ricerca Fashion in Process [www.fashioninprocess.com] afferente al Dipartimento di Design del Politecnico di Milano.
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