di Ignazio Caruso
In questi giorni, Alghero vive momenti di trepidazione. Pare, infatti, che Ryanair sia intenzionata a fare i bagagli dallo scalo Riviera del Corallo o, quanto meno, a ridurre sensibilmente il suo apporto in termini di voli e destinazioni da e per la città catalana. La notizia, sebbene sia stata smentita dai vertici della compagnia irlandese, diventa ogni giorno sempre più fondata: basti pensare sia alla scomparsa dei biglietti acquistabili sul sito ufficiale, sia alla lettera inviata dalla società ai propri dipendenti – hostess e steward – con la richiesta di comunicazione di eventuali tre destinazioni di lavoro alternative ad Alghero. La sola possibilità che gli irlandesi abbandonino la città – o che, più realisticamente, lascino solo un aereo anziché i due di norma in servizio durante l’alta stagione – ha gettato nello sconforto operatori turistici, imprenditori, politici, giornalisti e anche i semplici cittadini. È infatti indubbio il contributo fornito da Ryanair all’economia del territorio, soprattutto in termini di afflusso di visitatori e visitatrici. E questo, gli irlandesi, lo sanno benissimo. Non è quindi assurdo pensare che, da buoni uomini d’affari quali sono, stiano solo cercando di alzare la posta in palio nella trattativa, chiedendo, in un modo o nell’altro, un maggior impegno economico delle istituzioni regionali e locali che li convinca a restare. Il punto è un altro. Finora si è parlato di come le tratte operate da Ryanair portino in Sardegna, e soprattutto ad Alghero, vagonate di turisti e turiste – e tengo a precisare turiste – durante gran parte dell’anno con un ovvia concentrazione durante la stagione estiva. Tutto molto bello. Tutto molto vero. Ma Ryanair non è utile solo a loro. Ryanair, se permettete, è utile anche, e soprattutto, agli algheresi a tutti i sardi che utilizzano lo scalo di Fertilia. È utile anche, e soprattutto, a tutti quelli che dalla prigione dorata di Alghero, e della Sardegna, vogliono evadere anche solo per un fine settimana, magari in inverno o in primavera. È utile a tutti gli studenti fuori sede che fanno la spola tra l’Isola e il resto dell’Italia: perché non tutti possono permettersi i voli Alitalia, per quanto i sedili siano più comodi, i biscottini più buoni e le hostess eccetera eccetera. Quindi:
Care istituzioni, Anche noi abbiamo diritto a viaggiare. Anche noi abbiamo diritto di andare a Parigi con la nostra fidanzata che ci lascerà il mese successivo. Anche noi abbiamo diritto di andare in Germania a fare non si sa bene cosa, sicuramente non imparare il tedesco. Anche noi abbiamo diritto di andare a Dublino per degustare e bere moderatamente della buona birra. Anche noi abbiamo diritto di andare ad Amsterdam per vedere il museo di Van Gogh. Anche noi abbiamo diritto di andare a Bruxelles per partecipare alla jihad dell’Isis. Anche noi abbiamo diritto di andare a Bratislava per vedere i suoi bellissimi monumenti. Anche noi abbiamo diritto di andare a Londra per prendere un po’ di sole. Anche noi abbiamo diritto di andare a Stoccolma, che è un po’ più cara di Bratislava, ma ci sono bei monumenti anche lì. O in Spagna. Vogliamo parlare della Spagna? Di quanto sia importante essere stati almeno una volta in Spagna per dire di aver vissuto veramente?
Per cui, care istituzioni, chiunque o qualunque cosa voi siate: il nostro appello è indirizzato a voi. Siamo già isolati, non isolateci ancora di più.
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