di Elisa Sodde
CASARA ZEBIO (ASIAGO), 24 LUGLIO 2015.
<<… Nel duro calvario di Monte Zebio la Brigata “Sassari” seppe confermare le fiere e forti virtù dell’intrepida Gente di Sardegna già manifestate nei primi mesi di guerra sul Carso, dove nacque il mito dei “Diavoli Rossi”. Il 27 giugno 1916, accanto al Generale Di Maria, da soli tre giorni Comandante della Brigata “Sassari”, cadeva il ventiduenne Francesco Loddo da Ortueri, Soldato del 151° Rgt. f., mio prozio materno, il cui sito di sepoltura è stato recentemente individuato grazie alle ricerche meticolose svolte da Antonio Pinna. Anche per questi motivi le montagne dell’Altopiano, nel cui grembo riposano migliaia di Figli di Sardegna, sono Sacre ai miei sentimenti di Sardo e di chi la Brigata dei Sardi ha avuto l’Onore di comandare.>>
Con queste toccanti parole, contenute nel messaggio di saluto letto dal Luog. Pinna, il Generale Nicolò Manca – primo Comandante sardo della Brigata “Sassari” – esprimeva i propri sentimenti, mentre le ombre misteriose della sera scendevano tra le 218 piccole croci allineate sotto le abetaie di Monte Zebio, sull’Altopiano dei “Sette Comuni”, e i lenti rintocchi della campana votiva del Centenario della Grande Guerra insieme alle note struggenti del “Miserere” intonato dal Coro di “Aglientu – Tempio Pausania” accompagnavano i nomi dei “Sassarini” caduti in combattimento nell’estate del 1916.
La Cerimonia, ideata sette anni or sono dalla Schola Cantorum “San Matteo”, e organizzata con il patrocinio del Comune di Asiago, con il concorso del Comitato dei Comuni della Sardegna, dell’Associazione Nazionale del Fante – Sez. Altopiano dei Sette Comuni, dell’Associazione Culturale “Un Ponte fra Sardegna e Veneto” e con il sostegno di sodalizi locali, tra i quali i Fratelli Rigoni–Stern e gli “Amici del Rifugio dell’Angelo”, si è svolta nel pomeriggio del 24 luglio u.s. presso il cimitero di guerra di Casara Zebio, recuperato grazie all’impegno dei 131 Comuni della Sardegna che, riuniti nel Comitato coordinato dal Comune di Armungia (CA) – paese di origine del leggendario Cap. Emilio Lussu – hanno aderito al progetto di recupero dei siti storici della Grande Guerra legati alla presenza delle Unità Sarde sull’Altopiano dei “Sette Comuni”. In segno di riconoscenza per il sacrificio dei giovani Sardi caduti per la libertà di quelle terre lontane, nel 2007 la Comunità di Asiago ha donato l’area ai Comuni Sardi che hanno aderito all’iniziativa del recupero. Un lembo di Sardegna in Terra Veneta, a 1.600 mt di quota, dove tutto l’anno sventolano, ai lati del Tricolore, la Bandiera Sarda e quella Veneta, quale segno di Amicizia fra due Regioni distanti tra loro ma indissolubilmente legate dai tragici eventi della Prima Guerra Mondiale.
Nella piccola radura prativa, nella quale spiccavano le Bandiere delle locali Sezioni dell’Istituto del “Nastro Azzurro”, dell’Associazione “Famiglie Caduti e Dispersi in Guerra”, dell’Associazione Nazionale del Fante e i gagliardetti dei Gruppi Alpini della Sezione “Monte Ortigara”, hanno presenziato alla celebrazione l’Assessore Prof. Franco Sella, in rappresentanza del Sindaco di Asiago, Avv. Roberto Rigoni Stern, la Professoressa Marina Strazzabosco, Presidente della “Schola Cantorum” e la Dottoressa Elisa Sodde, Presidente dell’Associazione Culturale “Un Ponte fra Sardegna e Veneto”.
La cerimonia, diretta dal Luog. (ris.) Antonio Pinna, storico della Brigata “Sassari” e consulente storico del Comitato dei Comuni Sardi, è iniziata con la deposizione di un cuscino di fiori bianchi e rossi in omaggio dei Caduti e proseguita con la Santa Messa officiata da Don Roberto Bonomo – Parroco del Duomo di Asiago, apprezzato storico e alpinista – accompagnata dai canti sacri del Coro “San Matteo” diretto dal Maestro Andrea Pinaroli e dal Coro di Aglientu – Tempio Pausania.
Nella suggestiva cornice del tramonto, sa ‘oghe di Luigino Cossu, accompagnata dal canto a quattro voci del decano Rosario Carboni, di Alessio Bianco e di Gigi Betza, magistralmente diretti da Giovanni Puggioni, si sono alzate gravi e solenni tra i boschi del Monte Zebio, facendo giungere ai nostri Caduti i canti struggenti della Terra natia.
Dopo aver portato il saluto dell’Ing. Antonio Quartu, Sindaco di Armungia (CA), Comune capofila nel progetto di recupero, il Luog. Antonio Pinna, ha curato la rievocazione storica dei fatti d’arme che si svolsero quasi un secolo fa tra le balze rocciose del Monte Zebio, sottolineando il grande tributo di sangue offerto dalla Sardegna alla causa nazionale. Seguendo quindi la tradizione di focalizzare, di volta in volta, l’attenzione sulle storie personali dei “Sassarini” che riposano nell’antico cimitero di guerra, quest’anno sono stati ricordati i quattro ragazzi di Tempio Pausania: Francesco Demuro, Antonio Careddu, Giovanni Doro e Antonio Ganau. Quattro amici, appena ventenni, caduti uno dopo l’altro nello spazio di appena un mese. E mentre il Luog. Pinna, dava lettura dell’epigrafe che un tempo adornava l’antica sepoltura del C.le Antonio Ganau, accompagnate dal canto a “Tasgia”(*) del Coro Gallurese, le Signore Elisa Sodde e Rosanna Selis deponevano un mazzo di fiori in ciascuna delle quattro piccole croci: l’omaggio della Città di Tempio Pausania ai suoi Figli caduti per la Patria.
