il ricercatore Alberto Loche
di Maria Grazia Marilotti
“Cervelli in fuga? No. Paesi attrezzati ad accoglierli”. Alberto Loche, 29 anni, cagliaritano, ricercatore a Basilea nel campo della neurobiologia capovolge un luogo comune. “Le persone, i giovani, non fuggono, si spostano, viaggiano e si stabiliscono nei Paesi dove possono realizzarsi, dove vengono accolti e possono crescere”. Tutto confermato dalla sua esperienza. Dall’età di 18 anni si é costruito un curriculum eccezionale. Prima Bologna dove si é laureato con 110 e lode in biologia molecolare, poi Portland negli Usa, per un’esperienza lavorativa come Visiting Scientist all’Oregon National Primate Research Center. Terza tappa la Svizzera, Basilea, dove lavora al suo dottorato di ricerca, che si concluderà a novembre, al prestigioso Dipartimento di Neurobiologia del Friedrich Miescher Institute for Biomedical Research. Di recente é stato selezionato, unico italiano, insieme a 70 tra i migliori neolaureati e laureandi delle facoltà scientifiche ed economiche di tutto il mondo ammessi al seminario esplorativo dedicato al settore biotech e farmaceutico e che si svolge ogni anno a Basilea, il prestigioso Novartis International Leadership BioCamp2015. “Un’esperienza importantissima che ha contribuito ad allargare i miei orizzonti e prospettive future”, racconta Alberto. Dedizione, sacrifici e tanta passione. Quella per la ricerca ha formato la sua vita. “La quotidianità del ricercatore é costellata di fallimenti, esperimenti non risolutivi – confessa – Ma ad un certo punto arriva la scoperta che ti ripaga di tanti sforzi. Dietro c’è tanto impegno. Non bisogna certo aspettare che ti cada la mela in testa”. Parte da Cagliari, dai banchi del liceo scientifico Pacinotti la sua avventura. Diploma con il massimo dei voti, poi la decisione di trovare la sua strada professionale. “Sarei rimasto in Sardegna se avessi avuto le opportunità giuste”, dice Alberto. Negli ultimi quattro anni si é occupato nel campo della neurobiologia di base e della genetica di una forma rara di epilessia. Al suo attivo ha una decina di pubblicazioni, frutto di partecipazione a progetti di alto impatto. “La molla – spiega – è la curiosità, mi stimola la scoperta di una nuova proteina come anche di un nuovo luogo o di un cibo esotico”. All’interesse per la ricerca scientifica unisce l’amore per il pianoforte e la musica classica e il suo impegno nel volontariato con il progetto TReND, una grande collaborazione tra giovani scienziati di tutta Europa che si adoperano per esportare in Africa, attraverso l’organizzazione di corsi e cicli di lezioni, le conoscenze scientifiche più moderne e avanzate. “Sono grato a mia madre e mio padre, mi hanno insegnato a fare ogni cosa al meglio, mi è servito molto nella vita”. Sullo sfondo del suo smarthphone c’è il mare blu della sua Sardegna. “La Svizzera é bella ma mi manca il mio mare azzurro, la famiglia e il cibo italiano. Però ne vale la pena – conclude – fin da ragazzino avevo un sogno: la libertà di perseguire nuove idee e nuove strade, nella scienza e oltre, per pura passione”.
“Siete voi l’investimento più proficuo e produttivo per il futuro dell’Italia e compito della politica è cercare di agevolarvi e di costruire possibilità perché vi possiate affermare in questo paese”. E’ probabile che “qualcuno di voi andrà all’estero, ma quell’esperienza sia un modo per completare la conoscenza con l’obiettivo, l’obbligo e l’orgoglio di tornare poi nel vostro paese”. Così il presidente del Senato, Pietro Grasso, di fronte a una platea di 81 studenti di tutta Italia, che si sono distinti nelle Olimpiadi e nelle competizioni nazionali e internazionali dedicate alle discipline scolastiche. In occasione della “Giornata delle eccellenze”, promossa dal Ministero dell’Istruzione e celebrata oggi a Palazzo Madama, Grasso ha invitato tutti gli studenti a “contribuire all’avanzamento del paese e della società tutta”. “Sarete voi i ricercatori del domani – ha detto – porterete la nostra conoscenza sempre più avanti, sarete voi la nuova classe dirigente”. E “se da un lato – ha aggiunto – ci si deve concentrare per far sì che i più giovani non abbandonino gli studi, e l’Italia ha un triste primato a riguardo, l’eccellenza e il merito ci danno coraggio” per il futuro. “Dobbiamo sempre più promuovere la cultura del merito, della responsabilità e della solidarietà” Informatica, filosofia, fisica, matematica, italiano, lingue e civiltà classiche, ma anche Gare degli istituti tecnici e professionali e competizioni di new design e problem solving: sono diverse le competenze in cui gli 81 ragazzi sono riusciti a distinguersi. “Nella scuola italiana – ha affermato il Capo dipartimento Istruzione del Miur, Rosa De Pasquale – ci sono punte di eccellenza. E’ importante che ognuno arrivi al massimo delle proprie potenzialità, manuali o intellettuali. La scuola deve cucire un vestito su misura per ciascun ragazzo e consentire a tutti di tirare fuori le proprie potenzialità”. “Compito dello Stato – ha osservato il presidente della Commissione Istruzione del Senato, Andrea Marcucci – è dare le stesse opportunità a tutti gli studenti: siamo ancora lontani da questo obiettivo, ma la politica sta ripartendo dalle giuste fondamenta”.
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