GRANDIOSO SUCCESSO A TRIESTE DELLA CELEBRAZIONE F.A.S.I. DE “SA DIE DE SA SARDIGNA” – FESTA DEL POPOLO SARDO, DEDICATA AL CENTENARIO DELLA BRIGATA “SASSARI” NELLA GRANDE GUERRA


di Paolo Pulina

Da giovedì 7 maggio a domenica 10 maggio 2015, la comunità sarda della regione Friuli Venezia Giulia con la FASI (Federazione delle 70 Associazioni Sarde in Italia) ha celebrato “Sa Die de sa Sardigna”- Festa del Popolo Sardo a Udine, Redipuglia e Trieste ricordando il Centenario della Brigata “Sassari” nella Grande Guerra. La Brigata “Sassari” fu costituita come reparto a reclutamento regionale nel 1915, al momento dell’ingresso dell’Italia nella Grande Guerra. I fanti sardi combatterono sul Carso e sull’Altipiano di Asiago, dando notevoli e ripetute prove di valore.

Ha scritto lo storico Manlio Brigaglia nella prefazione al fondamentale studio di Giuseppina Fois “Storia della Brigata ‘Sassari’”: «Le fonti ufficiali assegnano alla Sardegna 13.602 caduti nella Grande Guerra, cioè 138,6 morti su ogni 1.000 sardi chiamati alle armi, una cifra di gran lunga superiore alla media nazionale, 104,9. Le perdite della sola Brigata, invece, ammonterebbero a 140-150 ufficiali e 1.600-2.000 militari di truppa morti, cui vanno aggiunti 400 feriti, mutilati o dispersi tra gli ufficiali e 11.000-12.000 feriti, mutilati o dispersi tra i militari di truppa».

A San Martino del Carso è stato eretto un cippo a ricordo del sacrificio degli uomini della “Sassari” nella Prima guerra mondiale.

Le manifestazioni commemorative, organizzate nell’ambito del Programma di attività del Comitato Sardo per il Centenario della Grande Guerra con il patrocinio della Regione Autonoma della Sardegna, sono state condivise dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e dal Comune di Trieste.

Nel pomeriggio di giovedì 7 a Udine, nell’Aula Magna del Liceo classico “J. Stellini”, si è tenuto un corso di formazione per insegnanti dal titolo “Insegnare la Grande Guerra” (aperto anche agli studenti che frequentano il Tirocinio Formativo Attivo presso l’Università degli Studi di Udine e di Trieste).

Nella mattinata di venerdì 8, nello stesso Liceo, si è svolto un incontro rivolto agli studenti, coordinato dal preside Giuseppe Santoro, sul tema: “Il paese più straziato: la Grande Guerra e la contemporaneità”, con interventi di Aldo Accardo (presidente del Comitato Sardo per il Centenario della Grande Guerra) e di Enrico Pino (Generale C.A. – AUS – già Comandante della Brigata “Sassari”).

Nel pomeriggio di venerdì 8, a Trieste, al Molo IV, in uno spazio denominato “Sapori e Suoni di Sardegna”, come evento collaterale, è stata inaugurata “Sarda Tellus”, mostra mercato e degustazione della produzione enogastronomica a cura della Coldiretti di Sassari in collaborazione con la Coldiretti di Trieste, con esibizione del coro di Uri. In serata cena preparata dalla Coldiretti di Sassari.

È seguito “Il Banchetto del Buonumore: i Sardi della Brigata ‘Sassari’, la Grande Guerra e la buona cucina” – Reading teatrale a cura degli attori Elisa Pistis e Diego Coscia – Compagnia Fronda Anomala.

La celebrazione ufficiale si è aperta nella tarda mattinata di sabato 9 maggio al Sacrario Militare di Redipuglia. L’omaggio ai Caduti è stato reso dal rappresentante del Governo, il sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi, dalla Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani (il Presidente della Regione Autonoma della Sardegna, Francesco Pigliaru, era rimasto bloccato a Fiumicino, aeroporto ancora in tilt per l’incendio al terminal 3, e solo nel primo pomeriggio ha raggiunto Trieste), dal Comandante Militare Esercito “Friuli Venezia Giulia”, generale Alessandro Guarisco, dal Comandante della Brigata “Sassari”, generale Arturo Nitti, e dalla presidente della FASI, Serafina Mascia. A far gli onori di casa il sindaco di Fogliano Redipuglia, Antonio Calligaris.

