Elemento naturale essenziale per la vita, l’acqua rappresenta uno dei principali costituenti degli ecosistemi e sin da tempi antichissimi ha rivestito un ruolo importante dal valore simbolico inestimabile, in tutte le culture che hanno fatto la storia dell’uomo. Sulla Terra l’acqua copre il 70,8 % della superficie del pianeta e nell’organismo umano quantitativamente è il costituente principale: per un uomo di circa 70 Kg rappresenta approssimativamente il 60-70% del peso corporeo. Possiamo attribuire ad essa diverse funzioni tra le quali principalmente quelle di solvente di numerose sostanze chimiche, regolatrice del volume e della temperatura corporea, stimolazione dei processi digestivi, trasporto di nutrienti e eliminazione delle scorie metaboliche. Attualmente numerosi studi dimostrano quanto l’acqua non sia solo un semplice mezzo di trasporto di sostanze nel corpo, ma possa avere anche un ruolo di energizzante primario di tutte le funzioni fisiologiche. Il Dott. F. Batmanghelidj è stato uno dei primi medici a dimostrare come l’involontaria disidratazione cronica contribuisca a produrre molte malattie degenerative che possono essere prevenute e trattate aumentando l’assunzione regolare di acqua. Quando il corpo inizia a disidratare si avvia un sistema di gestione della siccità e le perdite si verificano su più livelli, per esempio solamente attraverso la respirazione, a seconda anche del clima in cui si vive e del livello di attività fisica. Non c’è da stupirsi dunque se l’acqua possa funzionare come uno dei rimedi più efficaci nella cura di diverse patologie e possa andare a sostituire altri approcci che in alcuni casi sono inutili e non fanno altro che indebolire l’organismo.
ACQUA CHE CURA
La terapia idropinica dal greco idro(acqua) e pino(bere) rappresenta un particolare approccio curativo che consiste nell’assunzione di acqua per via orale da effettuarsi dietro prescrizione medica, stabilendo tipologia d’acqua, orari e temperatura di somministrazione. Non esistono periodi specifici per affrontare la terapia ma è importante che i trattamenti non siano inferiori alle due settimane consecutive. L’acqua ingerita ha la capacità di stimolare il drenaggio delle sostanze tossiche contribuendo all’omeostasi cellulare e all’eliminazione delle scorie. Questo processo si verifica a livello dei reni, dove i materiali di scarto vengono espulsi attraverso l’urina, dunque maggiore sarà la quantità di acqua ingerita maggiore sarà l’efficacia di eliminazione delle scorie. L’acqua aiuta a rilassarsi e a combattere lo stress grazie soprattutto ad alcuni minerali in essa contenuti, zinco emagnesio, che vanno ad agire in una regione del cervello, il nucleo ipotalamico, dove hanno origine delle attività che stimolano il rilascio di sostanze chimiche legate allo stress. La terapia idropinica è indicata nella cura di problematiche a carico delle vie urinarie e a livello gastroenterico, stabilendo dosaggio, tempi e temperatura appropriata. Vi sono inoltre diversi tipologie di acque, alcune da assumere a digiuno, altre, come ad esempio le bicarbonato alcalino terrose o le bicarbonato solfate, dopo i pasti. In alcuni casi debbono essere riscaldate o, come le oligominerali, bevute fredde. Le acque arsenicali ferruginose verranno assunte diluite.
IDROTERAPIA ESTERNA
L’idroterapia esterna è una pratica molto antica, facile ed efficace, che utilizza l’acqua sia calda che fredda a scopo terapeutico, e consiste nell’effettuare dei getti d’acqua sul corpo o alcune parti del corpo. Quando lo stimolo dell’acqua è caldo i vasi sanguigni si dilatano, la circolazione aumenta favorendo il drenaggio delle tossine verso l’esterno; quando lo stimolo è freddo i vasi si contringono, la circolazione diventa più rapida aumentando l’ossigenazione e favorendo un effetto depurativo ancora più profondo. L’azione tonificante e rinvigorente dell’acqua carica l’organismo di nuove energie. Questo approccio è indicato per una serie di disturbi come ansia e nervosismo, mal di testa, gambe gonfie, cellulite, disturbi circolatori, disturbi del ciclo mestruale, occhi stanchi, disturbi della pelle; tonifica i tessuti e aiuta a dimagrire e a risolvere problemi ginecologici. I trattamenti variano dalle semplici docce caldo-freddo sul corpo e sul viso, alle abluzioni degli occhi, spugnature, bagni, pediluvi, idroterapia alternata. Anche la acque termali sono largamente impiegate per intervenire su diversi tipi di disturbi grazie alle alte temperature e al contenuto di elementi naturali di cui l’organismo ha bisogno. Nella fattispecie si sono dimostrate efficaci nel trattamento di malattie reumatiche, malattie metaboliche (gotta, diabete, obesità), problemi gastrointestinali, malattie respiratorie, problemi di circolazione, conseguenze da traumi, malattie ginecologiche.
