Un ringraziamento ufficiale, a quasi tre decenni di distanza da quello che è considerato uno dei due incidenti di livello massimo secondo l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (insieme a quello che avviene a Fukushima nel 2011). Il 26 aprile del 1986 un guasto alla centrale di Chernobyl provoca un disastro di proporzioni vastissime:l’esplosione del reattore numero 4, il vasto incendio e la nube di materiale radioattivo che contamina tutte le are nel giro di centinaia di chilometri, con le particelle che arrivano fino ai paesi dell’Europa occidentale. Ventinove anni durante i quali la Sardegna non ha chiuso le porte – alla voce ospitalità – alle migliaia di bambini bielorussi, che in diversi periodi dell’anno trascorrono qualche settimana di vacanza ospiti delle famiglie sarde, e possono respirare l’aria pulita tanto delle zone di mare quanto di quelle interne. “La Sardegna, il suo popolo, le sue istituzioni, le associazioni di volontariato sono in prima fila in questo splendido movimento di solidarietà. Decine di migliaia sono i bambini bielorussi che in questi lunghi anni hanno trascorso nell’Isola le loro vacanze estive e natalizie grazie alla solidarietà delle famiglie sarde. A loro va il mio ringraziamento per l’impegno concreto a favore dell’infanzia bielorussa”, così Giuseppe Carboni, console onorario della Bielorussia in Sardegna. “Questa estate, già a giugno è atteso il primo di numerosi gruppi di bambini bielorussi che grazie alla generosità delle famiglie sarde trascorreranno le vacanze estive in questa splendida terra. La Sardegna è oggi la Regione italiana più attiva nelle attività di cooperazione con la Bielorussia, in tutta Italia sono stati oltre 500mila i giovanissimi bielorussi ospitati”.
A 29 ANNI DAL DISASTRO NUCLEARE DI CHERNOBYL, SARDEGNA CAPOFILA NELL’ACCOGLIENZA DEI BAMBINI DELLA BIELORUSSIA
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