di Paolo Pulina
A Bologna, nei giorni 23-24 settembre 2015, a venti anni dalla scomparsa di Sergio Atzeni (1952-1995), l’Università di Bologna, in collaborazione con la University of Leeds e con la Cineteca di Bologna, ha organizzato il convegno di studi “Sergio Atzeni e le voci della Sardegna” e una serie di manifestazioni per celebrare il grande scrittore sardo, per approfondire lo studio della sua opera e per promuoverne la diffusione e la conoscenza.
L’evento si è articolato nel convegno scientifico, con la partecipazione di importanti studiosi; in un reading di scrittori e poeti di grande rilievo che hanno dialogato con Sergio Atzeni o con la sua opera; nella proiezione dei film tratti da libri di Atzeni, accompagnata dalla testimonianza dei registi Salvatore Mereu (in collegamento telefonico) e Gianfranco Cabiddu (in sala).
Ecco i volumi su Sergio Atzeni che, nella prima giornata dei lavori del convegno, sono stati presentati nella sessione “Scaffale critico atzeniano”, coordinata da Giuseppe Ledda (Università di Bologna) e da Gigliola Sulis (University of Leeds).
1)Atti del convegno di Cagliari (2005)
Sylvie Cocco, Valeria Pala, Pier Paolo Argiolas (a cura di), Sergio Atzeni e l’arte di inanellare parole, Cagliari, Aipsa, 2015, pp. 280, ill.
Dalla presentazione dei curatori.
«Il volume restituisce in parte gli interventi, le riflessioni, le feconde immagini e gli spunti che hanno accompagnato le tre giornate di studio sulla figura e l’opera di Sergio Atzeni (“Un cantastorie in blues. Sergio Atzeni dieci anni dopo”, Cagliari, 13-14-15 ottobre 2005). Ai contributi della manifestazione del 2005 – organizzata dall’Associazione culturale Portales e dedicata allo scrittore sardo nel decennale della sua morte – si sono aggiunti altri saggi di rilevante contiguità, che, al pari e insieme ai primi concorrono a offrire da ottiche diverse e da ambiti disciplinari svariati un’immagine delle relazioni, degli intrecci, delle interferenze e delle contaminazioni che hanno nutrito l’opera di Sergio Atzeni, determinandone altresì originalità, complessità e spessore che richiedono ancora ricerche e approfondimenti».
Il contenuto del volume Sergio Atzeni e l’arte di inanellare parole è stato illustrato a Bologna da Giulio Iacoli (Università di Parma), autore di uno dei saggi, il quale ha spiegato che il titolo vuole essere un affettuoso omaggio a Giovanna Cerina (1932-2009). Il testo letto da Cerina al convegno del 2005 (riprodotto nel volume) comincia con queste parole: «Il titolo del mio intervento, L’arte di inanellare storie, riprende i versi di una poesia di Atzeni: “altro non so / che inanellare / parole / una poi l’altra / in fila / canticchiando / in blues». Inanellare parole, dunque: cioè sceglierle, metterle insieme, ordinarle, fino a farne un gioiello, fino a farne un testo che ha un significato ulteriore, elaborandole in una composizione».
L’indice del volume.
Presentazione dei curatori
L’arte di inanellare storie (Giovanna Cerina)
Letture, a cura di Sylvie Cocco
Sergio Atzeni tra cronaca, storia e invenzione (Giulio Ferroni); La scrittura di Sergio Atzeni fra grottesco, ironia e umorismo (Ramona Onnis); Il percorso epico-storico di Sergio Atzeni: dai primi esperimenti letterari al racconto di fondazione (Ilaria Puggioni); La guerra di polvere e tempo (Piero Mura); “Apologo del giudice bandito”: Sergio Atzeni tra Storia e Realtà o l’isola del disordine (Marie Dominique Antona Cardinet); Sergio Atzeni e Manuel Scorza: storiografia e tradizione popolare (Manuel Coser).
