La sororità è quel sentimento che rende indissolubile il legame tra donne. Chi ha una sorella conosce la sicurezza di quello scudo contro ogni avversità esterna, così come avverte ogni talento potenziato dalla magia del rapporto eterno. Il senso di Maria Ausilia Marongiu per la moda nasce e cresce così, nell’incanto di una famiglia di otto sorelle che hanno contribuito, con l’incoraggiamento sia psicologico che materiale, a fare della cinquantaquattrenne di Lanusei un’eccellenza dell’alta moda sarda. L’originalità della stilista ogliastrina consiste nel realizzare i suoi abiti servendosi di fiori e piante tintorie: il tagete, un fiore dal colore giallo, meglio conosciuto come garofano giapponese, l’elicriso, la lavanda, il fiore del melograno, tra gli altri. L’artista impiega una speciale tecnica di lavorazione che non ha mancato di suscitare qualche antagonismo e tanta ammirazione nello scenario modaiolo europeo. Il metodo di Maria Ausilia è ispirato alla conservazione delle decorazioni floreali dei faraoni dell’antico Egitto ma si presta assai bene a suggellare quel patto identitario tra Sardegna e haute couture internazionale, fondato sull’emblema di una natura selvaggia, incontaminata, interpretata dalla scuderia di guerriere nuragiche, janas con berrittas, bronzetti umani, sirene dei mari sardi coperte dalle cascate di fiori delle centinaia di esclusivi pezzi d’autore. «Io uso il metodo della disidratazione con sabbia e cristalli di silica-gel, con cui ricopro interamente i fiori. Il processo è lungo e rende i fiori fragilissimi, ma eterni. La dinamica è complessa e occorre una precisione certosina che parte fin dalla coltivazione e raccolta del fiore. – ci spiega l’artista – Esiste, ad esempio, un momento preciso adatto alla raccolta, legato ad una luce particolare. Se si sbaglia l’ora della raccolta tutto il lavoro è da buttare. Ma esistono diversi accorgimenti, ad esempio, quando fiori e foglie sono polposi e ricchi d’acqua, si ha bisogno di un trattamento più lungo, per non permettere che ammuffiscano. Per alcuni fiori è necessario un essiccatore ad aria calda costante, altri possono essere semplicemente conservati al buio in un luogo arieggiato. La tecnica si affina con l’esperienza, sarà la reazione del fiore a suggerire il trattamento più adeguato da impiegare. Ogni fiore ha infatti un suo ritmo. Quello che amo sopra ogni altro è la camelia bianca a quattro petali. Ognuna di esse richiede sette ore di posa». Le opere di Maria Ausilia Marongiu, più che degli indumenti sono delle installazioni ad alto impatto scenico. Ammirare il turbine di colori dei fiori disidratati sugli abiti, rievoca suggestioni forse destinate a cadere irrimediabilmente nella memoria, come la pratica di lasciare un fiore tra le pagine di un libro e trovarlo, essiccato, dopo anni, efficace come una polaroid nel rianimare ricordi remoti. Apprezzata ormai da un vastissimo pubblico, Maria Ausilia Marongiu ricorda il momento in cui il sogno dilettantistico ma ambizioso di amplificare l’incanto dei fiori in una Sardegna da indossare, si fa inaspettatamente realtà: quel giorno in cui, nella valle dei menhir, conosce Paolo Modolo, stilista di Orani, maestro del velluto e punto di riferimento estetico di diversi protagonisti dello spettacolo italiano. Modolo contribuisce in maniera determinante al successo di Maria Ausilia, innamorandosi per primo della concezione del tutto nuova della moda marongiana e coinvolgendola in numerosi eventi policulturali in tutta Italia. È Modolo che la avvia alla prima sfilata d’alta moda. Uno dei primi impegni importanti è la serata UNESCO, organizzata in occasione del 50° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, durante la quale si sosteneva l’iniziativa filantropica dei premi Nobel per la pace, riuniti a Parigi: «Io realizzai un quadro decorato con fiori secchi e venni premiata» ricorda la stilista. Profumi, colori, eleganza da passione privata di un’abile sartina dalle mani d’oro, pian piano, si concretizzano in lavoro quotidiano nel laboratorio “Ditelo con i fiori“, vero e proprio motto dell’eclettica creatrice ogliastrina che con metodo scientifico, pazienza e fantasia fa parlare con gli abiti la bouganvillea, il corbezzolo, la scorza d’arancia, l’asfodelo con la sua caratteristica infiorescenza piramidale, ma anche la rosa, il giglio e il dente di leone, la coda di topo. Ogni foglia, ogni petalo ha una precisa collocazione dalla cui architettura dipende l’intera valorizzazione della creazione e l’esclusività di colore e profumo. Maria Ausilia Marongiu vive e opera a Lanusei dove, tra le lussureggianti atmosfere bucoliche dell’hotel Villa Selene, è possibile apprezzare la mostra permanente dell’artista che comprende numerose creazioni quali quadri, abiti, zucche e uova interamente decorate con foglie e fiori essiccati. enza dello stile sardo si riverbera anche su gioielli, borse e accessori: «La borsa è parte integrante dello stile di ogni donna. Prediligo creare le borse gioiello, mi ispiro alla foggia del bottone sardo. Tra i gioielli mi diverte creare orecchini di peperoncino, collane di pane, spille di cardo e collier di asfodelo» racconta l’artista, che dichiara di ispirarsi ad Alexander MC Queen, Vivienne Westwood e Antonio Marras per versatilità, libertà ed estro creativi.Coltivare, cogliere, essiccare diviene il principio di uno stile che non si ferma all’abbigliamento, l’essenza dello stile sardo si riverbera anche su gioielli, borse e accessori: “La borsa è integrante dello stile di ogni donna. Prediligo creare le borse gioiello, mi ispiro alla foggia del bottone sardo. Tra i gioielli mi diverte creare orecchini di peperoncino, collane di pane, spille di cardo e collier di asfodelo” racconta l’artista che dichiara di ispirarsi ad Alexander MC Queen, Vivienne Westwood e Antonio Marras per versatilità, libertà ed estro creativi. L’energica Maria Ausilia, appena ventenne, posa per la prima volta le mani su ago e filo nel desiderio di realizzare l’abito del ‘Sì’, per soddisfare il bisogno di bellezza di ogni sposa. L’obiettivo di rendere eterna la vita del fiore reciso e indissolubile il legame d’amore si incontrano magnificamente tra i colori delle opere della nostra artista in cui natura e passione si ispirano all’immortalità.
* La Donna Sarda