di Vittorio Vargiu
Con grande piacere diamo il benvenuto a tutte le persone che oggi ci accompagnano in questa importante assise di amicizia e democraticità, specialmente alle autorità e dirigenti di associazionisarde di oltreoceano. È con grande sollievo che oggi portiamo avanti la realizzazione di questo congresso, purtroppo differito da anni. Ineffabili situazioni politiche ed economiche hanno impedito la sua concrezione nel tempo stipulato dalla legge. In questo periodo la Federazione ha saputo continuare con i suoi lavori e impegni grazie all’entusiasmo e tenacità dei presidenti di tutti i circoli, e soprattutto alla dedicazione della nostra Presidente Margarita Tavera. Siamo consapevoli della difficile situazione che oggi attraversa la Sardegna: crisi politica ed economica con un serio compromesso, sia delle risorse umaneche imprenditoriale e finanziaria. I gravi conflitti internazionali hanno fatto che la Sardegna, come tanti altri posti in Europa, sia diventata terra di approdo per le vittime di quei conflitti, molti dei quali trovano la morte nelle acque del Mediterraneo. Da un’altra parte vediamo con stupore che l’Isola è diventata, ancora una volta, terra di fuga perle nuove generazioni che cercano in terre lontane, un futuro e nuove opportunità di lavoro e realizzazione personale.Come risultato di queste situazioni,troviamo molti paesi dell’interno sardo in gravi difficoltà per l’esodo dei giovani, per le case abbandonate, con sindaci senza risorse sufficienti per mantenere il benessere dei suoi abitanti. Condividiamo la solidarietà del popolo sardo con il disagio di tante persone che soffrono le conseguenze di politiche sbagliate nei loro Paesi, ma rivendichiamo anche i diritti dei sardi residenti e dei tanti sardi emigrati e le loro famiglie. Corrisponde al governo sardo trovare il non facile equilibro per non penalizzare ai propri cittadini e popolo sardo sparso per il mondo. La realtà che oggi vive la Sardegna ha messo in crisi anche alle associazioni dei sardi nel mondo e dell’Italia continentale, mettendo a rischio non solo la loro sussistenza ma anche la promozione del turismo, della vendita dei prodotti sardi e infine, della diffusione della cultura sarda. È in questo contesto che i circoli di Argentina, appellando alla fierezza che caratterizza al popolo sardo, sapranno e sanno superare le non poche difficoltà che suppone tra altro, il ritardo di un contributo insufficiente per la loro sopravvivenza. Siamo fiduciosi sull’aspettare che le cose cambino in un futuro non lontano, altrimenti i nostri sforzi non basteranno per mantenere vivi i circoli che fino ad oggi hanno potuto sopravvivere, mentre tanti altri purtroppo non esistono già . Tornando alla nostra assise, se ci fermiamo sul lemma di questo VII Congresso: “Essere Sardi in Argentina” dobbiamo accennare le particolarità che distinguono alla comunità sarda di questo Paese. I sardi in Argentina hanno saputo e hanno potuto integrarsi alla comunità ospitante, sentendosi sempre accolti e formando parte sia nel campo lavorativo come culturale, sociale e politico. Della vecchia emigrazione rimangono pochi sardi nati in Sardegna, come me forse uno dei “più giovani”. La continuità delle nostre associazioni quindi dipende oggi in gran parte dell’interesse che siamo stati capaci di suscitare nelle nuove generazioni, giovani nati e cresciuti in quest’Argentina delle grandi contradizioni e opportunità. Si può affermare che questi giovani non sono il futuro dei circoli, ma il presentepoiché molti di essi sono presieduti da giovani, prevalentemente donne. Oggi possiamo affermare con orgoglio che tutti i circoli di Argentina sono veri centri di conoscenza e diffusione della cultura sarda, ognuno di loro ha al meno un’attività annua che lo caratterizza e distingue nella comunità italiana e ospitante; concorsi letterari, gruppi di teatro e danza, programma TV, partecipazioni in importanti mostre della collettività, tra altre, sono vere mostre della incisiva presenza delle nostre associazioni. Nella nostra relazione del congresso del 2009 accennavamo l’importanza che l’università sarda se interessi in stabilire rapporti con il mondo dell’emigrazione; oggi con molta soddisfazione possiamo contare su un importante accordo tra l`Università di Cagliari e l’Università Nazionale di Tucumán,che avrà come prima attività congiunta, e grazie anche a un progetto regionale,il Master in Tecnologie delle Comunicazioni che coinvolgerà a dieci allievi sardi e dieci argentini con una doppia titolazione italiana e argentina e con tirocinio per i quattro migliori in Sardegna e Tucumán. Infine, io mi auguro che possiamo continuare a lavorare in questo volontariato a favore della comunità sarda e che di questo congresso escano buone idee e progetti al riguardo.