La Sardegna mantiene il suo appeal, piace e attira sempre più turisti secondo quanto emerso dall’indagine «Turismo digitale: la web reputation delle Regioni italiane -Destinazioni e nuove fonti informative del turista», presentata lo scorso 21 luglio a Milano, da Reputation Manager e da Networklab laboratorio digital marketing dell’Università Politecnica delle Marche. Gli utenti del web associano sempre più spesso l’isola con il fascino di storia, tradizioni e cultura. Allora che fare? Ecco alcuni consigli letterari per scoprire una Sardegna insolita, diversa da quella smeraldizzata.
1) ESSERE TRAVOLTI DAL CONTRASTO ENTROTERRA – COSTE Come suggerisce Marcello Fois nel libro “In Sardegna non c’è il mare”, dovete provare il fascino dell’entroterra sardo. «Il territorio barbaricino rifiuta, direi quasi geneticamente, il concetto di “divertimentificio”, la costa barbaricina rifiuta la condizione di “Caraibi del Mediterraneo”, che tanto piace ai tour operators improvvisati e ai turisti da gossip. Chi passasse per mare dalla costa gallurese, quella dove è sempre estate, a quella barbaricina dove le stagioni si alternano, vedrebbe a occhio nudo la differenza. La Barbagia ha quella profondità di territorio vivo, che differenzia il viaggiatore dal vacanziere. Se veniste da queste parti, dunque, dove sono nato io, dovreste affrontare il tratto più straordinario dell’intera strada statale 131, dal mare fino all’interno, salendo appena sareste gratificati nella vista e nell’olfatto. Da Olbia a Nuoro tutto profuma».
2) VIVERE IL CARNEVALE ESTIVO Il carnevale, in Sardegna, non è un appuntamento riservato solo al freddo inverno, potete viverlo anche d’estate. A Orotelli, ad esempio, ogni anno si svolge la sfilata dei Thurpos. Lo scrittore Salvatore Cambosu, descrive con minuzia queste figure della tradizione: «Partiti a cavallo alla prima alba, imbacuccati nei loro cappotti di orbace nero, con i cappucci puntuti rialzati sembravano gente di inferno. Neri anche i cavalli, finchè non fu come se qualcuno fosse riuscito a incendiare, a levante il bosco umido. Era l’aurora».
3) INCONTRARE PERSONE ZEN Se cerchi la pace e la tranquillità questa è l’isola giusta. Il Prof. Giulio Giacobbe, nel libro “Come diventare un Buddha in 5 settimane” scriveva: «Non occorre andare il Cina o in Giappone per incontrare persone zen. Basta andare in Sardegna. Un giorno a Orgosolo incontrai un pastore. Gli chiesi: “Cosa fa tutto il giorno?” “Guardo le pecore”. “E a cosa pensa?” “A cosa devo pensare? Che non me le rubino!”. La presenza nella realtà non ha bisogno di spiegazioni».
4) VISITARE LE CHIESETTE CAMPESTRI DALLA TRADIZIONE LEGGENDARIA Grazia Deledda diceva che «Non c’è Madonna che non abbia la sua storia, e quasi tutte le chiese, specialmente le chiesette di campagna, le piccole chiese brune perdute nelle pianure desolate o nei monti solitari, e che hanno l’impronta delle costruzioni pisane o andaluse, sono circondate da una tradizione semplice o leggendaria».
5) PROVARE IL NEPENTE DI OLIENA, POESIA DELLA TERRA Il consiglio arriva direttamente dal vate Gabriele D’Annunzio: «Non conoscete il Nepente d’Oliena neppure per fama? Ahi, lasso! Io son certo che, se ne beveste un sorso, non vorreste mai più partirvi dall’ombra delle candide rupi, e scegliereste per vostro eremo una di quelle cellette scarpellate nel macigno che i Sardi chiamano Domos de Janas, per quivi spugnosamente vivere in estasi fra caratello e quarteruolo».
Avvertimento: al rientro, i vostri bagagli peseranno di più – di profumi, di bellezze, di sapori, di avventure, di emozioni.
Foto di Sa Perda Stampara – Marina di Gairo – Ogliastra.