di Stefania Calledda
Alle 18.20 di ieri presso il Centro Culturale San Paolo a Vicenza, si è tenuto il primo incontro della rassegna 2015 del progetto “La Sardegna è un’altra cosa – un insolito viaggio nell’isola”, a cura di Stefania Calledda e organizzato dall’Associazione “Grazia Deledda” di Vicenza.
Ospite della serata Omar Onnis, noto alle cronache sarde per il suo impegno politico, ma in terra berica in veste di storico per presentare il suo ultimo libro “La Sardegna e i sardi nel tempo”. Un excursus di millenni il suo, ma con l’intento preciso di dare un contributo divulgativo alla portata di tutti, senza perdere il rigore scientifico. Certo il lavoro di Onnis ha le sue peculiarità, rimettendo al centro la Sardegna e restituendo una diversa prospettiva sui fatti, attingendo metodologicamente dalla tradizione dei cultural studies e dalle Annales.
Emergono diverse suggestioni nel dialogo tra la sottoscritta, che ha presentato e condotto la serata, e Omar Onnis: la necessità di conoscersi a partire dalle proprie radici storiche, l’importanza dell’interpretazione critica dei fatti, e soprattutto la consapevolezza chela Storia dei sardi non è una storia minore, è una Storia i cui fili sono strettamente intrecciati nella trama della Storia d’Europa, con fenomeni originali che andrebbero approfonditi in sede di ricerca per un arricchimento che non è solo memoria dei sardi, ma memoria dell’umanità.
La tragedia che oggi sta vivendo la Sardegna deve trarre dalla rete dei sardi nel mondo nuova linfa, ha detto Onnis, è una dimensione che dovrebbe avere voce in capitolo anche nell’isola perché lo sguardo di chi si confronta con altre realtà è una importante risorsa anche per la Sardegna, per rompere i soliti sistemi clientelari, per scompaginare schemi che si ripetono.Su questo Onnis è certo: la rete dei migranti sardi dovrebbe battersi per avere il suo spazio nell’arena politica e decisionale. Questa è la sfida che il presente lancia ai sardi nel Mondo, e si è ribadito ieri con forza, proprio a Vicenza.
Ho ricordato che la Regione Sardegna ha drasticamente tagliato i fondi destinati all’emigrazione, indebolendone la portata che invece è oggi più che mai risorsa fondamentale, laddove i nuovi migranti sono spesso forze giovani e intellettualmente vivaci. Appare quasi che agli emigrati sardi si debba far scontare la colpa di aver cercato fortuna altrove, si è detto a più voci, ma la rete dei sardi nel Mondo, nel suo fenomeno unico e radicato non può morire soltanto per ragioni economiciste e ragionieristiche.
La rassegna “La Sardegna è un’altra cosa” cresce nel tempo e si fa sempre più teatro di riflessioni importanti e di spessore, non solo per il mondo dell’emigrazione sarda e del suo continuo confrontarsi con la terra di accoglienza, ma anche e forse soprattutto per le condizioni drammatiche in cui l’isola riversa. Come curatrice del progetto auspico che Vicenza possa diventare sempre più una fucina di idee, un laboratorio che dal Nord Est possa ospitare il meglio che l’intelligenza sarda ha da offrirci.