La giornata della memoria era iniziata nella mattina con la deposizione di una composizione floreale davanti al Monumento alla Brigata “Sassari”, presso il Parco delle Rimembranze di Asiago, opera dell’artista locale Joe Dalle Ave, su progetto del Museo Storico della Brigata “Sassari”, realizzato nel 1996 per iniziativa congiunta del compianto Dottor Carlo Contu, imprenditore milanese di origini sarde, della Città di Asiago, all’epoca guidata dal Sindaco Dottor Francesco Gattolin, e dall’Associazione Nazionale del Fante – Sezione Altopiano dei “Sette Comuni”, presieduta dal Cav. Marco Ambrosini.
La visita è proseguita con il canto del “Deus ti salvet Maria” all’interno del Duomo cittadino intitolato a San Matteo Apostolo e con il canto del “Miserere” davanti al Monumento della Loggia Comunale che ricorda gli Asiaghesi caduti per la Patria. Presso la Sala Consiliare, l’Assessore alla Cultura e al Turismo, Architetto Chiara Stefani, a nome dell’Amministrazione Comunale ha porto alla delegazione Sardo-Veneta il saluto di benvenuto della Comunità di Asiago.
REGIONE DELLE MELETTE DI FOZA E DEI “TRE MONTI” (FOZA-GALLIO-ASIAGO), 25 LUGLIO 2015.
La mattina successiva, presso il Sacello del “Pubel”, alla presenza delle locali Associazioni d’Arma, è stato tributato il doveroso omaggio dei Comuni della Sardegna ai giovani di Foza Caduti per la Patria. A nome dell’Amministrazione Comunale, l’Assessore Bruno Oro ha porto il saluto di benvenuto della Comunità di Foza a tutti i presenti e, in particolare, agli Amici di Tempio Pausania, città con la quale il centro altopianese è gemellato, nel comune ricordo delle gloriose gesta della Brigata “Sassari” nella Grande Guerra.
La comitiva ha quindi proseguito incolonnata lungo l’antica strada militare che da Malga Fratte, attraverso i fitti boschi dei Monti Badenecche, Tondarecar e Miela, giunge a Malga Lora, sede del Comando Alpino durante la Prima Battaglia delle Melette. Nell’ampio anfiteatro naturale che corona la conca prativa descritta da Emilio Lussu nelle pagine del suo celebre libro, sotto la lapide commemorativa della Brigata “Sassari”, il canto del “Miserere” intonato dal Coro di Aglientu – Tempio Pausania ha accompagnato la deposizione di un cuscino di fiori bianchi e rossi, il nostro doveroso omaggio ai “Sassarini” ivi caduti nei combattimenti del giugno 1916.
Sotto la pioggia improvvisa, il Luog. Pinna – nel rievocare i fatti d’arme che videro gli Alpini e i Fanti Sardi eroici difensori dell’ultimo baluardo montano superato il quale Stiriani e Bosniaci della 6^ Divisione Imperiale e Regia avrebbero dilagato nella sottostante valle del Brenta – ha tenuto a sottolineare che, a distanza di 99 anni dagli eventi bellici rievocati, era la prima volta che un Coro Sardo saliva in cima ai 1.824 mt di Monte Fior da dove, a giro d’orizzonte, la vista spazia dal Pasubio all’Ortigara, dalle Dolomiti al Grappa, per far sentire ai Figli di Sardegna caduti per la Patria i canti della nostra Terra.
Partendo dalla lapide in granito sardo, apposta nel 1997 per iniziativa congiunta dell’Associazione Nazionale del Fante – Sezione “Altopiano dei Sette Comuni”, presieduta dal Cav. Marco Ambrosini e del Museo Storico della Brigata “Sassari” (all’epoca diretto dal Luog. Pinna, al quale l’allora Comandante della Brigata “Sassari”, Generale Giangabriele Carta, aveva affidato il progetto di ricordare, su lastre di granito sardo da apporre nelle località significative di Monte Fior, Monte Zebio e Col del Rosso, il sacrificio dei Reggimenti Sardi fino ad allora ignorato nella toponomastica e nelle indicazioni dei percorsi storici dell’Altopiano) il Luog. Pinna ha guidato la comitiva lungo il percorso del Parco Letterario della Memoria del Museo all’Aperto delle Melette, che si snoda lungo le trincee di Monte Fior e Monte Castelgomberto, recuperate di recente con un progetto della Comunità Montana dei “Sette Comuni”, al quale il Luog. Pinna ha fornito, per conto del Comitato dei Comuni della Sardegna, la consulenza storica nell’attività di recupero delle vestigia belliche e nella scelta ed elaborazione dei testi tratti dalla memorialistica di guerra, riportati nei leggii ubicati lungo il percorso storico.
A sottolineare i sentimenti di Amicizia che legano la comunità di Foza con la popolazione del capoluogo gallurese, il locale Gruppo dell’Associazione Nazionale Alpini (tra i quali il Rag. Carlo Lunardi, che da Sindaco di Foza è stato tra coloro che nel 2003 hanno ufficializzato i progetti di collaborazione tra i Comuni dell’Altopiano con quelli della Sardegna) ha invitato gli Amici Sardi a partecipare ad un incontro conviviale presso la sede associativa, nel corso del quale sono state gettate le basi per il progetto di un’Area Sacra della Memoria, da realizzare con iniziativa congiunta tra il Comitato dei Comuni gemellati della Sardegna e dell’Altopiano, le locali Sezioni dell’Associazione Nazionale Alpini, dell’Associazione Nazionale del Fante, dell’Associazione “Amici della Storia” di Foza e dell’Associazione Culturale “Un ponte fra Sardegna e Veneto”.
Nel corso dell’incontro, il “vecio” Enzo Rino Biasia, Presidente della Sezione Alpini “Monte Ortigara”, nel sottolineare come raramente vengano concesse simili attestazioni, ha consegnato al Luog. Pinna la tessera di Socio Onorario e la caratteristica camicia del “Gruppo Alpini Foza”, in segno di omaggio e riconoscimento della ventennale attività da questi svolta per il recupero e la valorizzazione del patrimonio storico della Grande Guerra presente sulle montagne dell’Altopiano.
