LA REGINA DELLE OMBRE: LA POETESSA ANGELICA PIRAS, ARTISTA POLIEDRICA, PARLA DELLA SUA VITA

Angelica Piras


di Pia Deidda

Angelica Piras nasce a Cagliari nel 1966. Scrive da sempre, ma ha ripreso la sua passione per la scrittura dopo anni di silenzi, nel 2005. Ha iniziato a partecipare ai vari concorsi dal 2008, ottenendo inaspettati risultati. Dal 2011 ha iniziato anche a scrivere in sardo-campidanese e a partecipare a vari concorsi letterari isolani, conseguendo diversi riconoscimenti. Ha pubblicato due libri, uno nel 2010 insieme ad altre quattro poetesse, Senso essenza di donne, con una silloge di sei poesie dal titolo Sognar d’azzurro; nel 2014 pubblica con Amicolibro editore il libro autobiografico in prosa e poesia dal titolo: Regina delle ombre “In asulu bisendi” che tratta il tema della violenza domestica.

Per conoscere meglio la tematica che è sottesa a quasi tutta la sua produzione poetica vorrei iniziare chiedendole il significato del titolo della sua silloge: “Regina delle ombre. In asuli bisendi”. Un saluto a tutti; ringrazio Pia per questa intervista, che mi dà l’opportunità di parlare ancora del mio libro. Come scrivo in esso, regina lo sono diventata quando ho insegnato a danzare per me le riluttanti ombre, riuscendo così a vincere la partita contro il buio. Il sottottitolo in sardo “in asulu bisendi” ( sognando nell’azzurro) è stato fortemente voluto sia perché all’interno della silloge ci sono anche sei poesie in sardo-campidanese, premiate nei vari concorsi isolani, ma anche perchè sono due parole chiave che ritornano spesso: i sogni e l’azzurro, suoni rimbombanti in tutte le poesie; nel tempo proprio essi hanno sostenuto e supportato quella bimba dal sorriso macchiato d’incanto che guerreggiava con le sue paure.

Raccontare, svelare attraverso i versi, il vissuto di sofferenza di Angelica bambina è stato sicuramente faticoso e doloroso, ma per lei terapeutico? Sì, non è stato per nulla facile; mi sono voluta denudare completamente, senza remore, portando alla luce sentimenti ed emozioni che fanno paura. Ho dato loro vita, perchè solo facendo così avrei salvato quella bimba e le avrei dato il dovuto riposo. Per continuare la mia crescita personale e proseguire con la passione per la scrittura, avevo bisogno di dare una traccia al mio poetare. Sì è stato così, la scrittura per me è stata terapeutica. Ho ripreso a scrivere dopo anni di silenzi, ormai il corpo mi stava abbandonando lentamente senza riuscire a fermare quel processo di rinuncia alla vita. Dopo un ultimo ricovero, ho lasciato finalmente fluire quel profondo dolore e quella immane paura di non farcela, ho ripreso a scrivere, scegliendo la vita.Piano piano con tanta fatica ho ripreso in mano la mia vita, con tutte le mie passioni, tra cui la scrittura, e da allora non ho più smesso.

Vedo che le sue presentazioni sono spesso accostate ad interventi di esperti del settore o associazioni che s’interessano di violenza familiare. Pensa che la sua poesia possa essere utile ad altre persone che hanno vissuto la sua stessa esperienza? In alcune presentazioni sono stata affiancata da persone che si occupano di violenza sulle donne e sui bambini, di violenza domestica e violenza assistita, e, devo confessare, non è stato sempre semplice. Ascoltare dagli esperti, tutte quelle dinamiche provate sulla mia pelle e su quella di mia madre, spesso mi hanno scosso tantissimo; ma la voglia di portare la mia voce anche in aiuto di altre persone coinvolte in queste tristi vicende mi ha aiutato a superare quegli istanti di forte impatto emotivo. Penso sia importante per quelli che hanno un vissuto simile sentire non un racconto dei fatti, troppo semplicistico – non aiuta nessuno che io racconti i fatti – ma, invece, il mio spogliarmi. Aiuta anche gli altri a non sentirsi soli, perchè solo alla fine si ritrovano dentro quelle  emozioni comuni, senza  averne più paura.Nel mio libro, scritto in prosa e poesia, racconto cosa ha generato quel vissuto a livello emotivo; anche quello che per molti non va raccontato; invece io sono convinta che proprio raccontando cosa genera un vissuto così pesante in un bambino, si aiuti a rompere quel silenzio che uccide più della morte stessa. Una delle cose belle nelle mie presentazioni sono state le parole delle persone che, alla fine della serata, nonostante l’argomento fosse stato forte, dicevano di andare via leggeri, perchè la mia solarità era stata capace di illuminare quel terribile buio. Questo mi ha dato la forza di proseguire nel mio messaggio d’amore per la vita e per se stessi. Voglio essere un esempio per tutti, di come sia in mano a noi il potere di deviare certi percorsi. Se ci sono riuscita io possono farlo tutti.  Basta solo avere la forza di scavare dentro la propria anima per trovare le risposte giuste.

