Camminare per guadagnare salute e per riscoprire con un occhio differente la nostra isola. Camminare non solo per calpestare sabbie bianche o per immergersi in acque di color turchese, ma per conoscere un’altra Sardegna, la meno pubblicizzata ed accattivante, la meno accessibile, la più amata dagli spiriti avventurieri che non rinunciano al brivido di una prospettiva ad alta quota o più semplicemente al passaggio lungo sentieri inerpicati, dove solo mufloni, cinghiali o le anime di antichi pastori parrebbero quasi aver visitato. Immaginare di poter raggiungere una delle gole più profonde d’Europa come Su Gorroppu dove la leggenda narra che superando i 450 metri sia possibile osservare le stelle in pieno giorno, oppure spingersi fino al Supramonte ed in Barbagia per apprezzare da vicino peonie e orchidee selvatiche con la testa all’insù richiamati dal grido di un astore, o ancora calpestare i 3600 ettari dell’oasi di Monte Arcosu dai picchi granitici e rigogliosa di torrenti; sono solo alcuni esempi di itinerari di diversa difficoltà che con una minima preparazione preliminare possono affrontare tutti migliorando mente e corpo a costo zero.
BENEFICI DEL CAMMINARE Essendo un movimento innato nell’uomo, tant’è vero che si acquisisce spontaneamente nello stadio di sviluppo, camminare non necessita di sforzi eccessivi né causa traumi all’apparato locomotore. E’ la più semplice delle attività fisiche, si può praticare ovunque e regala benefici straordinari in particolare nei confronti di patologie come l’ipertensione,cancro, sovrappeso, diabete, stress. Secondo una ricerca pubblicata sulla rivista The Lancet gli studi in materia convergono tutti nella stessa direzione sostenendo che camminare almeno 20 minuti al giorno possa servire ad abbattere i rischi di infarto, ictus e diabete. E’ un’attività adatta a tutte le età e potrebbe contribuire a ridurre l’incidenza dell’obesità infantile, la quale sta avendo una crescita esponenziale a causa della vita sedentaria dei bambini e al consumo di cibi ipercalorici; è benefica per le persone anziane in quanto secondo studi recenti condotti dalla Queensland University of Brisbane (Australia), mezz’ora di camminata anche sotto casa sembrerebbe arrestare l’evoluzione dell’artrite, un male inevitabile con l’avanzare dell’età. Camminare aumenta la produttività, stimola le difese immunitarie e risveglia la tiroide quando è troppo pigra; aspetto non meno importante aiuta a migliorare l’umore riducendo gli ormoni dello stress prodotti durante la giornata. Sembrerebbe inoltre aumentare la creatività del 50% soprattutto se ci si trova in un contesto naturale dove i colori dell’ambiente e l’aria pulita hanno un effetto benefico sul cervello. Gli esperti americani dell’American college of sports medicine hanno indicato il 2014 come anno della rivoluzione del fitness; il loro obiettivo è convincere tutti a muoversi, partendo appunto dalla camminata ed incrementando nel tempo l’attività fisica con una combinazione di esercizi aerobici, stretching e rafforzamento muscolare.
FITWALKING, L’EVOLUZIONE DELLA CAMMINATA Negli ultimi anni sta avendo parecchio seguito una disciplina inventata dall’ex-campione di marcia Maurizio Damilano, ilfitwalking, paragonabile per certi versi alla marcia ma che a differenza di essa non può essere competitiva. Questa tecnica nella pratica elimina i difetti legati al semplice camminare: il passo è più spedito, i movimenti sciolti e fluidi, le braccia devono oscillare al ritmo dell’andatura. Per essere considerata sportiva la camminata deve superare i 6 km/h ma è consigliabile non forzare troppo; gli allenamenti devono essere piacevoli e mai stressanti.
NOTE DI POESIA
Eo so Galusè, logu delissiosu de incantu, firm’inoghe su pe o passizzeri, cust’est logu santu, deo cunfid’in te, zelt’as accurrer a mi dare vantu, cun bellas cumpagnias, a t’infriscare de sas abbas mias.
Io sono Galusè/contrada confortevole d’incanto/ ferma quivi il tuo pié/ o passeggero/questo è luogo santo/confido sempre in te/ di certo accorrerai per darmi vanto/con liete compagnie/ a trar frescura dalle acque mie. Galusè, Peppinu Mereu
Ja est bennida s’ora, chi cantat sa die; su pessamentu mi piccat, e isporat su coro.
Ma si podia bolare…non fit bastada sa forza ‘e su bentu, che un astore chi bolat in artu, ch’aìo sichiu in chelu, s’anzelu meu.
Già è venuta l’ora in cui canta il giorno; il pensiero mi prende e mi pesa sul cuore. Ma se potessi volare…non sarebbe bastata la forza del vento, che come un falco che vola su in alto, avrei seguito in cielo l’angelo mio.
Su bolu ‘e s’astore, Tonino Puddu
* Focus Sardegna