di Francesca Mulas
“Il professor Laner mi attribuisce quella testa del pugilatore di Mont’e Prama? Beh, non posso che esserne lusingato: quelle sculture sono di una bellezza straordinaria. Però no, non l’ho scolpita io.” Lo scultore Pinuccio Sciola è stato chiamato in causa da Franco Laner, architetto veneto e docente universitario a Venezia, a proposito delle statue nuragiche di Mont’e Prama: “La testa del pugilatore sarebbe un clamoroso falso”, ha sostenuto. E ha avanzato l’ipotesi che a realizzarlo sia stato proprio Sciola. Il quale, alla notizia, reagisce con una colossale risata. E si fa un po’ di fatica a convincerlo che non è uno scherzo. Quando gli è chiaro che Laner parla ‘sul serio’, allora anche lui decide di farlo. E coglie l’occasione per dire alcune cose a cui tiene sulla Sardegna e sul vero autore dei giganti: un uomo venuto dall’Oriente.
Dunque Sciola, confessi: ha contraffatto lei quella testa nuragica insieme a Giovanni Lilliu? E’ un sospetto che contiene un grandissimo complimento, ma la verità è che non mi sono mai permesso di contraffare le opere di altri o di copiarne il lavoro. Anche Michelangelo era stato accusato di aver fatto falsi, innamorato com’era della scultura classica. Però la sua firma era ben riconoscibile, così come credo che anche i miei lavori abbiano un’identità precisa. Poi se qualcuno vuole vedere nei miei segni una continuità della cultura della pietra è appunto un complimento che accetto volentieri, mi piace che mi si riporti indietro nel tempo visto che ho milioni di anni sulle spalle… Ma da un punto di vista morale non ho mai pensato di contraffare e spacciare opere mie per altri periodi o mani. Certo, ero amico di Lilliu, ho studiato archeologia, non l’ho mai nascosto, ma non ho falsificato nulla. E questo lo dico restando fermo nelle mie convinzioni: quella testa non è stata scolpita da un artista sardo.
Ma come, non stiamo parlando delle sculture nuragiche di Mont’e Prama? Sono opere meravigliose, certo, ma non le hanno fatte i Sardi. Sono state create da un artista arrivato da fuori, dall’Oriente o comunque di cultura orientale. Non hanno niente in comune con il resto della cultura nuragica, nulla in comune con i bronzetti, con le nostre straordinarie architetture.
Quindi neanche lei è d’accordo con Lilliu? Secondo lui e secondo molti altri archeologi le sculture dei Giganti riproducevano, in grande, i piccoli bronzetti, entrambe espressione dell’arte nuragica. Attorno a Mont’e Prama si sta creando una psicosi assurda: sono certamente bei manufatti, ma non hanno nulla a che vedere con la cultura nuragica. Non dico che siano più o meno importanti, dico solo che si tratta di qualcosa che ci hanno portato dall’esterno, creato materialmente qui ma da un artista di fuori. Stiamo dimenticando che abbiamo una cultura unica e nostra, con caratteri simili in tutta l’isola di architettura, arte, scultura. Per quanto i Giganti siano sculture di grandissima potenza non possono certo sostituire la potenza della nostra arte. E comunque confermano la centralità della Sardegna nel Mediterraneo.
Perché? Quel ragazzo veniva dall’Oriente e cercava proprio l’isola di cui parla Platone: si diceva che oltre le colonne d’Ercole, tra Sicilia e Tunisia, ci fosse un’ ‘isola turrita’ dove non si moriva mai. Pensi, Platone parlava della Sardegna, e già all’epoca eravamo famosi per la nostra longevità.
Stiamo tornando sull’identificazione della Sardegna in Atlantide? Non lo escluderei, di sicuro non credo che uno tsunami abbia spazzato via tutto, ma quell’isola turrita non può che essere la Sardegna. E questo scultore che è venuto a Cabras cercava proprio l’isola di cui parla Platone. Ha lavorato solo a Mont’e Prama e non ha lasciato altro di sé nel resto dell’isola, questo è certo, tra l’altro non aveva neanche una grande perizia dato che ha usato una pietra tufacea che si lavora con un coltellino, ha fatto quelle caviglie troppo sottili, così deboli che sono tutte spezzate. Ha creato delle belle statue, ma diciamocelo: come scultore era un po’ ingenuo.
* SardiniaPost