Una corona d’alloro della Regione Autonoma della Sardegna è stata deposta ai piedi della tomba del Comandante della Terza Armata, con gli Onori ai Caduti resi da un Reparto d’Onore dell’Esercito FVG. Dopo la lettura di una preghiera da parte del cappellano militare del Sacrario, don Sigismondo Schiavone, i cori di Uri e “Urisè” (di Orosei) invitati dalla FASI hanno intonato alcuni canti, in lingua sarda, a ricordo della partecipazione dei fanti della “Sassari” alla Grande Guerra.

Ha detto la presidente Serracchiani: «Siamo qui per ricordare chi ha combattuto nella Grande Guerra e per onorare i Caduti, che furono purtroppo tanti, senza dimenticare gli atti di eroismo. Ma ci siamo trovati anche per rinsaldare il forte legame tra due Regioni autonome, la Sardegna e il Friuli Venezia Giulia. Giochiamo una partita comune che è quella della specialità dell’autonomia, per essere indispensabili e governare bene nell’interesse del nostro Paese».

Alle 16.00, nell’Auditorium del Museo Revoltella, il Presidente Francesco Pigliaru e la Presidente Debora Serracchiani hanno partecipato al convegno sul futuro della specialità delle Regioni autonome, che ha visto come relatori costituzionalisti delle Università delle due regioni FVG e Sardegna: Omar Chessa, Gianmario Demuro, Paolo Giangaspero, Elena D’Orlando.

In serata, al Molo IV, nella sala teatro, il Presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru ha salutato i partecipanti dei circoli sardi FASI provenienti da tutta Italia intrattenendosi poi informalmente con loro nella sala Agorà dove si è svolta la cena preparata dalla Coldiretti di Sassari.

A seguire il recital “La guerra di Giovanni” con Edoardo Pittalis e Gualtiero Bertelli, esibizione del coro “Urisè”, la danza di Claudia Tronci, le launeddas e l’organetto diatonico di Jonathan Della Marianna e Paride Peddio.  

Domenica 10 maggio, alle ore 10.00, si è svolta la solenne cerimonia al Castello di San Giusto dove il 4 novembre 1918 fu issato il primo tricolore, mentre le campane delle chiese cittadine suonavano a festa per la vittoria. Le massime autorità regionali, cittadine, religiose e militari (la Regione sarda era rappresentata dall’assessore Gianmario Demuro) oltre a molti degli emigrati sardi dei Circoli FASI convenuti a Trieste, guidati da Serafina Mascia, schierati riverentemente con le bandiere dei Quattro Mori, hanno presenziato a una cerimonia davanti al monumento ai Caduti.

Alle 11.00 in Piazza Unità d’Italia, simbolo della città libera, celebrazione solenne de “Sa Die de sa Sardigna” dedicata al Centenario della Brigata Sassari nella Grande Guerra. Centinaia di sardi emigrati, in un tripudio di bandiere con i Quattro Mori e di fazzoletti bianco-rossi, hanno ascoltato i discorsi ufficiali pronunciati dalle autorità civili e militari. Sono intervenuti: Salvatore Dore (presidente Circolo Sardi di Trieste), Roberto Cosolini (sindaco di Trieste), Serafina Mascia (presidente della FASI), Tonino Mulas (presidente onorario della FASI), Stefano Pilu (presidente dei Circoli Sardi del FVG), Aldo Accardo (presidente del Comitato Sardo per il Centenario della Grande Guerra), Arturo Nitti (Comandante della Brigata “Sassari”), Michele Cossa (Presidenza Consiglio Regionale della Sardegna), Gianmario Demuro (Assessore degli Affari Generali della Regione Autonoma della Sardegna) e Gianni Torrenti (Assessore alla Cultura della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia).