Nel pomeriggio la visita ai luoghi della memoria è proseguita nella regione dei “Tre Monti”. Costeggiando i ripidi pendii della Val Frenzela, la comitiva è giunta a Col Melaghetto, in Comune di Gallio, dove sorge un Monumento intitolato al Cap. Eugenio Niccolai, Ufficiale del 151° Reggimento della Brigata “Sassari”, ivi caduto il 31 gennaio 1918 e decorato con la Medaglia d’Oro al Valor Militare. Il cippo, composto di blocchi bianchi e rossi a forma di piramide, riportante sulle quattro facce i passi storici e della memorialistica legati agli eventi, è stato realizzato nel 2009 per iniziativa congiunta dell’Associazione “Filippo Corridonia” e del Comune di Corridonia (in Provincia di Macerata, città di origine dell’Eroe) del Comune di Gallio e del Comitato dei Comuni della Sardegna che hanno aderito al progetto attraverso la consulenza storica del Luog. Pinna e l’assistenza da questi fornita nella progettazione e realizzazione dell’opera.
Il canto “Oh Maria Reina” del Coro di Aglientu-Tempio Pausania ha accompagnato la deposizione di un mazzo di fiori bianchi e rossi, in omaggio alla memoria del Cap. Niccolai e del Plotone dei 40 Ragazzi Sardi del ’99, che il 28 gennaio 1918 – completamente circondati dal nemico e rimasti privi di munizioni e di ordini – seppero resistere ai ripetuti assalti dell’avversario, mantenendo la posizione con disperati contrattacchi alla baionetta. A sera – ha raccontato il Luog. Pinna – quando venne ristabilito il collegamento, solo 19 di essi rispondevano all’appello.
Risalendo a piedi il ripido costone che sovrasta la Val Fontana, la comitiva sempre guidata dal Luog. Pinna, autore di un libro e di vari saggi sulla 1^ Battaglia dei “Tre Monti”, è giunta sulla quota sommitale del Col del Rosso–Monte Melago, dove sorge il cippo dedicato alla Brigata “Sassari”. Incastonati nella già citata lapide di granito apposta nel 1997, i caratteri bronzei ricordano ai posteri che qui, nel gennaio 1918, i Reggimenti Sardi della Brigata “Sassari”, con la riconquista delle posizioni del Col del Rosso e del sottostante Col d’Echele, furono protagonisti della prima vittoria delle armi italiane dopo Caporetto, che valse alle Bandiere di Guerra dei due Reparti la seconda Medaglia d’Oro al Valor Militare. Il Canto del “Miserere”, intonato dal Coro di Aglientu-Tempio Pausania, ha accompagnato la deposizione di un cuscino di fiori bianchi e rossi in omaggio ai Figli di Sardegna ivi caduti nel gennaio 1918.
La giornata si è conclusa in Piazza II Risorgimento di Asiago, il salotto buono del Capoluogo Altopianese. Nella calda serata estiva, resa piacevole dalla leggera brezza che scendeva dai monti circostanti, dal palco realizzato per gli eventi celebrativi del Centenario della Grande Guerra il Coro di Aglientu–Tempio Pausania ha intrattenuto gli oltre 600 incuriositi e sempre più appassionati spettatori con i canti della nostra Isola, espressi nella tradizione gallurese e logudorese, sapientemente introdotti dal Maestro Giovanni Puggioni.
Il battimani ritmico del pubblico presente, che accompagnava il ritornello del “Nanneddu meu” e gli scroscianti applausi evidenziavano il gradito apprezzamento della popolazione locale per le nostre antiche e misteriose tradizioni.
ASIAGO, SACRARIO MILITARE DEL LEITEN, 26 LUGLIO 2015.
Con la celebrazione della Messa domenicale, officiata da Don Roberto Bonomo e accompagnata dai canti sacri del Coro di Aglientu –Tempio Pausania, si sono conclusi i tre giorni di attività celebrativa e storico-culturale nei luoghi della memoria.
Nel piazzale del Sacrario, che dall’alto del colle del Leiten domina la conca di Asiago, gremito di fedeli, le note del “Perdonu Deus meu” e del “Babbu Nostru” cantato da Luigino Cossu, accompagnato dalla chitarra di Giovanni Puggioni e dalle voci di Rosario Carboni, Alessio Bianco e Gigi Betza, hanno innalzato al cielo la preghiera espressa nell’antico idioma della nostra Terra, per tutti i Caduti, Italiani e Austroungarici, un tempo nemici e che ora, all’interno di quel Luogo Sacro, dormono insieme il sonno eterno.
Nella cripta d’Onore, dove riposano le spoglie di 12 dei 28 militari caduti sull’Altopiano e decorati con Medaglie d’Oro al Valor Militare, ai piedi delle sepolture marmoree del Serg. Magg. Ferdinando Podda da Loceri (OG) e del C.le Magg. Giuseppe Pintus da Assemini (CA), entrambi caduti a Monte Zebio il 10 giugno 1917, e del Col. Giovanni Antonio Aprosio da Vallecrosia (IM), Comandante del 151° Rgt. caduto a Col del Rosso il 28 gennaio 1918, è stata deposta una corona di alloro, omaggio dei Comuni della Sardegna ai nostri Eroi, mentre le note toccanti del “Miserere” innalzate dal Coro di Aglientu –Tempio Pausania echeggiavano sotto le volte del Sacro Tempio.
La visita, guidata dal Luog. Pinna, è proseguita all’interno del Monumento Ossario, una costruzione di marmo bianco, realizzata negli anni compresi tra il 1932 e il 1938 su progetto dell’Architetto Orfeo Orsato, rappresentante un cubo di 80 mt per lato e 8 mt di altezza, sormontato da un tempio a quattro archi romani, di 47 mt di altezza e perciò visibile da ogni parte dell’Altopiano, all’interno del quale è ubicata un’ara votiva. All’interno dei corridoi, nei colombari disposti a croce, riposano i resti di 34.286 soldati italiani e 20.000 soldati austro-ungarici caduti sull’Altopiano dei “Sette Comuni” nel corso della Prima Guerra Mondiale.
In corrispondenza delle lapidi commemorative ubicate agli angoli della struttura, il Luog. Pinna ha dato lettura del Bollettino di Guerra n. 981 del 30 gennaio 1918, eternato nel marmo: “ Valorose truppe della zona Altopiani hanno felicemente coronato l’azione da esse iniziate il giorno 27 ad est di Asiago, strappando al nemico munite posizioni ad occidente della Val Frenzela (…) Durante le azioni del 28 e 29 l’eroica Brigata “Sassari” (151° – 152°) ed in particolar modo il 151° Reggimento fanteria, riconfermò il valore della sua Gente e la gloria delle sue Bandiere (…)”.