Lei è anche pittrice e la copertina del libro è una sua opera. Queste immagini, che lei dipinge con un tratto e con colori che creano un impatto fra l’onirico e l’espressionistico, sono realizzate prendendo spunto dalle poesie o nascono autonome e in esse si fondono? Pittrice? E’ un appellativo che non mi appartiene, perchè dipingo senza nessuna tecnica. Sono un’autodidatta e disegno ciò che costruiscono i miei versi nella mia testa, non so neanche cosa vado a dipingere, mi lascio guidare dalla musica e dalla poesia che mi nasce dalla pancia. Poi, quando ho finito, solo allora mi rendo conto; sono come in un’altra dimensione, non so bene a livello razionale come spiegare questa sensazione di estranietà. Mi sembra  di  andare in trance, come se si aprisse un accesso all’inconscio. Vedo la poesia come animata, scorrermi  davanti e ho un impellente bisogno di darle la vita. I miei disegni li chiamo: deliri dipinti.

Poetessa, pittrice e anche cantante. Una corale vero? Cosa è per lei il canto? Tutto ciò che è arte mi affascina e mi porta in quel mondo già visitato, in quei sogni da bambina disperata. Finalmente sono riuscita a riacchiappare tutti quei sogni. Adoro cantare e faccio parte di un coro vocale femminile di otto elementi: Las mamas, diretto dalla maestra Annalisa Melis.Cantare mi regala un benessere eccezionale, non riesco a farne a meno; ne ho bisogno per fronteggiare proprio quelle ombre che ancora passeggiano al mio fianco. Senza tutte queste passioni non riuscirei a sopravvivere alla vita.

Poesia, pittura e musica insieme fanno parte di un percorso intrapreso da qualche anno. Progetti futuri? Per ora mi godo la promozione del libro, che mi sta dando tante soddisfazioni. Poi ho già in cantiere il prossimo libro; ho già disegnato la copertina che rappresenta quello a cui voglio dare vita. Sarà decisamente più complesso, non ho ancora le idee chiarissime, ma la traccia è certa, un libro che parlerà sempre di sentimenti ed emozioni profonde ed ancestrali, cercherò di spogliare le ragioni.
Anche qui ci sarà il solito rifugio, quel mondo parallelo di cui non posso farne a meno. Ho da portare avanti il progetto del nuovo cd del compositore Lorenzo Pescini, con cui collaboro da diversi anni; grazie alle sue meravigliose opere ho scritto diverse poesie ispirate dalle sue note, scriverò  anche questa volta, alcune poesie per alcuni dei suoi nuovi brani. Una musica che ogni volta mi affascina e mi rapisce.
Poi, siccome sono una curiosa e amo il movimento che genera la vita, sono sicura che arriveranno altre meravigliose sorprese. Io sono pronta ad accoglierle. Grazie Pia, non vedo l’ora di venire da voi a Torino per parlare della mia filosofia di vita che mi permette ancora di sorridere come una bimba innamorata, nonostante abbia dovuto attraversare la vita a piedi scalzi, ferendomi ma rialzandomi ogni volta più forte e più gioiosa.

* http://www.medasa.it/

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Un commento

  1. Grazie di cuore Pia, per avermi dato la possibilità di parlare di me e del mio libro.

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