di Ilaria Muggianu Scano *
“Se non imparo nel modo in cui tu m’insegni, insegnami come io imparo”. Monica Tronci, quarantenne di Terralba, pare proprio aver applicato il saggio fondamento pedagogico del grande scrittore cagliaritano Bruno Tognolini e con la semplicità di un’idea strega da anni i bambini di tutta l’isola. L’ingrediente del suo incantesimo? La plastilina. Da sempre adorata dai più piccini per le mille possibilità di plasmare – e per giunta farlo coi colori – la creatrice sarda riesce a scovare una potenzialità nuova nel suo strumento: creare un mondo d’animali. Il progetto della scrittrice sarda è un universo organico pluriconcettuale che parte dai laboratori nelle scuole di tutta la Sardegna, prosegue con i tutorial sul canale personale di YouTube e converge su un primo libro, o meglio un “plastilibro”, di gran successo: “Sa vida in su sattu”, a cui fa seguito il secondo volume “Is bidrureddas”, pubblicato poche settimane fa. Le opere, accompagnate dalle amene filastrocche in lingua sarda, mostrano il magistrale lavoro manuale di Monica.
I tuoi libri sono bilingue. Come mai hai deciso di impiegare anche la lingua sarda per esprimerti? Ho iniziato a scrivere le filastrocche in sardo e mi sono stupita di quante cose avessi incamerato negli anni tra parole e gemme di saggezza popolare. Successivamente mi sono divertita a metterle in rima, pensando ai bambini che le avrebbero lette, prima o poi. Il mio obiettivo, all’inizio, era pubblicare le illustrazioni in plastilina, ma quando ho iniziato a scrivere ci ho preso gusto e ho pensato che la melodia della nostra fonetica avrebbe portato i bambini ad appassionarsi alla lingua, che per molti sta diventando straniera. Sono felice ogni volta che una maestra mi chiede il libro da impiegare come strumento scolastico per l’apprendimento di tante parole nuove.
Che differenza c’è tra il primo e il secondo volume? Il primo libro parla degli animali e della vita contadina di un tempo. Nel secondo parlo di ortaggi e punto sui colori, le forme, la stagionalità e il comprare a chilometri zero, il tutto sempre in rima e in modo giocoso e divertente. Come per il primo, avvierò dei laboratori di lettura e creazione dei personaggi per i bimbi. Ho inoltre preparato dei laboratori di disegno, il mio primo amore. Durante la preparazione del nuovo libro ho sentito tutto il carico della consapevolezza e dell’esser uscita dalla dimensione dilettantistica, apprensione che ho convertito in perfezionamento dell’opera: ad esempio ho curato ancor più profondamente l’impiego della lingua sarda ricorrendo ad un esperto. Il fatto di aver scritto in sardo ha suscitato molto interesse da parte degli addetti ai lavori ma anche delle mamme, delle insegnanti e certo dei bimbi. Sono entusiasta di quanto ho fatto fin’ora e sto preparando un altro lavoro che parlerà del grano, dalla semina al pane in tavola, anche questo in sardo, tra rima e prosa. Lo integrerò con le illustrazioni da me realizzate a mano con le matite colorate.
Il bilancio? Sono sempre più convinta che la nostra lingua vada salvaguardata con ogni mezzo ed è per questo che aggiungerò un supporto audio perché è bello sentire recitare le filastrocche, oltre che leggerle.
* La Donna Sarda