Il canto del “Non potho reposare” dedicato ai nostri Caduti dal Coro di Aglientu-Tempio Pausania ha reso il momento ancor più emozionante e ci ha fatti sentire tutti ancor più orgogliosi della nostra Terra, delle nostre antiche tradizioni e della nostra gloriosa Storia.
NOALE (VE), 27 LUGLIO 2015.
Seduta alla scrivania di casa, cerco di riordinare gli appunti presi, cosciente che il resoconto che mi accingo a scrivere dovrà sacrificare alla sintesi pagine e pagine di emozionanti sensazioni ed esaltanti esperienze vissute nel corso degli ultimi tre giorni trascorsi sull’Altopiano dei “Sette Comuni”. Nella mia mente echeggiano ancora i canti degli Amici del Coro di Aglientu-Tempio Pausania, ai quali va il ringraziamento mio personale e dei Soci della mia Associazione, per aver arricchito e reso ancor più emozionante il percorso della visita ai Luoghi della Memoria.
Il doveroso ringraziamento va alle Amministrazioni Comunali di Asiago e di Foza e al Comitato dei Comuni della Sardegna, per aver conferito, con la loro presenza, importanza Istituzionale agli eventi celebrativi svoltisi in questi tre giorni sull’Altopiano.
Sentimenti di gratitudine vanno alla Schola Cantorum “San Matteo” di Asiago e alla sua Presidente, Professoressa Marina Strazzabosco, per aver accettato, anche quest’anno, l’apporto di collaborazione fornito dalla mia Associazione, teso a conferire alla Cerimonia del Cimitero di Guerra di Casara Zebio quel contributo culturale e di idee che, anno dopo anno, donano sempre più spessore all’evento. Un particolare ringraziamento va al Signor Giampaolo Strazzabosco, che si è occupato dei trasporti della comitiva per le impervie strade di montagna e curato, con il Luog. Pinna, tutti gli aspetti organizzativi della Cerimonia di Casara Zebio.
Voglio anche indirizzare uno speciale riconoscimento ai nostri soci che si sono maggiormente distinti per la loro assidua partecipazione e per essersi sempre resi concretamente disponibili dando il loro fattivo contributo alla buona riuscita della manifestazione. Un sentito grazie va, in particolare, a Rosanna, Lucia, Sabrina, Gianni, Pino e Massimiliano.
Infine, Antonio Pinna. Che dire di una persona che il Generale Nicolò Manca (non certo uno qualsiasi) definisce il più grande conoscitore e depositario della Storia della Brigata “Sassari”? Non basterebbero pagine di ringraziamento per quanto Tu, Antonio, hai fatto in questi tre giorni per la nostra Associazione, che nei suoi scopi statutari tende a rinsaldare i vincoli Storici e di Amicizia fra il Popolo Sardo e quello Veneto, nel comune vissuto dei momenti tragici della recente Storia d’Italia. Sei stato, come al solito, la perfetta guida storica nella visita ai Luoghi della Memoria, contribuendo ad arricchire, con le tue affascinanti e coinvolgenti spiegazioni, la nostra conoscenza su fatti ed eventi sui quali non finiamo mai d’imparare qualcosa di nuovo. Giorno dopo giorno continui, attraverso la tua consulenza storica, a proseguire il progetto di recupero dei luoghi cari alla memoria della Gente di Sardegna, in religioso silenzio – come dice il Gen. Manca – e, lontano dai clamori, continui a curare per il Comitato dei Comuni Sardi l’Area Sacra di Monte Zebio, sempre in ordine e perfetta agli occhi delle decine di migliaia di visitatori che ogni anno si avventurano fin lassù.
Mi rimangono impresse le parole pronunciate al termine della Cerimonia di Casara Zebio, dal Cav. Guido Carli, che da Assessore al Territorio del Comune di Asiago ha seguito l’evolversi del Progetto di recupero del Cimitero di Guerra di Casara Zebio. <<Tutto ciò che vedete – ha detto il Cav. Carli – è opera di Antonio Pinna che, dedicando tanto del suo tempo, ha curato la ricerca storica e i progetti che hanno portato al recupero dei siti storici della Brigata “Sassari” sull’Altopiano dei “Sette Comuni”. L’Amico Antonio, che si muove sui nostri monti come se fossero le vie del suo paese, conosce ogni parte dell’Altopiano con la padronanza e la competenza di chi ad Asiago sia nato e sia sempre vissuto>>.
Da Presidente dell’Associazione Culturale “Un Ponte fra Sardegna e Veneto” non posso che esprimere, ancora una volta, soddisfazione per l’ennesima dimostrazione di stima, amicizia e affetto della Comunità Altopianese verso un nostro corregionale e sottolineare come sia mia convinzione che il vero ponte fra Sardegna e Veneto sia impersonato proprio da Antonio Pinna e, facendomi anche interprete dei sentimenti di stima dei miei soci, posso anticipare che se lui riuscisse a trovare, fra i suoi tantissimi impegni, un po’ di tempo da dedicarci, ci farebbe molto piacere averlo come nostro Presidente Onorario.
Concludo con le parole finali della lettera fatta pervenire dalla Dottoressa Elena Donazzan, Assessore all’Istruzione, alla Formazione, al Lavoro e alle Pari Opportunità della Regione Veneto: <<Veneti e Sardi si unirono a difesa della “propria” terra, con a cuore un unico ideale di Patria. Nei combattimenti di Monte Zebio la Brigata “Sassari” dimostrò un senso del dovere e amor di Patria encomiabili. Manifestazioni come questa, contestualizzate tra gli eventi celebrativi del centenario della Prima Guerra Mondiale, sono importantissime in virtù del loro fondamentale ruolo di salvaguardia di un patrimonio storico comune che non possiamo permetterci di dimenticare o di perdere. In qualità di Assessore Regionale del Veneto, ma soprattutto in qualità di donna legata da un particolare affetto alle vicende storiche inerenti l’Altopiano di Asiago, non posso che esprimere nei Vostri confronti un’immensa gratitudine >>.
