di Alessandra Piredda
A tu per tu con Giuliana Biasioli, vedova da sei anni, a causa della SLA , che ha sottratto alle sue braccia il marito Eugenio Concas. “Quando mio marito ci ha lasciati aveva 43 anni- racconta- io invece oggi ne ho 46, un’età che lui non conoscerà mai.” Parla serena della sua storia e racconta quanto amore lei abbia ricevuto dal proprio uomo, anche in quei momenti bui, dove la solitudine è un amico con cui convivi alla fine, mentre tutti ti sono intorno ma nessuno ti è veramente vicino. “Gli amici sono stati un balsamo – continua Giuliana- è la famiglia che ti scegli e che ti sorregge in momenti duri come questo. La Sla è una malattia di cui si sa e si parla poco – prosegue – io stessa quando è stata diagnosticata ad Eugenio non sapevo neppure come si scrivesse. Sentendo mio marito per telefono a comunicare gli esiti degli esami avevo chiesto lo spelling della parola”. “La rabbia che si prova non si può descrivere- racconta -avresti voglia di spaccare tutto – dice – di perché questa malattia è una bestia che non ti da margini di uscita, che non ti regala nessuna speranza, che ti divora piano piano inesorabilmente.” Un “mostro nero” come canta Jacopo, 17 anni il figlio maggiore della coppia, con un pezzo su Youtube che ti attraversa la schiena con mille brividi quando dice a suon di rap: “Sotto la pioggia indosserò ogni tua speranza ” e occlude con un finale “la SLA è una malattia che immobilizza il corpo e il 5 marzo del 2009 ha spazzato via la vita di mio padre “. Un modo meraviglioso di esprimere il dolore, per mezzo della musica, che è una grande giostra, aperta ad ogni forma di sentimento. Anche il dolore può trovare conforto. Resta l’esempio oggi per i due ragazzi di un padre amorevole che ha regalato sempre tanta forza a tutti. Si dice fortunata per aver avuto tanti anni accanto l’amore vero, quello che sogna ogni donna, l’amore che fa stare bene. Poi c’è Niccolò, di 14 anni, altra ragione di vita e di gioia oggi, per una donna che riceve il riconoscimento presso la Fondazione Banco di Sardegna con il “Premio solidarietà Donna 2015”, promosso dall’associazione “Socialismo Diritti Riforme” e dalla Fidapa di Cagliari. “Provo un profondissimo senso di imbarazzo per questo premio -afferma Giuliana – io non ho fatto niente di eroico o speciale, ho solo agito seguendo il mio cuore, quello che avrebbe fatto qualsiasi donna che ami il proprio uomo. Ho conosciuto donne giovanissime, belle come il sole e malate di SLA -continua – questo premio non va a Giuliana, ma a tutte le donne che combattono, a tutte coloro che lottano come compagne, come sorelle, come madri. Questo premio appartiene ad ognuna di loro.”