Quali sono gli ingredienti giusti per una conferenza riuscita, anzi per ben due riuscitissimi incontri? Che cosa fa sì che ci si alzi col cuore leggero da questi incontri?
Queste le domande che mi sono posta dopo un fine settimana, venerdì 22 e sabato 23 maggio, all’insegna della cultura. Organizzate dall’Associazione regionale Sarda di Ginevra e dal Circolo sardo Nuraghe di Losanna, si sono tenute due interessantissime conferenze patrocinate dalla Federazione dei Circoli Sardi in Svizzera e dalla R.A.S., e magistralmente guidate dal Prof. Sergio Sotgiu, sulla figura di Sebastiano Satta poeta, e l’eredità della Grande Guerra, nel centenario, giorno per giorno, dell’entrata in guerra dell’Italia.
Certamente un buon conferenziere, accattivante e intelligente, capace di sondare il pubblico, di adattare il suo linguaggio.
Certamente, ancora, un argomento interessante, coinvolgente, accessibile alla maggior parte dei presenti… ma ancora?
Un buon e bel pubblico, vivace, attento, interessato e interessante, aperto, generoso… A ben guardare un circolo chiuso in cui gli ingredienti si ripetono.
Ecco! In questo mini ciclo, tutti gli ingredienti c’erano. Non solo c’erano ma si sono amalgamati seguendo un perfetto dosaggio.
Il Prof. Sotgiu ci ha poeticamente trasportati nel mondo di Sebastiano Satta, così noto, così sconosciuto, un mondo difficile, fatto di tradizione (Chi di noi presenti dimenticherà più la spiegazione filologica della stessa parola?) rassicurante, ma ormai alle porte di un “futuro” incomprensibile, difficile da accettare, ma sempre più presente. Lo stesso minaccioso futuro che evolverà drammaticamente nel corso della I Guerra Mondiale, ormai dietro l’angolo.
Tanti gli spunti forniti da queste due tematiche non così slegate come sembrerebbe a prima vista.
Dal ruolo del poeta in generale e in particolare, alla posizione di Sebastiano Satta nell’attuale cultura sarda e in quella italiana, alla pesante eredità di un conflitto che ha cambiato il mondo, non solo fisicamente ma anche mentalmente e moralmente.
Appassionate le riflessioni, sulla vita, ma soprattutto sulla morte, fil-rouge onnipresente nelle poesie e nelle drammatiche immagini scelte dal Prof. Sotgiu.
Riflessioni alleggerite come sempre e fortunatamente dai profumati e gustosissimi “appustisi”, “after” conferenza, preparati col cuore dai membri dei due circoli, momenti perfetti per scambiare, riallacciare, approfondire, fare nuove promettenti scoperte.
Complimenti ai membri dei due circoli sardi in Svizzera e alla loro federazione per saper frequentemente promuovere e regalare momenti storici e culturali sardi di ottimo livello.
Importante : ” Certamente un buon conferenziere, accattivante e intelligente, capace di sondare il pubblico, di adattare il suo linguaggio “
Grazie al Prof. Sotgiu per avermi/ci commossi, per la sua umanità e modestia. Un vero Maestro!