“LA VIA DEL SARDO”, ITINERARIO TRA 10 PAESI DELLA PROVINCIA DI NUORO INCENTRATO SULL’ANTICA TRANSUMANZA


di Paolo Merlini

Un progetto di valorizzazione turistica che attraversa dieci comuni, e propone un itinerario in più tappe dove il visitatore viene portato a contatto con il genius loci di ciascun paese, e invitato a vivere un’esperienza il più coinvolgente possibile.

Lo propone il Gal Nuorese Baronia (l’organismo incaricato di gestire i fondi dell’Unione Europea nell’ambito dei programmi per lo sviluppo rurale) che un anno fa ne ha affidato la realizzazione a un’associazione temporanea di imprese guidata dalla nuorese Alternatura.

Tra i collaboratori, l’esperto di educazione ambientale Steve Van Matre, che a più riprese è venuto in Sardegna negli ultimi mesi per dare la sua impronta al progetto. E proprio dalla filosofia dello studioso statunitense, e in particolare dalla sua “Danza dell’esperienza” che dovrebbe modificare il rapporto tradizionale fra il turista e il luogo visitato, attinge a piene mani il progetto presentato venerdì mattina a Orune agli amministratori dei dieci comuni del Gal.

«La via del Sardo», il gruppo di lavoro: Steve Van Matre, Gianluca Cacciotto e Marcello Scarpa

Il nome dell’itinerario, “La via del Sardo”, ha l’ambizione di rappresentare, attraverso un viaggio geograficamente limitato, gli aspetti più significativi ed evocativi della Sardegna.

A introdurlo, il presidente di Alternatura Gianluca Cacciotto, che ha descritto paese per paese il Piano di interpretazione ambientale e le dieci esperienze che esso propone, in un itinerario che non deve essere necessariamente affrontato per intero o nello stesso periodo. Per ciascun comune è stato individuato un tema caratterizzante, legato a un personaggio della cultura popolare o a un particolare bene ambientale.

Apre Bitti con la tappa “A corte dal Re Pastore”. È una tappa fondamentale dell’intero piano che ha come filo rosso l’antica transumanza. La visita, o l’esperienza per dirla con Van Matre, comincia al Museo della civiltà contadina e pastorale, dove il turista viene messo a contatto, attraverso una sorta di gioco interattivo, con i preparativi della transumanza, ma anche con la cultura a tutto tondo della pastorizia. Inevitabile che a Bitti si parli anche del canto a tenore.

Da qui ci si sposta a Loculi, per il “Mistero della matriarca”. Protagonista è la donna, il suo ruolo fondamentale nell’organizzazione di una famiglia di tipo pastorale. La matriarca, insomma, il cui ruolo viene illustrato a Sa domo de sas artes e de sos mestieris con leggende e credenze popolari. Il gioco e l’immedesimazione sono momenti importanti nel percorso di Alternatura, e li ritroviamo a Lula, dove ci attende “Sul fondale del mare antico”.

È un riferimento alle ere geologiche più remote, quando il Montalbo e poche altre vette erano le prime terre emerse della Sardegna. E alla scoperta dello splendido massiccio calcareo viene invitato il turista, attraverso una camminata che culminerà nel classico pranzo dei pastori e con un fuoriprogramma: l’incontro con un bandito. Va detto che al contrario dei malviventi che sino a vent’anni fa o poco più imperversavano realmente nel Montalbo, l’attuale figurante avrà un fucile caricato a salve, anzi con essenze di profumi del luogo da “sparare” verso i visitatori.

Da Lula a Osidda, dove è protagonista l’archeologia: “Il viaggiatore del tempo” qui conoscerà quella civiltà antica che edificava torri dappertutto (sono al momento ottomila i nuraghi censiti). Di qui a Onanì per conoscere “La trama del villaggio” e vivere la quotidianità di uno dei paesi più piccoli dell’isola e poi a Onifai, per assaporare “I tesori delle stagioni”: dall’agricoltura ai prodotti della pastorizia, attraverso la degustazione dei piatti che ne derivano e la loro illustrazione.

Torpè invece “La montagna racconta”: protagonista qui è la foresta demaniale di Usinavà. Al visitatore si vuole offrire la possibilità di conoscere la montagna (anche attraverso la collaborazione dell’Ente Foreste), soggiornare nei boschi in comode tende, e magari osservare i mufloni che la popolano.

Da Torpé a Posada, e il suo vasto sistema lagunare. La proposta è allestire, nel Centro di educazione ambientale ospitato nella Casa delle dame, “Le onde della memoria”, una sorta di macchinario azionato dagli stessi visitatori che illustrerà la formazione geologica della Sardegna. A Lodè il piano prende spunto dalla ristrutturazione di antiche case abbandonate nel centro storico, e dà vita a un “Puzzle di Lodè” dove trovano spazio anche le Mascaras Netas del carnevale.

Orune, infine, si punta sulla “Via del sacro”, e non poteva essere altrimenti vista la presenza del pozzo nuragico Su Tempiesu, dedicato forse al culto dell’acqua, e ogni anno meta di visitatori convinti dei poteri “energetici” del luogo.

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