Demuro ha ricordato la costruzione dell’autonomia «nell’ambito di un disegno costituzionale che ci tiene tutti assieme, ognuno con le proprie diversità e le proprie culture, anche grazie al sacrificio di tutti i militari sardi che parteciparono alla Grande Guerra».

Torrenti ha detto: «Uno stretto legame avvicina e unisce Sardegna e Friuli Venezia Giulia. La “Sassari” – dapprima divisione, poi reggimento e oggi brigata con sedi a Cagliari e Sassari – ha legato per molti anni la sua tradizione a Trieste: nella caserma cittadina di via Rossetti, infatti, i giovani soldati sardi fecero il loro servizio di leva dapprima dal 1926 al 1943 e, in seguito, dal 1962 al 1975. Negli ultimi due anni, abbiamo compreso che la storia della Brigata “Sassari” è scolpita nella memoria, nei ricordi di tutto il Friuli Venezia Giulia, collegata alla Prima guerra mondiale e al sacrificio dei soldati sardi, “i diavoli rossi” come vennero chiamati, sul Carso, sull’Isonzo e sul Piave nel corso della Grande Guerra. Questo per la storia. Oggi la realtà ci dice che i sardi in Friuli Venezia Giulia e a Trieste sono una delle componenti, perfettamente integrate e attive, che fanno della nostra terra un vero e armonioso mosaico».

Ha fatto quindi seguito l’emozionante e applauditissimo Concerto della Banda musicale della Brigata “Sassari”.

Da sottolineare il fatto che l’Associazione Nazionale Brigata “Sassari” è stata presente con il suo Presidente, generale Elio Cossu, una delegazione  e la bandiera.

Al Molo IV, dopo il pranzo offerto dalla FASI, grande festa con canti, musica e balli tradizionali della Sardegna: si sono esibiti il Coro “Montanaru” di Udine e il gruppo di ballo del circolo “Amedeo Nazzari” di Bareggio-Cornaredo (Milano).

Gli eventi storico-culturali hanno favorito l’arrivo a Trieste, città che fu la prima sede storica della Brigata, dei rappresentanti di tutti i 70 Circoli dell’emigrazione sarda nell’Italia continentale (tra i quali quelli di Gorizia, Pordenone, Tolmezzo, Trieste e Udine), del Comando e della Banda della “Sassari” per celebrare i 100 anni dalla costituzione, nella primavera del 1915, della Brigata che è oggi simbolo del valore dei Sardi nella prima guerra mondiale e nelle recenti missioni in difesa della pace.

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Un commento

  1. scrivo queste due righe al ritorno de “sa die de sa Sardegna” di Trieste. E stata una bella esperienza, con la Brigata Sassari, della quale ricorre il centenario, splendidamente ricordata e la cui fanfara ha riscosso tantissimo favore ed applausi scroscianti.
    Tutto bene? Non proprio. Il neo è stato nei pasti, la cena del 9 Maggio in particolare, dove la Coldiretti ha servito dei “prodotti sardi” ….. che sardi non erano!
    I “malloreddus alla campidanese” il Campidano non lo hanno mai visto: erano delle imitazioni che, se bene ci è andata, produce anche la Barilla! Ma l’apoteosi sono state le “seadas” con le sottilette (!) che non hanno mai visto una goccia di latte di pecora!
    Il tutto nell’anno dell’Expo dedicato al cibo e con una Regione, la nostra, che si presenta con lo slogan “Sardegna, Isola della qualità della vita. Cibi per la salute dalla terra dei centenari”!
    Inutile dire che al pranzo del 10 gli utenti si erano pi che dimezzati e le pizzerie ed i bar Triestini hanno ringraziato.
    Che dire: Sardi ce n’erano, Campidanesi pure e persone desiderose di trovare i “loro” piatti anche.
    Non li hanno trovati, e va bene, ma nel futuro non si chiami con nomi conosciuti quello che conoscuto non è. Ne va della serietà dei proponenti innanzitutto, e di tutti i prodotti che avrebbero dovuto avere il dovere di presentare senza spiacevoli furbizie.

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