di Giovanni Runchina
«Abbiamo investito su noi stessi e sul nostro sogno». L’immagine sgranata e ballerina che rimbalza su Skype da Gran Canaria diventa improvvisamente chiara, quasi a sottolineare anche visivamente la nettezza del pensiero, del loro reinventarsi ancora una volta per amor proprio e del figlio Mattias di tre anni, definito da entrambi «Il nostro maestro di vita cui vogliamo dare competenze, preparazione, apertura mentale, capacità d’interazione e rispetto per gli esseri viventi, vogliamo dargli valori forti e il nostro esempio». Maurizio Filigheddu e Giorgia Muglia, marito e moglie, lui di La Maddalena e lei di Quartu Sant’Elena, parlano con semplicità e profondità della loro nuova vita in questo coriandolo di terra sull’oceano Atlantico a poche miglia dall’Africa. «Gran Canaria è un luogo in cui s’interagisce con culture di tutto il mondo, il suo sistema scolastico è basato sulla valorizzazione dell’individuo e delle sue caratteristiche. Siamo qui da meno di un anno e, nonostante le ovvie difficoltà di ambientamento, dobbiamo dire che il bilancio è molto positivo. Ci siamo assunti tanti rischi ma abbiamo provato e stiamo provando tuttora tantissima felicità. Qui la gente è solare, orientata alla vita, i ritmi sono umani e c’è un’energia bellissima. Nel sud dell’isola è sempre estate e questo ci piace molto poiché adoriamo la luce e il sole». Citano Gibran ed Einstein, sottolineano l’importanza della volontà come forza motrice degli eventi e svelano una quotidianità impastata di disciplina e di dolcezza, un’alchimia sofisticata dove le individualità e la famiglia si nutrono reciprocamente, fondendosi in un insieme nel quale tuttavia nessuno si annulla. Un po’ come accade nel loro lavoro di orafi; Giorgia, un passato da manager nel settore delle telecomunicazioni, si occupa della parte organizzativa e contabile e contemporaneamente apprende i segreti dell’arte da Maurizio, diploma di maestro orafo argentiere a Firenze e ragazzo di bottega sempre in città da Conti e Monesi a Ponte Vecchio, da tempo affermato creatore di gioielli. Tra i suoi clienti molti personaggi importanti dello spettacolo e del cinema sia in Italia che negli Stati Uniti, impossibile però strappargli i nomi. Riservatezza che è marchio identificativo, al pari dell’originalità delle sue creazioni: «In questo lavoro c’è lo scopo della mia esistenza che è dar vita alle forme, trasferirgli un’anima e un sentimento, portando benessere a chi indossa i nostri gioielli». Punto di vista condiviso da Giorgia; il suo per anni è stato un semplice hobby sino a quando – complice un incontro a un corso organizzato proprio da Maurizio – non ha deciso di farne un mestiere a tempo pieno. Argento, oro e pietre preziose i materiali usati che poi sono uniti in un unico elemento: «Agiamo su impulso del cliente oppure seguendo un’ispirazione che, la maggior parte delle volte, proviene dall’osservazione della natura». Il procedimento è rigoroso: in ogni fusione di una collezione, realizzata durante le fasi di luna crescente, si usa un pezzo di metallo della precedente, garantendo così la continuità del nucleo originale. Ciascun gioiello ha un certificato di garanzia e la descrizione del suo significato. Il soleluna e l’unione di tre stelle di dimensioni differenti con fili di rubini sono quelli cui Giorgia è più legata «il primo ci rappresenta molto come coppia, il secondo invece racchiude il senso della famiglia»; impossibile invece per Maurizio stabilire una graduatoria. Per lui i suoi figli artistici sono tutti uguali e speciali: «Ogni opera ha una sua identità – spiega – tuttavia posso dire che in passato ho impiegato un anno per fare un ciondolo in oro con movimento meccanico che unisse le mie due forme preferite, il sole e la luna». Per entrambi la meditazione apre e chiude la giornata, una finestra sull’interiorità che va spalancata perché «Così possiamo affrontare meglio tutti gli impegni». In mezzo l’attenzione comune per il figlio Mattias e per la sua crescita, senza perdere di vista l’obiettivo lavorativo primario: essere presenti in tutte le isole Canarie e poi, in un secondo momento, in varie parti del mondo. Attualmente le loro linee sono disponibili in alcuni punti vendita di Las Palmas ma l’ambizione, per l’appunto, è crescere coinvolgendo altre persone. Più che una strategia commerciale, un disegno d’inclusione. «Ci piacerebbe impostare progetti formativi artistici con anziani, disabili e bambini e vorremmo supportare chi ha talento artistico. Vogliamo dare un messaggio chiaro e positivo a tutti, invogliando chiunque a credere fortemente nei sogni e a impegnarsi per realizzarli. Se una cosa puoi sognarla, puoi anche farla. Solo assumendosi il rischio di essere felici è possibile cambiare le cose».
* Sardinia Post