“La Sardegna non è un’isola”: questo il titolo del convegno cui ha partecipato, nella sede della Fondazione Banco di Sardegna a Cagliari, il presidente della Regione Francesco Pigliaru. Organizzato dalla Fondazione insieme all’associazione “A buon diritto”, l’incontro era incentrato sulla presentazione del rapporto “Flussi migratori e accoglienza 2011-2014”. I lavori sono stati aperti dal presidente della Commissione Diritti Umani del Senato Luigi Manconi, che ha sottolineato come le questioni che l’immigrazione pone alla Sardegna non siano diverse da quelle che pone a tutto il continente europeo. È spettato alla responsabile della ricerca “Accoglienza in Sardegna” Valentina Brinis presentare e illustrare i dati del rapporto. Antonello Cabras, presidente della Fondazione Banco di Sardegna, ha sottolineato come sia importante rovesciare la prospettiva, evidenziando il legame tra spopolamento e crisi, così da sviluppare un’azione più forte, a cominciare dall’accoglienza nelle università sarde di studenti provenienti dalla sponda sud del Mediterraneo. A questo proposito Cabras ha annunciato la creazione da parte della Fondazione di 100 borse di studio destinate a questo scopo, a partire dal prossimo anno. Nel suo intervento il presidente della Regione Francesco Pigliaru ha fatto il punto partendo dal contesto europeo delle politiche sull’immigrazione. “La strada è ancora lunga”, ha spiegato Francesco Pigliaru. “Qualunque sia lo scenario finale, una cosa è certa: dobbiamo essere pronti ad accogliere. Non possiamo farci trovare impreparati, nella prima e soprattutto nella seconda accoglienza; al contrario, dobbiamo essere nelle condizioni di governare il flusso. Come Regione Sardegna, lavoriamo su un modello sardo di accoglienza partecipata che sia sostenibile per i territori e rispettoso delle persone da accogliere, valorizzando anche le esperienze, le risorse e le competenze, proprio quelle di cui parliamo oggi. Si tratta dunque di affrontare il problema dell’accoglienza e dell’integrazione nei territori, ma anche di investire nella cooperazione con alcuni dei Paesi di provenienza degli immigrati. L’esperienza in corso anche Programma ENPI, con i tanti progetti realizzati e in corso in diversi settori chiave per lo sviluppo – ha concluso il presidente della Regione -, ci ha dimostrato come lo spazio del Mediterraneo possa essere non solo un luogo di tragedie ma anche di costruzione di futuro e di dialogo.”