CULTO DELLE ACQUE IN SARDEGNA
Quando si parla di culto delle acque in Sardegna inevitabilmente non si può che far riferimento ai pozzi sacri, elementi distintivi del megalitismo sardo a struttura templare ipogea, datati nel periodo storico compreso tra l’età del Bronzo Finale e la prima età del Ferro (1500-900 a.C.). Trattasi di templi a pozzo che ricordano i nuraghi nella loro struttura architettonica ma a differenza di essi la loro costruzione è sotterranea. Si conoscono diversi tipi di pozzi e generalmente sono raggiungibili attraverso una scala monumentale che porta verso l’atrium, dove è contenuta l’acqua. Ai pozzi sacri sono attribuite diverse simbologie e una delle teorie più accreditate sembrerebbe associare il pozzo al culto della Dea Madre, anche in virtù della sua struttura collegabile all’organo sessuale femminile, come porta di ingresso e di uscita verso strati ultraterreni. Il fatto stesso che ci fosse dell’acqua rende ancora più probabile questa interpretazione che vedeva il pozzo sacro come un metaforico utero della Madre Terra, un passaggio nell’acqua che attraverso la sua azione purificatrice porta ad una rinascita, dal buio alla luce. Alcuni pozzi presentano inoltre un particolare orientamento astronomico: per esempio nel Pozzo di Santa Cristina a Paulilatino il foro della volta a tholos sembrerebbe essere stato costruito per seguire le fasi lunari permettendo alla Luna ogni 18 anni anni circa di riflettersi al suo interno. La scalinata di accesso al pozzo contrariamente sembrerebbe essere stata costruita per permettere ad un altro grande pianeta, il Sole, di specchiarsi in essa, in particolare in occasione dell’equinozio d’autunno e di primavera. Da queste brevi e sintetiche notizie relative ai pozzi sacri si può comprendere quanto i sardi dell’antichità fossero un popolo con uno spirito profondamente religioso e riconoscessero come loro unico Dio il Sardus Pater, che a differenza delle altre civiltà non era rappresentato attraverso statue ma era venerato nella natura stessa, nel clima, negli alberi, nei fiori e nei frutti, ma specialmente nell’acqua, elemento essenziale per la vita. Secondo le popolazioni preistoriche l’acqua raccolta all’interno dei pozzi aveva proprietà terapeutiche e in essa si pensava vi dimorasse la divinità, per questa ragione si svolgevano diversi rituali e culti di fertilità e purificazione.
CURIOSITA’
Avete mai sentito parlare di memoria dell’acqua, quella presunta proprietà secondo cui questo elemento manterrebbe un ricordo delle sostanze con cui è entrato in contatto? Fu l’immunologo francese Jacques Benveniste a pubblicare nel 1988 sulla rivista Nature i risultati di esperimenti che dimostravano come l’acqua fosse capace di mantenere un’impronta di sostanze in essa disciolte o diluite. Tali risultati gettarono le basi per dare una valenza scientifica all’ omeopatia, ancora ampiamente dibattuta, scardinando consolidate conoscenze di chimica, fisica e medicina e costringendo ad una revisione di diverse teorie. Attraverso queste ricerche si è osservato che l’acqua agisce come un recettore, essendo in grado di ricevere le frequenze d’onda e memorizzarle, e come trasmettitore, emettendo a sua volta le frequenze d’onda memorizzate. FuLuc Montagnier, premio Nobel per la medicina, a confermare l’emissione di onde a bassa frequenza in alcune diluizioni e nel plasma umano. I fluidi biologici umani (sangue, urine ecc.) emettono segnali che caratterizzano lo stato del corpo e riflettono l’attività della coscienza dell’uomo. Il giapponese Masaru Emoto dal 1999 ad oggi ha pubblicato diversi volumi di un lavoro dal titolo “I messaggi dell’acqua” contenenti fotografie di cristalli esposti a diverse variabili. Esso sostiene che la coscienza umana possa avesse un effetto sulla struttura cristallina dell’acqua e attraverso l’osservazione di alcune fotografie scattate al microscopio si è potuto vedere che parole, preghiere, musica e ambiente, influenzano fisicamente la forma dei cristalli. Masaru Emoto ha osservato che una musica armonica porta a strutture cristalline simmetriche, belle e raffinate; al contrario parole negative o musica caotica porta a strutture deformi e disordinate. Queste evidenze sperimentali aprono nuove prospettive sulla musicoterapia e le sue applicazioni in diversi ambiti, dalla farmacologia alla psicoterapia, per intervenire su disturbi come l’autismo infantile, il ritardo mentale, il morbo di Alzheimer e altri disordini psichici o come si è già verificato, per stimolare il risveglio dallo stato di coma.
* focusardegna.com