Nella foto: un momento dell’esibizione di Michele Deiana
di Angelino Mereu
E se suonare le launeddas diventasse un mestiere? Questa è la domanda ricorrente dei giovani suonatori di launeddas, protagonisti del film “Nodas. Le launeddas al tempo della crisi”, prodotto dall’Associazione culturale Iscandula, che è stato presentato lunedì 2 novembre a Firenze durante la due-giorni del Festival del Film Etnomusicale “Immagini & suoni del mondo” tenutosi presso il Cinema-Teatro Odeon. Un’occasione importante per far conoscere un aspetto unico legato alla cultura e alla tradizione sarda tramite uno strumento musicale che discende direttamente dalla civiltà nuragica. Ma un’occasione anche per inquadrare la situazione socio economica, non certo rosea, che riguarda migliaia di giovani in Sardegna. Le launeddas sono lo spunto per presentare alcune eccellenze tra i giovani che negli ultimi anni hanno scoperto le launeddas e, tramite la loro passione, lanciare un segnale di speranza per un futuro che sia migliore rispetto alle prospettive attuali, pesantemente segnate da una disoccupazione dilagante e da scarse prospettive di lavoro. Il sogno comune ai cinque giovani protagonisti del filmato è quello di poter vivere di launeddas; di poter riuscire a fare in modo che suonare diventi il loro mestiere, l’attività che gli permetta di vivere dignitosamente senza dover rinunciare alla loro grande passione. E alla presentazione di Firenze tale concetto è stato ampiamente sottolineato da Dante Olianas, presidente dell’Associazione Culturale Iscandula, da Umberto Cao e Andrea Mura, registi e, soprattutto, da Michele Deiana, uno dei giovani protagonisti del film. Deiana, 19 anni, originario di Quartu S.Elena, ha eseguito alcuni pezzi dal vivo strappando applausi a scena aperta per la maestria e il talento dimostrati, nonostante la giovane età. Una musica come quella delle launeddas, e esperienze come quelle evidenziate da “Nodas”, meritano sostegno e incentivi, soprattutto da quelle istituzioni che tanto promettono e che spesso di tali promesse si scordano, lasciandole scappare come il vento tra le canne, senza rendersi conto che proprio le canne con tale vento si sposano e, da qualche millennio, generano suoni e armonie che tutti, in Sardegna, abbiamo nel sangue e nel cuore. La serata, che era patrocinata dall’ACSIT (Associazione Culturale Sardi in Toscana), ha avuto una degna e apprezzata conclusione “gustativa” grazie all’imprenditore Artemio Olianas, originario di Gergei ma da 45 anni a Firenze, che ha offerto una degustazione dei sui vini prodotti nelle vigne del Sarcidano con metodi esclusivamente biologici.