IL “GIORNO DEL GIUDIZIO” A MILANO: RELAZIONE DI ANTONELLO MENNE SUI PRIMI SCRITTI DEL GIURISTA E SCRITTORE SALVATORE SATTA


di Mariella Cortès

Può capitare di emozionarsi, sentendo le parole del Giorno del Giudizio. Può, accadere, anche, che questo non avvenga nella città natale di Salvatore Satta, nell’anno in cui si ricordano i quarant’anni dalla scomparsa ma in uno dei cuori pulsanti della città dell’Expo. L’evento del 26 ottobre ha riportato lo scrittore e giurista nuorese a Milano, città che ne accolse scritti e pensieri della giovinezza. È stata la Sala del Grechetto della prestigiosa Biblioteca Sormani a far da sfondo a un avvincente racconto corale che ha rivelato la grandezza e, soprattutto, la modernità dell’autore del Giorno del Giudizio, attraverso l’analisi dei suoi primi scritti, nella relazione di Antonello Menne, avvocato e docente di diritto commerciale presso  l’Università Cattolica di Milano. “Snobbati da critica, case editrici e mondo accademico – ha commentato Menne- i lavori del Satta giurista ne rivelano la virtù del coraggio, il rigore morale e le eccezionali capacità di analisi, moderne e fuori da binari precostituiti“. Prima ancora della Veranda e il De Profundis, scritti come I sequestri di giornali e la pubblicità (siamo nel Ventennio)In tema di privilegi sulle assicurazioni sulla vita, riletti in Sormani, non appaiono più come semplici “fasi preparatorie” al Giorno del Giudizio ma come ambasciatori di un nuovo modo di trattare e analizzare il diritto e la società, di osservarne le sfumature pensandoli su un unico filo intrecciato. La ricostruzione della vita personale e professionale di Salvatore Satta, che torna nella Milano che accoglieva i suoi pensieri tra le mura di S. Ambrogio e i chiostri dell’Università Cattolica prosegue a Nuoro, quel “nido di corvi” che allo stesso tempo è anche“la realtà del mondo e la coscienza morale (…) che si è fissata nelle pietre e nelle persone”. Ad accompagnare il folto pubblico della Sormani tra le case e i vicoli nuoresi, è stata l’emozionante teatralizzazione, con musica e immagini, a cura dell’associazione I Segni delle radici, con Gavino Poddighe e Miriam Zucchiatti. La realtà culturale, diretta da Poddighe, che coinvolge anche non sardi come la Zucchiatti, milanese di nascita e nuorese d’adozione, ha dato, lo scorso lunedì, volto e voce ai personaggi del Giorno del Giudizio, a volte confermando e altre modificandone l’idea più immediata dalla lettura del romanzo. Così, quelle pagine “che nessuno leggerà, perché spero di avere tanta lucidità da distruggerle prima della mia morte”, come scriveva il Satta,riprendendo vita, hanno creato un romanzo nel romanzo fatto di storie senza tempo e ambientazioni universali come lo sarà il giudizio finale. E dato che la vita “non si riduce mai a un ritratto o a una fotografia”, la parte più sentita e commovente delle letture è stata quella visita al cimitero di Nuoro. In una Spoon River sconsolata, dove ogni ritratto e ogni croce continua a ricordare quella corrispondenza d’amorosi affetti, una spettatrice slovena ha rivisto, emozionandosi, l’attenzione ai defunti tipica del suo Paese. E dopo il successo milanese, sarebbe auspicabile riportare nella sua Sardegna e nella sua Nuoro questo Satta, in grado di emozionare e stravolgere, semplicemente raccontando storie universali, partendo da quanto lo circondava. 

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