Lingue, a cura di Valeria Pala
“Bellas mariposas” e la stilizzazione del parlato cagliaritano. Tra linguaggio giovanile e italiano popolare (Cristina Lavinio); Itinerari angloamericani della scrittura di Sergio Atzeni: ‘A Work in Progress’ (Margherita Heyer-Caput); “Il figlio di Bakunìn” e la Germania. Un pretesto letterario e la traduzione (Birgit Wagner); Sergio Atzeni tradotto in Francia e traduttore dal francese (Pascal Cordara); La sardità ‘postcoloniale’ e la scrittura orale in “Passavamo sulla terra leggeri” (Margherita Marras).
Linguaggi, a cura di Pier Paolo Argiolas
Nel retino. Analisi spaziale di un adattamento: “Bellas mariposas” da Atzeni a Mereu (Giulio Iacoli); Tutte le lingue del mondo. Sergio Atzeni fra cinema e musica (Gianfranco Cabiddu); Il romanzo di Atzeni e il film di Cabiddu: riflessioni sui ‘due’ figli di Bakunìn (Stefano Sanjust); “Bellas mariposas”, storia di una sceneggiatura mai nata (Enrico Pau); Predilezioni musicali e partiture sintattiche nel primo Atzeni (Giancarlo Porcu).
Testimonianze.
Cantava di cani bagnati / di blues mai suonati / ha sognato mariposas: belle e sguaiate (Rossana Copez); Ricordo di un impegno politico condiviso (Massimo Zedda); Da t’Is kal’i a tiscali (Cristiana Mura)
Autori. Bibliografia. Indice dei nomi.
2)Atti del convegno di Pavia (2008)
Gianluca Bavagnoli e Paolo Pulina (a cura di), Sergio Atzeni, 1952-1995: un “classico” della nuova narrativa sarda: atti del seminario di studi, Pavia, Biblioteca universitaria, Salone Teresiano, 28 marzo 2008, Pavia, Nuova Tipografia Popolare, dicembre 2008, pp. 80, ill.
Nel pomeriggio del 28 marzo 2008, il Circolo culturale sardo “Logudoro” di Pavia, in collaborazione con la Federazione delle Associazioni Sarde in Italia (FASI), la Regione Autonoma della Sardegna-Assessorato del Lavoro, la Biblioteca Universitaria, l’Università, la Provincia e il Comune di Pavia, organizzò, presso il Salone Teresiano della Biblioteca Universitaria, un seminario di studi su “Sergio Atzeni (1952-1995), un ‘classico’ della nuova narrativa sarda”.
Dopo i saluti di Maria Paola Invernizzi, della direzione della Biblioteca, Gesuino Piga, presidente del “Logudoro”, aprì i lavori presentando alcune note biografiche relative ad Atzeni; Paolo Pulina, vicepresidente del “Logudoro” e responsabile Comunicazione della FASI, sviluppò il tema “Sergio Atzeni, scrittore sardo-universale”.
La relazione introduttiva (“Sergio Atzeni e la narrativa popolare”) fu tenuta da Antonietta Dettori, docente ordinario dell’Università di Cagliari.
Svolsero quindi le relazioni cinque giovani studiosi: Antonio Franchini, allora responsabile Narrativa italiana Mondadori, portò un ricordo personale di Atzeni; Mauro Bignamini, dell’Università degli Studi di Pavia, svolse considerazioni “sul racconto storico in Atzeni”; Flavio Santi, scrittore e traduttore, illustrò il lavoro di traduzione fatto da Atzeni di un testo di Stendhal; Gianluca Bavagnoli, allora del settore Narrativa italiana Rizzoli, affrontò il tema “L’eredità stilistica, linguistica ed etnica di Sergio Atzeni”; infine, Giovanni Strinna, allora dell’Università Statale di Milano, si occupò di “Canti e rapsodi nella Cagliè di Sergio Atzeni”.
Nel volume degli Atti non figura, per esplicita richiesta dell’autore, la testimonianza personale di Franchini. In appendice è riprodotto il testo, già edito, di una relazione tenuta da Nicola Tanda (allora ordinario di Letteratura e Filologia Sarda presso l’Università di Sassari), l’8 giugno 1996, nell’Aula Volta dell’Università degli Studi di Pavia, e intitolata “ ‘Il quinto passo è l’addio’ all’Isola di Sergio Atzeni”.