(*): Il Maestro Luigino Cossu mi spiega che <<il canto tradizionale a Tasgia è detto “Polivocale”, eseguito cioè da più voci, ognuna delle quali si sviluppa su linee melodiche diverse che, meravigliosamente, mescolandosi insieme, riescono a creare un’armonia. Nello specifico, il canto a Tasgia (così chiamato in Gallura; nelle altre zone della Sardegna è chiamato invece canto a Cuncordu) è sinonimo di armonia o canto. Questa ipotesi pare la più plausibile e veritiera. Pare addirittura che la parola Tasgia derivi dal termine “Ta-gà” che indica un momento liturgico particolare nel rito cristiano bizantino di epoca imperiale, giunto, non si sa come, ai giorni nostri. Se nel canto a Cuncordu si canta a quattro voci, il canto a Tasgia viene eseguito generalmente da cinque voci.>>
Ho partecipato a gran parte delle cerimonie tenutesi in questi tre giorni sulla Nostra Terra e per “Nostra” intendo Asiago e Sardegna.
Ho conosciuto e avuto modo di apprezzare la Dottoressa Elisa Sodde e gli Amici del Coro di Aglientu-Tempio Pausania: Giovanni, Rosario, Luigino, Gigi e Alessio, ai quali va il mio affetto, nonchè altri Amici Sardi e con loro ho condiviso momenti bellissimi e di grande emozione.
Per il Lgt Antonio Pinna … Ad Asiago, per tutti “Il Pinna”, ci vorrebbero molte parole e si sa’ che noi montanari non siamo di molte parole ma ci esprimiamo con sentimenti sinceri. Conosciuto da noi ormai da un ventennio, gode della stima di quanti hanno collaborato e lavorato con lui.
Auspico che “Un ponte fra Sardegna e Veneto” abbia un felice futuro.
Paola Benetti
Grazie Paola! Sei una Donna splendida.
Non vedo l’ora di poterti rivedere e riabbracciare.
Salutami gli Amici Asiaghesi: siete persone straordinarie.
W il Ponte fra Sardegna e Veneto!
A presto.
Elisa
Cara Presidente e cara amica Elisa,
ho letto tutto d’un fiato il tuo preciso, circostanziato e sentito articolo. Leggendolo, ho potuto richiamare alla mente i bei momenti vissuti sull’altopiano di Asiago, i sentimenti profondi che hanno animato ogni istante dei tre giorni della memoria, le emozioni forti che hanno accompagnato la visita ai luoghi sacri in cui tanti giovani hanno combattuto per la nostra Patria, perdendo la vita tra quei monti in cui oggi, per fortuna, " sono tornati a fiorire i prati ".
Voglio sottolineare che la memoria dei nostri Caduti è un dovere da tramandare alle nuove generazioni perché si rendano consapevoli del prezzo pagato per la libertà e la pace e della necessità di adoperarsi tutti perché non ci sia mai più la guerra.
Condivido infine la proposta riguardante un possibile impegno del Lgt Pinna nella conduzione della nostra associazione.
Voglio anche farti sapere che lo storico-giornalista Paolo Mieli presente ad Asiago per presentare il suo ultimo libro, ha voluto, prima dell’incontro con la cittadinanza, visitare il Museo all’Aperto della Grande Guerra, accompagnato dall’Assessore alla Cultura del comune di Asiago. Ha poi aperto l’incontro con parole di apprezzamento per chi ha lavorato al recupero dei luoghi interessati dai combattimenti, affermando che " sarebbe stato un delitto essere ad Asiago e non approfittare per per vedere le trincee … "
Cara Elisa, ancora un evento bello e riuscito da registrare negli annali di UN PONTE FRA SARDEGNA E VENETO.
Un caro saluto
Pino.
Si unisce mia moglie Lucia.
GRAZIE Pino e Lucia per le vostre parole, la vostra grande sensibilità e il vostro affetto.
Un forte abbraccio.
Elisa
Complimenti Elisa: bell’articolo!
Grazie, come sempre, per le belle parole di apprezzamento nei nostri confronti.
Ogni tanto, ritorniamo con i ricordi alle belle ed emozionanti giornate trascorse insieme a voi.
Sperando di rivederci tutti insieme al più presto,
vi saluto e vi abbraccio con grande affetto.
Luigino Cossu
Carissima Elisa,
Complimenti e Grazie per questo bellissimo articolo e per il supporto che l’Associazione "Un Ponte Fra Sardegna e Veneto’ ha voluto regalarci.Un Grazie di Cuore a tutti coloro, Veneti e Sardi, che hanno lavorato al recupero di queste Terre Sacre e a tutte le Associazioni che hanno organizzato l’Evento. Un Grazie particolare ad Antonio Pinna per le sue precise spiegazioni…un vero piacere ascoltarlo e seguirlo.
Grazie agli Amici Coristi con i quali ho condiviso “Tuddas et Lagrimas meda”, il ricordo e le emozioni di quei giorni saranno sempre con me.
Un consiglio agli amici.. visitate questi luoghi Sacri di Sardegna.
GRAZIE ancora a voi, Luigino e Luigi,
per esservi resi così sensibilmente disponibili – naturalmente, insieme a Giovanni, Rosario ed Alessio – e per aver arricchito, col vostro apporto professionale, le manifestazioni della memoria in Onore dei Caduti della nostra amata Terra di Sardegna.
Ricordando Loro, abbiamo colto, doverosamente, l’occasione per ricordare Tutti i Caduti, di ogni Regione d’Italia, che hanno dato la loro giovane vita per la nostra Libertà e a cui dobbiamo esser eternamente grati per il loro Grande Sacrificio.
Ricordo che quando Elisa, lo scorso mese di luglio, stava partendo per Asiago le dissi che quest’anno non avrei potuto essere fisicamente presente ma che, in realtà, lo sarei stato ugualmente … col Cuore!
Difatti, come si può non essere almeno idealmente presenti nei luoghi in cui vengono rievocati eventi così tragici e importanti per la nostra Patria, avvenuti ormai quasi un secolo fa?
Come si fa a non essere idealmente vicini a quei nostri Eroi, Sardi, Veneti e di tutte le regioni d’Italia, che in quei Luoghi Sacri soffrirono fame, freddo, malattie, disagi d’ogni genere, fino a giungere sovente all’immolazione delle loro giovani vite?!
La Dott.ssa Sodde scrive nel suo interessante articolo che una volta tornata a Noale, nella tranquillità della sua casa, aveva chiara la sensazione e l’emozione ” di sentire echeggiare nella sua mente i canti degli Amici del Coro di Aglientu Tempio Pausania … che arricchirono e resero ancor più emozionante il percorso della visita ai Luoghi “, dove anche oggi, a chi voglia ascoltare, par di sentire soffiare il vento lontano della Grande Guerra.
