UNA DIMENTICANZA DA DIMENTICARE: TRASCURATO BERNARDO ZIZI, IL DECANO DEI POETI IMPROVVISATORI

Bernardo Zizi


di Mario Cossu

Mi è giunta notizia che l’Istituto Etnografico della Sardegna ha organizzato il 27 e 28 di questo mese un evento dal titolo “Atòbius in rima. Cantadoris vs Bertsolaris”. Via internet accedo alla locandina pubblicizzata dall’Istituto Etnografico della Sardegna e vedo che si tratta di un evento, come indicato nella locandina stessa, coordinato da“etnomusicologi e da esperti di poesia improvvisata” nel quale sono previste diverse attività, dalle sfide poetiche tra “alcuni fra i migliori poeti improvvisatori dell’isola con i loro colleghi e colleghe provenienti dai Paesi Baschi”, e seminari e laboratori sulle tecniche di improvvisazione, rivolti agli “studenti di diversi istituti scolastici superiori del capoluogo sardo”, includendo nella giornata di sabato 28 “un tributo a Mario Masala, il grande poeta improvvisatore di Silanus, scomparso di recente”.

Fin qui tutto bene. Finalmente alcune istituzioni pubbliche sarde si interessano alla diffusione e sponsorizzazione di quello che l’UNESCO dodici anni fa aveva dichiarato Patrimonio orale e immateriale, cosa che non sembrava essere conosciuta fino ad ora. Negligenza? Mancanza di sensibilità politica? Ignoranza? Chi lo sa! Clicco su “consulta il  programma” e trovo nella programmazione “Ammentu del poeta Mario Masala”. Noto con soddisfazione che sono rappresentati tutti i tipi di poesia improvvisata sarda attuale: “A sa moda campidanesa”, “Mutos”, “Cantu a s´arrepentina”, “Cantare a Bolu” oltre ai poeti improvvisatori baschi o bertsolaris, con i rappresentanti di ciascuna di queste modalità. Con curiosità leggo i nomi dei poeti che cantano “a bolu” e qualcosa stride dentro di me, qualcosa che mi fa sobbalzare sulla sedia dove mi trovo seduto: ci sono tutti tranne il decano dei poeti improvvisatori, Bernardo Zizi! Rileggo i nomi, alcuni dei quali conosco personalmente e non riesco a credere a quello che vedono i miei occhi. Com’è possibile che sia assente l’unico poeta vivo che ha condiviso il palco con “sos mannos”, che ha cantato in coppia con Mario Masala per più di cinquant’anni nei palchi di mezzo mondo? Possibile che qualcuno possa non conoscere il famoso trio “Zizi, Masala e Pazzola” quando lo conoscono perfino importanti studiosi stranieri? C’è qualcuno più leggittimato dello stesso Bernardo Zizi che possa rendere omaggio a Mario Masala? Qual’era il significato della sua assenza? La sua indisponibilità o qualche altra causa? La mia sorpresa di fronte a questa notizia mi ha portato a contattare la famiglia Zizi e il poeta stesso. L’incredulità si è unita allo stupore: nessuno si era messo in contatto con lui, che era venuto a conoscenza dell’evento attraverso la figlia, così sorpresa come suo padre. Non conosco le ragioni della “non presenza istituzionale” di Bernardo Zizi nella commemorazione di Mario Masala, ma qualcuno, non invitandolo, gli ha impedito tra l’altro, di rendere omaggio alla memoria di un collega e amico. Sicuramente non sono l’unico che chiede a gran voce una risposta, o quantomeno una spiegazione convincente in merito a quanto accaduto Non sarebbe corretto da parte mia puntare il dito contro qualcuno dal momento che mi mancano le informazioni necessarie per individuare il o i responsabili, però posso affermare con certezza che l’assenza del decano dei poeti improvvisatori, che è ancora in attività, che custodisce nella sua mente la memoria viva della poesia improvvisata logudorese relativa a quasi settant’anni, è inaccettabile, inammissibile e impensabile per tutti quelli che come me si interessano alla poesia sarda, e credo di poter parlare anche a nome di tutti gli altri sardi appassionati  per i quali Bernardo Zizi non solo è il poeta più rappresentativo della Gara poetica, ma una vera icona culturale della Sardegna.

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2 commenti

  1. Antonello Zizi

    Buongiorno,
    confermo quanto scritto sopra dal sig. Cossu: mio padre non è stato contattato.
    Se questa è una scelta voluta e consapevole (anche se avrei qualche dubbio sul buon senso e sulla correttezza di tale scelta) devo riconoscere che gli organizzatori di un evento sono liberi di invitare chi vogliono (anche se poi dovranno rispondere alle critiche dei sardi). Magari ci sono motivazioni che a noi comuni mortali sfuggono. Se invece è una dimenticanza, allora ho più che qualche dubbio sulla reale preparazione di questi “esperti” di poesia improvvisata sarda. In ogni caso è stata scritta una brutta pagina per la cultura sarda e credo che un simile trattamento non dovrebbe essere riservato a nessuna persona che abbia il merito di aver dedicato la sua vita a qualcosa in cui crede, portando la sua produzione artistica e la sua poesia a livelli così alti.
    Antonello Zizi

  2. Francesco Carta

    Il giornalista Paolo Pillonca in diverse e numerose occasioni ebbe a spendersi nel denigrare le qualità poetiche di Bernardo Zizi, attribuendogli la “colpa” di esprimersi in un linguaggio troppo italianizzato. Per come ho avuto modo di cogliere il senso degli interventi del Pillonca, ho sempre ritenuto limitata e superficiale la sua tesi. Io (appassionato alla poesia a seguito degli studi classici e indotto ad apprezzarla da vicissitudini familiari) solo in età non più giovanile decisi e mi organizzai per approfondire la conoscenza della poesia sarda estemporanea. Negli anni ’70-80 mi son recato in tanti paesi, sparsi in tutta la Sardegna, ascoltando e registrando le gare dei poeti allora più acclamati. Da subito rimasi colpito dalle capacità es-pressive, dalla qualità dei versi e dall’ar-monia del canto di Bernardo Zizi. Analizzando il contenuto dei “temi”, del-le “mode” e dei sonetti, già dalle prime gare registrate, arrivai alla concludere
    che nessuno dei colleghi arrivava a reggere il paragone con Zizi. Il quale alle impareggiabili doti d’improvvisatore ag-giungeva l’armonia del canto e, unico tra gli altri, profonde qualità espressive e mimiche da trasformarsi, cantando certi “temi” (ad es. Su para pedidore) in
    un abile cabarettista.

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