di Cristoforo Puddu
Ugo Mulas nasce il 28 agosto 1928 a Pozzolegno, nel bresciano, e come si può chiaramente notare dal cognome è di origini sarde: il padre Pasquale era infatti un maresciallo dei carabinieri, coniugato con la trentina Carmela Nicolodi, che prestava servizio nel Nord Italia. Il sardo-lombardo, per il prestigio professionale di geniale fotografo, è stato inserito nell’originale album di figurine che raccontano centocinquant’anni di storia milanese attraverso i personaggi di maggior significato per lo sviluppo culturale, economico e sociale della Città lombarda. L’Album di Milano – voluto dalla Banca Popolare di Milano per onorare quanti hanno contribuito a crescere la metropoli di oggi, che nell’occasione celebra anche l’anniversario dei 150 di fondazione, e dal Corriere della Sera – è realizzato dal noto vignettista Emilio Giannelli. La ricca biografia del Mulas ci racconta dell’infanzia e adolescenza trascorsa nella casa paterna e di studi liceali a Desenzano del Garda, fino al trasferimento a Milano, nel 1948, per frequentare giurisprudenza all’Università Cattolica. La svolta artistica avviene però con l’iscrizione ad un corso serale dell’Accademia di Brera e alla conseguente frequentazione di artisti ed intellettuali nel ritrovo dello storico bar Jamaica. Lavora come caricaturista, giornalista e fotografo free-lance. Ed è proprio la macchina fotografica a rivelarsi “uno strumento congeniale”, per realizzare e “tradurre la propria sensibilità estetica e la curiosità intellettuale nel linguaggio delle immagini”. Le prime realizzazioni, già di estrema qualità, sono ritratti e immagini della periferia con il mondo operaio nella Milano postbellica. A partire dal 1954, dopo un reportage sulla Biennale di Venezia, si susseguono innumerevoli collaborazioni a riviste e settimanali di prestigio (Rivista Pirelli, Domus, Bellezza e Novità, Le Ore, Illustrazione Italiana, Settimo Giorno, etc…) e reportage su moda, teatro e arte internazionale che lo consacrano ai massimi livelli artistici. A Mulas si riconosce il merito di aver costruito “una strategia critica del proprio lavoro” e di aver “indagato gli sviluppi più fecondi della scena contemporanea”. Tra i tanti ritratti di artisti fotografati da Ugo Mulas figurano, tra gli altri, Brecht, Burri, Carrà, Chagall, De Chirico, Fontana, Giacometti, Mirò, Montale, Pasolini, Quasimodo, Ungaretti, Visconti e Warhol.
Si spegne a Milano il 2 marzo 1973.