A me, che come detto, purtroppo, per problemi di salute, non sono potuto esser presente, par di sentire il respiro e la voce di quegli Eroi che ci dicono ” ricordati, amico, nipote, pronipote, che noi quassù abbiamo sofferto anche per te, affinché tu potessi essere un Uomo Libero e la tua Patria, la nostra Patria, bella, pulita, grande e stimata da tutti!!!
Ricordiamocele queste cose nei brutti momenti in cui viviamo, facciamo sì che il sacrificio di quei nostri ragazzi, Veneti, Sardi e di tutte le regioni d’Italia e delle popolazioni che in prima persona vissero il dramma della guerra per averla avuta in casa, che il pianto di quelle Madri, di quei Padri e di quei Fratelli, di quelle Mogli, di quelle Fidanzate, di quei Figli in tenera età e di quei Vecchi non sia stato vano!!!
Grazie Elisa Sodde, per averci fatto rivivere, con il tuo articolo e il tuo entusiasmo, momenti di autentica emozione.
Un immenso Grazie anche al Lgt (Ris.) Antonio Pinna, per l’encomiabile impegno da molti anni da Lei profuso affinché certe memorie non vadano perdute e possano giungere fino alle giovani e future generazioni.
Grazie a tutti coloro che hanno collaborato al buon esito di questa bella rievocazione e commemorazione!!!
Carlo Borghesan – Noale ( VE )
GRAZIE Carlo per le tue appassionate parole.
Sapevo che eri con noi col Cuore. Sei una persona di grande sensibilità ed eleganza.
Sono fortunata ad avere un Vicepresidente come te.
Un grande abbraccio.
Elisa
Ultima parte dell’articolo a firma di GIANPAOLO STRAZZABOSCO, apparso sul quindicinale ” L’Altopiano”, il 22 agosto 2015:
” … Sono ancora attraversato da quelle sonorità così profonde e solenni, da quelle 5 voci indipendenti ma libere di fondersi in un suono che parla all’anima. Ma più il tempo passa e più mi rendo conto che non è stato solo un evento musicale.
Sette anni fa pensammo alla Santa Messa nel cimitero della “Sassari” come ad una semplice espressione di pietas, un ricordo cristiano dei 218 lì sepolti e di tutti coloro che durante il conflitto lasciarono sui nostri monti la loro vita e il loro futuro. Ma entrare in quel cimitero, lo capiamo oggi, è stato come entrare nella casa di ogni sardo che lì ha un congiunto sepolto. Non potevamo immaginare quanto fosse vivo il ricordo della Sardegna per questi suoi giovani figli.
I 131 comuni sardi ai quali nel 2007 la Comunità Asiaghese ha donato la terra del cimitero sono l’espressione di questo ricordo . Essi sono rappresentati (dall’Ing. Antonio Quartu, Sindaco del Comune di Armungia) e qui da Antonio Pinna il quale, su loro mandato e in accordo con i nostri comuni, lavora, avvalendosi di manodopera locale, per la cura dei siti come il cimitero e per il recupero di altri luoghi della memoria della Brigata Sassari sull’Altopiano .
Come rappresentante dei “padroni di casa”, ed essendo storico della Brigata di livello indiscutibile, si presta volentieri al compito di cerimoniere e al termine della Santa Messa di fine luglio, con la rievocazione storica e con l’appello dei Caduti ci fa capire ogni volta di più il valore di ciò che stiamo facendo. I brani che egli sceglie sono come una lente d’ingrandimento; di una guerra che sconvolse l’Europa con milioni di soldati in campo, mette a fuoco storie particolari che fanno capire la tragedia di ognuno.
Così la S. Messa cantata al tramonto al cimitero di Casara Zebio sta crescendo e, come tanti figli, sta sviluppando un’identità per qualche verso inaspettata.
L’anno prossimo saranno cent’anni dalla morte dei ragazzi lì sepolti. Abbiamo un anno di tempo per pensare un ricordo degno del loro sacrificio.
Gianpaolo Strazzabosco “
Resoconto essenziale quasi stenografico, ma toccante. Persone e luoghi sono accostati con molto rispetto, dignità e quasi spersonalizzati dalla premessa dei rispettivi titoli culturali e professionali che, così, rende più solenne l’avvicinamento a uomini e a vicende che più che celebrate vanno ricordate perché sacrifici di questa portata non siano più necessari. L’assenza di retorica conferisce all’esposizione quel tocco di umiltà e di sereno equilibrio che esalta ancor meglio i valori profondi che esprime questa rivisitazione dei luoghi della Grande Guerra. E’ facile cadere in queste circostanze nella nostalgia e nella celebrazione, dimenticando che non si tratta del "buon temp antico", ma di una tragedia immane che deve rimanere impressa nella memoria e il cui ricordo, e quello delle persone che si sono immolate, va tenuto vivo non solo perché evoca valori e timori profondi, ma anche perché quel poco senso che hanno i conflitti bellici continui a essere solo quello di costituire grandi lezioni e occasioni per riflettere e migliorarsi.
Leggendo l’articolo, mi sono tornati in mente i racconti di mio nonno, quando, da bambina, ascoltavo le sue storie vissute durante la prima guerra mondiale. Ne ero affascinata, ma non avevo capito quanto difficile e triste fosse stato per lui.
Solo crescendo, ho capito perchè cambiava discorso quando ponevo domande più precise. I suoi silenzi in quei momenti, ora parlano!
Chissà cosa deve aver visto … ma, nonostante tutto, lui è stato fortunato perchè è potuto tornare a casa!
Credo, quindi, che commemorare e rendere Onore ai nostri Fratelli sardi sia doveroso da parte nostra. E’ un piccolo gesto che possiamo fare per ringraziarli di aver pagato con la loro Vita la nostra Libertà.
Un grazie di Cuore a tutti gli organizzatori.
Marina Porcu.
Aldo, più che un commento, questa mi pare un recensione … e che recensione!!!
Mille Grazie!
Spero di rivederti presto.
Elisa
Grazie Marina per la tua sentita testimonianza.
Che bella! Ti mando un abbraccio.
