GLI STATI GENERALI DELLE DONNE SARDEGNA: VERSO LA CONFERENZA MONDIALE DI MILANO PRESSO L’EXPO DAL 26 AL 28 SETTEMBRE


di Giuditta Sireus

Non sarebbe stato certamente un appuntamento mancato quello de “Gli Stati Generali delle Donne in Sardegna” da parte di personaggi emblema della regione quali Grazia Deledda, Joyce Lussu oMarianna Bussalai. L’incontro, organizzato da Francesca Ena,  presidente del centro “Io non ho paura” – Donne contro la violenza ONLUS di Iglesias,  in collaborazione con l’organizzazione de Gli Stati Generali di Italia, pone delle basi di riflessione nodali sul mondo femminile e su un progetto che individua importanti obiettivi: ascoltare le donne del territorio, raccogliere le proposte operative da proporre alle agende politiche a livello nazionale e locale, intrecciare i dati di contesto con le esperienze e le proposte emerse dalle partecipanti e focalizzare l’attenzione sul tema del lavoro.

Circa una trentina di donne di tutta Sardegna, dunque, si sono incontrate il 4 Settembre per discutere su cinque grandi temi, economia, politica, cultura, sociale e stili di vita e sport, presso la Sala Search del Comune di Cagliari, dove la parola d’ordine è stata: condivisione per la creazione di tavoli di dialogo e di progettazione partecipata.

Gli interventi sono stati un grido, non tanto di autocommiserazione o di protesta o di contrapposizione al mondo maschile, ma di entusiasmo, di bisogno di esserci, poiché – “Il bello è appunto agire come donne, sentendoci sempre più donne” (Joyce Lussu). Le testimonianze di tutte le partecipanti, tra le quali quelle di Annalisa Diaz (ex parlamentare e storica presidente del Centro di Documentazione e Studi delle Donne a Cagliari), Maria Antonietta Mongiu(Presidente del FAI Sardegna) e Rosanna Romano (Caporedattore dell’ufficio stampa del Consiglio Regionale della Sardegna), saranno raccolte in un documento unico, un prezioso contributo, che sarà presentato all’attesissima Conferenza Mondiale delle Donne, che si svolgerà a Milano i prossimi 26-27-28 Settembre, vent’anni dopo Pechino, un evento importante dove si tenterà di cambiare, ancora una volta, le sorti sociali, professionali ed economiche delle donne.

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