IL SEGRETO DELLA BLUE ZONE IN SARDEGNA: LONGEVITA’ E ALIMENTAZIONE


di Alessandra Guigoni

Vivere a lungo, in salute mentale e fisica, è uno dei sogni dell’umanità, sin dai tempi antichi. Nella Genesi si parla, come è noto, di due alberi, quello della Conoscenza del bene e del male, con i suoi frutti proibiti, e quello della Vita, l’assaggio dei cui frutti avrebbe permesso ad Adamo ed Eva e ai suoi discendenti vita eterna; e alla cui guardia Dio pose Cherubini con la spada fiammeggiante, dopo aver cacciato la prima coppia dal Paradiso terrestre. Si pensi poi alla leggendaria coppa del Graal, celebrata nel racconti della Tavola rotonda, ritenuta capace di guarire da ogni affezione e di donare la vita eterna; o ancora alle mitologiche fonti della giovinezza, cercate nel Vecchio e Nuovo mondo da molti esploratori; o alla favolosa pietra filosofale, tra le cui proprietà ci sarebbe il dono dell’immortalità.

Longevità e zone blu É noto che da anni gli scienziati hanno messo in correlazione la genetica e l’ambiente con l’alimentazione e lo stile di vita tra le cause principali della longevità. Tra le ricerche emerse negli ultimi 10 anni ce ne è una particolarmente affascinante, quella della blue zone, sviluppata dal saggista Dan Buettner con ilNational Geographic, iniziata dal demografo francese Michel Poulain e il medico sardo Gianni Pes. È a loro che si deve il nome “blue zone”: quando Poulain e Pes iniziarono la ricerca in Sardegna, cerchiarono in blu i paesi dell’Ogliastra e della Barbagia caratterizzati da elevate percentuali di longevi, iniziando a riferirsi con l’espressione “zona blu” alle aree individuate. Sono state individuate cinque zone del Pianeta nelle quali sono stati riscontrati elementi in comune, dallo stile alimentare a quello di vita: in Europa gli hotspot sono situati in alcuni paesi della Sardegna, nelle aree storiche della Barbagia e dell’Ogliastra, e nell’isola di Ikaria, in Grecia; in Giappone nelle isole di Okinawa; in Costarica nella penisola di Nicoya; e infine a Loma Linda, in California, nella comunità cristiana degli Avventisti del settimo giorno.

Come diventare centenari Innanzitutto è importante l’alimentazione, caratterizzata da un regime semi-vegetariano, con un buon consumo di legumi, moderato uso di bevande alcoliche e di carne rossa.
Il fatto che due hotspot su cinque siano collocati nel bacino del Mediterraneo sembra poter essere correlato col fatto che le popolazioni seguano la dieta mediterranea, alla cui base vi sono, è bene ricordarlo, cereali integrali, cinque porzioni al giorno di frutta e verdura, legumi, e in misura minore  formaggi, carni bianche, pesce e uova. E poi sembra determinante per la longevità anche lo stile di vita praticato: attivo, non sedentario, fortemente socializzato, in cui l’anziano è radicato nella propria comunità e famiglia e ne è membro attivo; anche la spiritualità sembra essere uno degli attributi ricorrenti nei centenari. Infine in diverse località si è osservata l’abitudine da parte di questi anziani longevi a coltivare l’orto, che sembra un vero e proprio elisir di giovinezza, perché l’attività fisica, il contatto con la natura e i prodotti stessi dell’orto, verdure e legumi, di cui poi si cibano gli anziani, concorrerebbero in modo significativo a renderli più longevi.

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Un commento

  1. respira l’aria fresca del gennargentu, miele naturale, olio di oliva perfettamente sano,vino di casa, limoni freschissimi, e tutta la frutta di casa, un milione di cose che si mangiano senza voglia di smettere, ed ecco come posso dirvi di avere un nonno e una nonna di 94 anni in perfetta salute, anzi ancora comodamente il capo,, alla guida della sua moto, e tiratevi che passa,,,

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