Anche io, in particolare da quando la nostra Associazione sta approfondendo questi temi, col preziosissimo supporto del Lgt (ris) Antonio Pinna, sto scoprendo tanti aspetti e pagine della Nostra Storia che non conoscevo. Aspetti, vicissitudini ed asprezze che sicuramente hanno forgiato il carattere e il profilo identitario dei nostri Avi e che, in qualche modo, sono state trasmesse anche a noi. Dobbiamo conoscerli meglio e continuare ad averne cura, tenendone vivo il ricordo e l’insegnamento.
Parlare dell’Altopiano di Asiago dovrebbe risultare facile, anzi abituale, per ogni sardo. Personalmente, ho letto e studiato quanto possibile sulla Prima Guerra Mondiale e sul mito della Brigata “Sassari”, fino farne una tesi di laurea … Eppure, posso affermare con certezza che avevo capito poco! Solo da questa esperienza, visitando quei luoghi, quelle montagne e quelle trincee ho conosciuto la verità.
Si resta incantati dalla bellezza dell’Altopiano e dalla purezza della sua aria, dalla gentilezza di chi vi abita e dai sapori dei loro cibi, ma da un viaggio fra i “Sette Comuni” non si può tornare indietro se non in preda a sentimenti contrastanti.
Non appena il sole dilaga su quelle meravigliose colline è ancora possibile distinguere uno per uno i crateri lasciati da bombe di vario calibro; visitare le trincee austriache ancora ben conservate significa calpestare decine di cadaveri mai disseppelliti; intonare un “Miserere” al tramonto, in un cimitero che ospita 218 “Sassarini”, e che la Comunità di Asiago ha donato ai Comuni sardi di cui erano originari quei Caduti, significa Onorare e chiedere Perdono a quei ventenni che solo ora tornano, simbolicamente, a casa.
E a questi sentimenti si aggiunge, purtroppo, una goccia di polemica, che nasce confrontando il religioso rispetto, che i “Sette Comuni” riservano ai loro monumenti commemorativi, con l’incuria e a volte con l’accanimento vandalico, che si può riscontrare nei Comuni sardi.
Parlare dell’Altopiano di Asiago ai nostri ragazzi dovrebbe diventare un obbligo da parte di scuole e famiglie, insegnando loro prima di tutto che la Prima guerra mondiale si è svolta cento anni fa fra i “Sette Comuni”, ma non è poi così lontana come può loro apparire, dal momento che ogni Comune sardo può deporre un fiore sulla tomba di un suo figlio che riposa lassù.
Parlare dell’Altopiano di Asiago deve quindi diventare azione quotidiana per tutti i sardi, i quali, spero, vorranno sempre più numerosi recarvisi di persona.
Alessio Bianco
Grazie Alessio per aver condiviso con noi questa tua interessante riflessione. Ci fa capire, una volta di più, l’importanza di questi luoghi della memoria, quindi la grande valenza didattica e divulgativa dei Musei all’aperto e dei Parchi storici-letterari, come quelli presenti sull’Altopiano dei “Sette Comuni” (grazie alla lungimiranza di chi ha contribuito a realizzarli); la necessità e l’utilità di aver sempre cura e rispetto dei nostri monumenti. Spesso basta molto poco: un po’ di buona educazione, buona volontà e … un briciolo di collaborazione da parte di tutti!
Io voglio ringraziare prima di tutto Elisa, la nostra Presidente, per averci dato modo di partecipare, ancora una volta, a questa importante e significativa iniziativa di carattere non solo storico ma anche culturale e, naturalmente, anche il Lgt Antonio Pinna per tutto ciò che fa e per la passione che trasmette nel raccontare gli eventi storici: se avessimo avuto un insegnante così, avremmo sicuramente amato molto di più studiare la storia!
Nel momento in cui io ed Elisa ci stavamo accingendo a legare il mazzetto di fiori su ognuna delle quattro croci dei giovani Caduti di Tempio che nell’occasione, sono stati ricordati in modo particolare (come spiegato nell’articolo), ci siamo sentite definire “Donne di Sardegna”, il mio pensiero è andato proprio alle mamme di quei poveri ragazzi che io mi sono sentita di rappresentare, in quanto mamma di un ragazzo della stessa età.
Poi, vorrei sottolineare l’emozione provata sentendo intonare i canti sardi in quei luoghi … sembrava veramente che le voci di Luigino, Giovanni, Rosario, Luigi ed Alessio, arrivassero fino al cielo a sfiorare le anime di quei poveri ragazzi. A distanza di due mesi circa, ancora quei canti mi ritornano in mente insieme a quelle intense emozioni.
Un sentito grazie a tutti, sardi e veneti che hanno partecipato e contribuito alla realizzazione delle celebrazioni, in particolare gli asiaghesi del Coro San Matteo, che con noi hanno voluto condividere emozioni, ricordi e canti.
Grazie a te Rosanna, per la presenza, l’attiva partecipazione, la sensibilità … e le tue parole.
Quest’anno, infatti, la presenza della Campana del Centenario (che, con i suoi lenti rintocchi, ha accompagnato la lettura di ognuno dei 218 nomi dei Caduti) insieme alle voci sarde del Coro di Aglientu-Tempio Pausania che si sono unite a quelle venete del Coro San Matteo di Asiago, alla messa officiata da Don Bonomo e alla appassionata rievocazione storica curata dal Lgt (ris) Antonio Pinna, hanno reso ancor più intensa, evocativa e significativa la cerimonia commemorativa. Chissà che l’anno prossimo non si riesca ad aggiungere qualche altro particolare o fare ancor meglio!
Partecipare alla commemorazione del Monte Zebio a luglio ha significato prendere coscienza dell’emorme sacrificio dei coraggiosi giovani della Sardegna. Coraggiosi perchè giovanissimi sono andati a difendere i nostri confini e tante altre persone che, probabilmente, nemmeno capivano, viste le differenze dialettali, ma che sentivano di dover fare per amore della Patria. Hanno lasciato spensieratezza, affetti e vita, per trovarsi a tratti impontenti e privi di mezzi lì sullo Zebio. Quel giorno … Il camminamento austriaco, il filo spinato, quella vista su un panorama di pace ora, ma di morte allora; e, sopratutto, il racconto dettagliato del Luogotenente Antonio Pinna, con la sua passione e amore per questa parte importante di storia della Sardegna e per questi ragazzi, con le sue ricostruzioni storiche, la lettura di passi della memorialistica di guerra che non conoscevamo, mi ha portato indietro a 100 anni fa, dove tutto avvenne e dove si decisero tante sorti e sono riusciti a spiegare ciò che anni di studi a scuola non hanno fatto!
