GIRO D’ITALIA 2015: FABIO ARU SENZA PAURA. SULL’ABETONE GIUNGE TERZO. ORA NELLA “GENERALE” E’ 2° DIETRO CONTADOR


Fabio Aru non ha paura. Nemmeno di chi ha vinto un Giro d’Italia, due Tour de France e tre edizioni della Vuelta: perché oggi, nel primo, vero duello della carriera, Aru ha affrontato a viso aperto Contador. E, seppur per una manciata di metri tradotti in 4” di abbuono, lo ha battuto.

Si arrivava all’Abetone, casa di Zenò Colo, mito della montagna: questa era, infatti, la prima montagna del Giro 2015, senza nulla togliere alle emozioni della Liguria. Una salita certamente non paragonabile a quelle che dovranno essere affrontate sulle Alpi, ma in ogni caso un test molto importante in chiave classifica finale. Oggi non si vinceva il Giro: al massimo lo si poteva perdere. L’impressione, ad esempio, è che il minuto e ventidue secondi sin qui accumulato da Rigoberto Urán rispetto a Contador possa tenerlo fuori dai giochi per il successo finale, proprio perché il madrileno, Aru e Richie Porte hanno dato l’idea di essere ad un livello superiore.

Sulla salita odierna sono emerse le principali caratteristiche del fuoriclasse spagnolo e del giovane astro sardo: cambio di passo impressionante per il primo, capace di mantenersi sui pedali in costante forcing per parecchie centinaia di metri; motore più “diesel” per il secondo, che dopo un primo attimo di apparente affaticamento si riporta sul rivale assieme a Porte. Poi entra in scena Landa, a sancire la superiorità dell’Astana come squadra e a mettere in ghiaccio la situazione sino al volatone finale; Fabio, di potenza e di orgoglio, parte a quasi 300 metri dal traguardo e non permette a nessuno dei due contendenti nemmeno di affiancarlo, sfiorando anzi il sorpasso in extremis a Sylvain Chavanel che, con Contador fuori dal podio, avrebbe significato la prima maglia rosa della carriera. Poco importa: il sardo è lì, a 2” dal favoritissimo. Le tappe di una certa difficoltà sono appena iniziate e il quasi venticinquenne di Villacidro ha dimostrato di non avere alcuna paura.

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