di Pia Deidda
Sia chiaro questa intervista non è rivolta a Capitan Calamaio ma a colui che si cela nei panni di questo personaggio: Massimiliano Micheli, attore, cantante, scrittore, compositore. Sinceramente non mi sarebbe dispiaciuto proiettarmi con la fantasia, come i tanti bambini che assistono entusiasti ai suoi spettacoli, sul ponte di quella nave pirata. So che non è difficile, pratica come sono di elaborazioni creative, basta volerlo. Ma se farò le domande stando in balia delle onde con i pirati chi mi risponderà: Massimiliano Micheli o Capitan Calamaio? Scopriamolo. Nasce a Lanusei, dove inizia la sua esperienza artistica come cantante del gruppo Ektakroma. A 25 anni si trasferisce a Roma, dove vive attualmente, per unire la passione per la musica a quella per il teatro. Scrive canzoni, corti cinematografici e opere teatrali e come attore ricopre ruoli di vario genere in commedie e musical. É impegnato nella stesura del nuovo libro/spettacolo: “Capitan Calamaio e la Regina Katrame”.
Capitan Calamaio è un personaggio positivo che con la sua ciurma non va all’arrembaggio per depredare ma per portare un messaggio edificante. Quale? Ciao a tutti, grazie Pia per le belle parole di presentazione. Per rispondere a questa domanda cito il ritornello del mio inno, che vale più di mille spiegazioni: “Alle frecce, alle spade, ai coltelli e alle pistole, Capitano Calamaio preferisce le parole. Noi abbiamo le matite e disegniamo, pennelli e pennarelli e coloriamo coi libri conosciamo ed impariamo, per scrivere la penna e il calamaio.” È scritto per i bambini, ma credo che, con un piccolo sforzo, riusciranno a capirlo anche gli adulti.
Nel suo sito leggo molti commenti positivi di bambini, insegnanti e genitori. Si può parlare di spettacolo educativo? Ho un po’ di reticenza, anche se mi lusinga, ad usare il termine “educativo”, riferito al progetto Calamaio, perché questo argomento dovrebbe essere compito di scuola e famiglia, diciamo che Calamaio, nella narrazione delle sue avventure, propone molti spunti sui quali il bambino è portato a riflettere e per un genitore e una maestra è più facile far passare dei concetti come non violenza, razzismo, maschilismo, lealtà e amicizia, se a proporli sono dei personaggi che riescono ad affascinarli, divertirli e nei quali possano riconoscersi. Certo è che Calamaio si propone come un’alternativa non violenta a molte produzioni destinate ai bambini.
Da dove arriva Capitan Calamaio? Capitan Calamaio nasce 3 anni fa, per caso, senza programmazione e, come tante cose belle, in maniera spontanea. Un’amica dei “Piccoli Giganti”, una onlus che opera nel sociale, mi chiede la disponibilità a vestirmi da pirata per consegnare un forziere pieno di libri, precedentemente raccolti da vari donatori, ad una scuola dell’infanzia, priva di una biblioteca.
“Certo!” è la mia risposta. Lavoro da anni per i bambini, oltre che con il teatro, con laboratori, centri estivi, feste, o come attore in parchi a tema, sarà sicuramente un’altra bellissima esperienza e imparerò, come sempre, un sacco di cose. L’idea è rivoluzionaria, un pirata amante dell’arte. Lenina Giunta, la mia compagna di vita, realizza un disegno ispirandosi alle mie fattezze e propone di chiamarlo Calamaio, il binomio è accattivante, non posso essere da meno, nel giro di qualche giorno compongo la fortunata canzone che poi diventerà l’inno della ciurma, sono soddisfatto, sembra che funzioni, i primi bambini che la ascoltano ne sono entusiasti e confermano la mia impressione, dopo il primo ascolto sono pronti a cantarla in coro. In seguito, insieme a Lenina, che lo ha anche illustrato, abbiamo scritto la storia contenuta nel libro pubblicato da Progedit “Capitan Calamaio e il Libro Magico” in contemporanea ho fatto l’adattamento teatrale e ho composto le otto canzoni che accompagnano la narrazione.
Quanto Massimiliano Micheli c’è in Capitan Calamaio? Fisicamente tantissimo, visto che Lenina si è ispirata a me per inventarlo. Caratterialmente spero altrettanto, sicuramente, crescendo, sempre di più.
Diciamo che in gioventù sono stato un ragazzo molto vivace e probabilmente, per me, non sarebbe stato facile entrare a far parte della ciurma Calamaio, adesso sì.
Ho visto un video dello spettacolo fatto alla Sistina. Sala gremita di bambini entusiasti. Cosa si prova? Quando scrivo una canzone o calco un palcoscenico, lo faccio prima di tutto per soddisfare un’ esigenza personale, ma quando 1500 bambini ridono a una tua battuta o cantano tutti insieme una tua canzone ti senti veramente gratificato e speri che il concetto che hai espresso sia “orecchiabile” quanto il ritornello.
Mi può dare qualche notizia sulla ciurma dove ci sono autori, musicisti, cantanti e attori? Se per rispondere alla prima domanda ho citato il mio primo inno, concluderei in musica cantando il ritornello del prossimo, che è già stato composto per la seconda puntata di Calamaio. “Se con noi ti vuoi arruolare, ecco quello che puoi fare: Con Inchiostro puoi suonare, con Pennino recitare e con Penna puoi ballare. Con Biro e Stilo costruire, con Acquerella colorare, con me puoi leggere e sognare o scrivere ed immaginare, conoscere per raccontare. Noi non amiamo le armi, ma preferiamo le arti, siamo pirati simpatici. Perché scagliamo sorrisi, perché impugniamo parole, perché affiliamo canzoni”.
Buon Vento! Capitan Calamaio o Massimiliano o CalaMax o …….
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