Noi siamo quello che siamo perchè altri ce lo hanno permesso. Non bisogna dimenticare e noi non lo faremo mai, grazie a chi, per amore della storia del grande sacrificio della Brigata “Sassari”, ci ha dato modo di conoscere e capire.
Grazie Martina per la tua testimonianza e importante riflessione.
Riporterò al Lgt Antonio Pinna le tue considerazioni, insieme a quelle di tutti gli altri che hanno avuto parole di meritato elogio nei suoi confronti.
La nostra Associazione continuerà a dare il suo piccolo contributo per NON DIMENTICARE Chi ha dato la vita per Tutti Noi e per divulgare anche questa parte di storia poco conosciuta della Sardegna che si interseca e si unisce a quella del Veneto, appunto all’insegna di una “fratellanza” sorta proprio un secolo fa, all’epoca di quei tragici eventi.
Mi spiace enormemente non esserci stato quest’anno. Mi commuovo leggendo questo articolo. Leggendo di queste rievocazioni ed essendo stato presente a quella dell’anno scorso, riesco ad immaginare le dure vicissitudini in cui si sono imbattuti cento anni fa i nostri valorosi soldati sardi al fronte; quello che hanno provato nell’attraversare il mare e lontani dai loro affetti e dalla Terra natia. Penso, sopratutto, a quelli che non hanno più potuto far ritorno alla loro amata Isola.
Voglio esprimere un Grazie ad Elisa Sodde e al Lgt (ris) Antonio Pinna che con la loro opera rendono Onore a questi Eroi e fanno conoscere alle nuove generazioni aspetti di una tragedia mondiale che ha sconvolto l’intera generazione di coraggiosi giovani. Un Grazie anche agli abitanti dell’Altopiano che, insieme all’infaticabile Lgt Pinna, si prendono cura con affetto e riconoscenza dei resti dei soldati che riposano in quelle terre.
Spero vivamente di non mancare al prossimo appuntamento.
Marco Obinu
Grazie Marco per le tue parole e per aver voluto condividere con noi la tua profondità d’animo. Ci sei mancato quest’anno!
Ci auguriamo di avere te e Stefania con noi il prossimo anno e poter esser ancora più numerosi ai prossimi appuntamenti commemorativi.
Carissima Elisa,
volevo sinceramente complimentarmi con te per il tuo splendido articolo in cui hai descritto i tre giorni di commemorazione che abbiamo trascorso sull’Altopiano. Leggendolo, anche a distanza di tanti giorni, rivivo quei momenti e quelle emozioni.
Grazie a te, è il secondo anno consecutivo che con mia moglie Rosanna vi partecipo e ancorché vecchio soldato abituato alle tante cerimonie tipicamente militari e a quelle commemorative, ho provato anche quest’anno fremiti ed emozioni nuove e di particolare intensità.
Camminare in quelle trincee, calpestare quei prati, posare personalmente le ciotole di fiori ai piedi dei vari monumenti commemorativi dei caduti della Brigata “Sassari”, guardare in religioso silenzio quelle 218 croci… Indescrivibili e profonde emozioni che quest’anno sono state particolarmente amplificate dai canti sacri del Coro di Aglientu – Tempio Pausania, cinque uomini di Sardegna in velluto nero e candide camicie che hanno infatti reso ancor più toccanti e dense di significato le commemorazioni in memoria di quei ragazzi di Sardegna sepolti lassù.
È stato un evento straordinario, siamo fieri per avervi preso parte e ringraziamo te per il tuo impegno, il Luogotenente Pinna per la sua impareggiabile guida e consulenza storica e quanti si sono prodigati per la perfetta riuscita della manifestazione.
Gianni Luce
Grazie Gianni per le tue parole, la sensibilità e il fraterno affetto che da esse traspare. Ormai, tu e Rosanna siete due pilasti portanti della nostra Associazione.
Sono sicura che tutti insieme porteremo avanti ancora tante altre significative iniziative.
Un abbraccio a tutta la famiglia.
Un sentito ringraziamento ad Antonio Pinna che dedica la sua vita e un plauso all’associazione e ad Elisa che ha sposato questa causa. Grazie!
Grazie Mario! Ti aspettiamo l’anno prossimo, insieme agli amici antiochensi.
Farò di tutto per essere presente! Grazie Elisa
Con piacere, dedicandola a tutti i nostri Soci e simpatizzanti,
pubblico la gradita lettera inviatami dalla Presidente della Schola Cantorum San Matteo di Asiago:
Al Presidente dell’Associazione Culturale “Un ponte fra Sardegna e Veneto”
Dr.ssa Elisa Sodde
Cara Elisa,
Sono passati quasi due mesi dagli intensissimi giorni in cui abbiamo ricordato insieme la Brigata “Sassari” e i suoi Caduti sull’Altopiano. E’ finita anche l’estate e tra qualche giorno la transumanza restituirà al silenzio le nostre montagne. Ma camminando in quel silenzio sentirò sempre le sonorità così forti, particolari e meravigliose che ci hanno accompagnato nei giorni di fine luglio. E mi resta l’ammirazione per l’attaccamento ai vostri Caduti e alla Brigata.
Voglio ringraziare l’Associazione che rappresenti e te personalmente per l’impegno che profondete nel costruire quel ponte. Credo che uno dei suoi pilastri più solidi abbia le fondamenta sullo Zebio, proprio in quel piccolo cimitero che sta diventando un punto di unione tra due comunità così lontane ma, più si conoscono, così simili tra loro.
Nel ringraziamento che ho inviato ai Sindaci di Armungia e Asiago ho ribadito il nostro impegno per i prossimi anni per la S.Messa cantata al cimitero. Ho ricordato che nel 2016 ricorreranno i 100 anni dalla morte dei sassarini lì sepolti. Certo è che una degna commemorazione del centenario va ben oltre le nostre competenze. Noi comunque saremo ben lieti di collaborare affinchè i Caduti possano essere ricordati come meritano.
Spero ci potremo ritrovare l’estate prossima per la S.Messa cantata che sarà occasione per approfondire la nostra conoscenza e collaborazione.
Ancora grazie a te e a “Un ponte fra Sardegna e Veneto”.
Schola Cantorum S.Matteo Asiago
Asiago, settembre 2015
Il Presidente
Marina Strazzabosco