L’ISOLA, TERRA DI GIGANTI: DOPPIA CONFERENZA CON IL CIRCOLO “SARDEGNA” A COMO

nella foto, dietro Paolo Cristin, Raimondo Zucca e Gaetano Ranieri


di Paolo Cristin

La doppia conferenza Sardegna terra di Giganti che si è svolta a Como è il frutto della collaborazione tra il Circolo CulturaleRicreativo “Sardegna”dei sardi di Como, l’Associazione Carducci ed il Polo Territoriale di Como del Politecnico di Milano. Sono stati invitati in città Gaetano Ranieri (docente di Geofisica applicata all’Università di Cagliari) e Raimondo Zucca (professore di Storia e archeologia del Mediterraneo antico dell’Università di Sassari) per illustrare la recente scoperta di nuovi reperti archeologici, individuati e portati alla luce grazie alla collaborazione interdisciplinare dei loro team di ricerca in località Mont’e Prama.  I Giganti di Mont’e Prama (in sardo SosZigantes de Mont’e Prama) sono sculture nuragiche di altezza varia tra i 2 e i 2,5 metri scolpite a tutto tondo. Spezzate in numerosi frammenti, sono state trovate casualmente nel marzo del 1974 appunto a Mont’e Prama, una collinetta che guarda gli stagni di Cabras, nella Sardegna centro?occidentale. Sul sito archeologico è stata aperta nuovamente l’area già scavata per effettuare ulteriori ricerche, dopo che il team di geofisica applicata guidato del prof. Gaetano Ranieri aveva scandagliato il sottosuolo, palmo a palmo, con le più moderne tecnologie riportando una analisi dettagliata del paesaggio archeologico che ancora si celava sotto terra. Un tesoro che ha pensato a far emergere l’equipe guidata dal Prof. Raimondo Zucca, uno dei primi studiosi ad occuparsi del caso. In soli 40 giorni sono arrivati gli impressionanti risultati, come appariva logico non sitrattava di una necropoli isolata, ma di un vero e proprio eldorado degli archeologi: in appena 144 metri quadrati di scavo sono stati rinvenuti numerosi blocchi di pietra calcarea, due betili grandiosi, otto tombe, tantissimi modelli di nuraghe, piedi calzati e due giganti praticamente interi. A Mont’e Prama si è avviata quella che si può definire la “nuova archeologia”, fatta di incontri quotidiani tra geofisici e archeologi, di discussioni e scavi in diretta e d’interpretazione all’istante. Il connubio tra archeologia e nuove tecnologie verrà così raccontato a Como dalla viva voce dei due protagonisti, con l’ausilio di proiezioni.

Martedì 24 febbraio 2015, ore 18.00 Salone Enrico Musa – Associazione Carducci Como

L’incontro che si è svolto presso la sede dell’Associazione Carducci era rivolto in particolar modo alla cittadinanza interessata al tema. All’incontro hanno partecipato più di 150 persone. La conferenza è stata introdotta dai saluti di Livia Porta (Presidente Associazione Carducci), di Bruno Corda di Sassari (Prefetto di Como), di Maria Antonia Brovelli (Prorettrice del Polo Territoriale di Como del Politecnico di Milano), e di Paolo Cristin (Presidente Circolo Culturale Ricreativo “Sardegna” dei sardi di Como). Purtroppo, per motivi non dipendenti dalla propria volontà, non è riuscita a partecipare Serafina Mascia (Presidente della Fasi) la quale, scusandosi per l’assenza, ha delegatoTonino Mulas (Presidente onorario della FASI) a porgere i doverosi saluti e ringraziamenti. Il prof. Ranieri e il prof. Zucca hanno illustrato la ricerca svoltasi a aMont’e Prama attraverso un dialogo intenso tra il geofisico e l’archeologo, intervallato da immagini dei recenti scavi e reperti e da grafici e dati scientifici del rilevazione del sottosuolo che hanno reso possibile la nuova scoperta.

Presente all’incontro anche il Comune di Como, nella persona del Sindaco Mario Lucini.

Mercoledì 25 febbraio 2015, ore 10.00 Aula Magna Polo Territoriale di Como

La conferenza che si è svolta presso l’Aula Magna del Polo Territoriale di Como del Politecnico di Milano è stata pensata, e così promossa, per gli studenti delle scuole superiori del territorio. All’incontro hanno partecipato 9 classi, accompagnate dai propri docenti. Oltre 300 persone. Il prof. Ranieri e il prof. Zucca hanno catturato l’attenzione del pubblico raccontando come sono arrivati a scoprire i nuovi Giganti di Sardegna sempre con un dialogo intenso tra il geofisico e l’archeologo, e intervallandolo con una ricostruzione storica della civiltà che ha prodotto gli eroi infranti ritrovati nel santuario di Mont’ePrama e una spiegazione scientifica di come sia stato possibile «vedere» nel sottosuolo.

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