3) Carola Farci, Sergio Atzeni: un figlio di Bakunìn, Cagliari, Cuec Editrice (collana University Press-Letteratura), 2015, pp. 112.
Ecco ciò che ha dichiarato Carola Farci: «Il volume Sergio Atzeni: un figlio di Bakunìn vuole essere, in primo luogo, un omaggio allo scrittore prematuramente scomparso vent’anni fa in Sardegna. Come nel romanzo Il figlio di Bakunìn si tenta di ricostruire il personaggio Tullio Saba attraverso le voci e i ricordi dei compaesani, allo stesso modo in questo volume si è tentato di ricostruire Sergio Atzeni tramite la memoria di chi l’ha conosciuto. Si susseguono, dunque, ventidue interviste, da cui sono state eliminate le domande in modo da lasciare, come nel romanzo atzeniano, spazio esclusivamente al racconto degli intervistati. Così come sono stati soppressi i nomi degli intervistati, che, per chi volesse fare un lavoro di ricerca della fonte, si trovano in appendice. In questo modo a parlare è la voce della collettività, a volte imprecisa e contraddittoria, ma sempre molto efficace nell’aggiungere frammenti al puzzle della personalità dell’autore. Abbiamo così la descrizione di un uomo acuto, dal sorriso incantevole, dal carattere irrequieto. Uno scrittore che sapeva essere alla mano, ma anche estremamente scontroso e complicato. Un affabulatore, certamente, che già da giovane metteva in luce il suo talento per la materia narrativa. Punti di vista differenti che restituiscono dunque aspetti distinti di quel carattere così poliedrico, indaffarato nella militanza politica, nel giornalismo, nelle traduzioni, nella scrittura e nel suo modus operandi. Si riesce, dalle suddette interviste, a recuperare la complessità della figura di Sergio Atzeni? Si determina con chiarezza quali erano le sue peculiarità? Ovviamente no. La vita, come diceva Gabriel García Márquez, non è quella che viviamo ma quella che ricordiamo. La verità sul conto dello scrittore non esiste. Esistono le verità, quella di ognuno e di tutti coloro che rimembrano anche solo un secondo della sua esistenza. La persona è divenuta personaggio nella memoria degli amici e dei concittadini. E, in quanto tale, è ormai immortale».
Ecco le 22 persone intervistate: Manlio Brigaglia, Rossana Copez, Giorgio Pellegrini, Alma Cocco, Luciano Marongiu, Aldo Brigaglia, Marta Proietti Orzella, Alessandra Scanu, Vanna Flore, Gaetano Marino, Giuseppe Boy, Francesco Spanu, Cristina Lavinio, Massimo Zedda, Giuseppe Lo Castro, Luisanna Fodde, Ilaria Puggioni, Gigliola Sulis, Marc Porcu, Andrea Gobetti, Ernesto Ferrero, Paola Mazzarelli.
L’autrice. Carola Farci (1989) si è laureata a Pisa in Lingua e Letteratura Italiana con una tesi sul ritmo, il cromatismo e la memoria nell’opera di Sergio Atzeni. Ha poi continuato i suoi studi all’Universidad Complutense de Madrid dove ha approfondito le relazioni tra Italo Svevo e Carmen Martín Gaite. Al momento vive a Cagliari e si occupa di didattica della letteratura e letteratura italiana contemporanea.
4) Irene Palladini ha dato un’anticipazione dei contenuti di un libro da lei curato, di prossima pubblicazione, con interviste su Atzeni rilasciate da amici dello scrittore e da studiosi della sua opera.
Nota finale. Molto gradito dai partecipanti è stato il buffet con prodotti sardi offerto dal Circolo “Sardegna” di Bologna e da Argiolas sia a chiusura dei lavori della prima giornata, in Università; sia, nella serata della seconda giornata, presso la Cineteca di Bologna, nell’intervallo fra la proiezione al Cinema Lumière di “Bellas mariposas” di Salvatore Mereu e di “Il figlio di Bakunìn” di Gianfranco Cabiddu.