E’ con grande piacere che porgo alle autorita’ argentine ed italiane, agli invitati ed ai delegati che sono qui presenti, il piú sincero saluto di Benvenuto al VII Congresso della Federazione dei Circoli sardi in Argentina. Ringrazio in particolar modo: il Console Generale d’Italia a Buenos Aires, Dott. Riccardo Smimmo; Pino Dessi, Rappresentante del Patronato ANMIL de Argentina; Antonio Fancello, Vicepresidente del Patronato ANMIL; Andrea Carta, Vicepresidente della Associazione di tutela AITEF. Non voglio dilungarmi raccontando tutto ciò che abbiamo realizzato in questi anni, che comunque con tutte le difficoltà che si sono succedute da quando ho preso la responsabilità di presiedere questa Federazione nell’anno 2009, siamo qui, con lo stesso amore per la Sardegna. La crisi in Sardegna si fa sentire da qualche anno e ovviamente colpisce i sardi residenti e come conseguenza le associazioni dei sardi nel mondo. Tra il 2009 e il 2011, sono stati 11.000 i sardi che hanno lasciato la Sardegna, in larga parte giovani emigrati in cerca di lavoro. Questo fenomeno evidenzia un invecchiamento sempre più marcato della popolazione in Sardegna, fenómeno esasperato da una sempre più preoccupante “fuga di cervelli”. Parte di questi giovani vengono qui, in Argentina. Tutti con una o più lauree. Molti fanno l’insegnante di lingua italiana. Ovviamente, l’emigrazione sarda continua. Diversa da quella del dopo guerra, ma continua. Come conseguenza di questa crisi, i contributi regionali che i circoli sardi ricevono grazie alle legge 7/91 sull’emigrazione, arrivano molto in ritardo, oltre ad essere stati diminuiti in questi ultimi anni. Le associazioni sarde si vedono in difficoltà e molte sono a rischio. Nel caso dell’Argentina, si può parlare del circolo sardo di Cordoba, scomparso nell’anno 2010. Le nostre associazioni non funzionano come una impresa economica, svolgono attività socio-culturali. La natura stessa dei Circoli è mirata alla difesa e alla conservazione dei valori culturali ed identitari dei sardi sparsi nel mondo. La lontananza, ma soprattutto le politiche implementate negli ultimi anni in Argentina, hanno difficoltà nello svolgimento delle attivitá di tipo economico tra la Argentina e la Sardegna. Sono consapevole ai problemi urgenti che si trovano di fronte in Sardegna, in questa situazione di crisi internazionale, anche a quella parte del popolo sardo che è dovuta andar via una volta, e ai nuovi migranti che partono ancora oggi per cercare un lavoro e un vita migliore. Quel popolo è una parte grande quasi quanto l’attuale popolazione che vive nell’isola. Il movimento dei sardi fuori Sardegna e le sue 120 sedi riconosciute, rappresentano nel mondo globalizzato una rete di scambio culturale e di rappresentanza utili alla conoscenza stessa della nostra terra. Questa piccola isola, grande per la sua antica civiltà e grande nel nostro cuore, noi possiamo contribuire a renderla grande anche nel mondo, con il nostro lavoro, attraverso questi centri culturali dove i sardi si sono organizzati. Siamo una risorsa ancora sconosciuta e sicuramente sottovalutata, ha detto Francesca Fais nel suo intervento al IV Congresso della Federazione dei circoli sardi in Svizzera, ed è proprio cosi. Se non ci fossero stati i circoli la memoria dell’emigrazione sarebbe stata persa e non esisterebbe la rete di contatti straordinari che anche essi rappresentano. Mentre la Sardegna ci considera una spesa e non un investimento, una risorsa, le cose non miglioreranno per il mondo sardo organizzato. Essere sardi in Argentina è una scelta ormai. Per alcuni vorrà dire, semplicemente rispettare le radici, per altri amare veramente la terra degli antenati, alcuni sono proprio indifferenti, ma siamo in molti ad sentirci sardi pur essendo nati in questo paese. Penso di poter affermare che il nostro lavoro per mantenere saldi i legami con la nostra terra, siano stati grandi e abbiano finora dato esito positivo anche essendo cosi lontani, vivendo in un paese cosmopolita dove l’influenza delle altre culture é enorme. Voglio rivendicare il lavoro dei giovani di oltre trentanni che sostengono il lavoro di ogni giorno e posso assicurare che senza di loro sarebbe impossibile continuare. I più giovani aiutano durante le attività, ma non hanno il tempo disponibile che ci vuole nel funzionamento dei circoli, oltre compilare tutta la documentazione da presentare nei rendiconti che ogni anno diventa più complicata. È giusto anche che io sottolinei il peso, il ruolo e il valore della presenza femminile nei direttivi. Le donne sono state sempre presenti nell’attivitá dei circoli. Oggi hanno un ruolo fondamentale nei direttivi. Sei su sette circoli sono presieduti da donne. Sono certa che dal dibattito che seguirá e da tutti gli interventi scaturiranno elementi positivi che ci faranno riflettere per l’impostazione futura delle nostre associazioni. Ringrazio tutti per il lavoro e la collaborazione avuta in questi anni, per quanto farete in questo Congresso e in futuro, Buon lavoro. Forza Paris!!!!