di Lucia Cossu *
Le storie ci fanno bene. Daniela Melis ha un grande sorriso contagioso, due occhi neri vivaci che ti prendono per mano e ti conducono dentro un discorso cadenzato e deciso. Ventotto anni e mai una scelta banale, triennale e magistrale in Scienze politiche a Cagliari, sempre in corso e con il massimo dei voti, e lunghi periodi trascorsi all’estero. Daniela vive in una splendida cittadina arroccata nel lato solatio del Gennargentu, Desulo, ma sin da ragazzina quei castagni secolari e quelle storie di transumanza sono un orizzonte troppo stretto per lei. Una grande forza di volontà e il desiderio di conoscere la spingono a non assecondare un destino che l’avrebbe voluta impiegata nel già avviato negozio di famiglia. Due occhi grandi vogliono osservare il mondo e vogliono raccontarlo, decide ben presto di lasciare il paese. Scelte sempre ragionate la portano da Cagliari a Nottingham, da Nottingham in Grecia. Daniela si sente sempre più libera, affronta la solitudine, i continui cambiamenti, le difficoltà quotidiane date dal suo essere donna, straniera, sola.
Salonicco è meravigliosa, Daniela lavora presso la Camera di commercio e ben presto inizia ad amare il paese e la sua gente. “Halarà, sembri greca”, le dicono, e lei, con il suo temperamento energico, è riuscita a entrare in sintonia con lo spirito greco; halarà, lavora con calma, lei rallenta il suo fare. Legge tanto. E confrontandosi con le opere di autori sardi, scopre a migliaia di chilometri di distanza un’immagine differente della Sardegna e di se stessa, così da sentire la necessità di riappropriarsi del suo essere donna sarda. Il detto la casa è ovunque si stia bene e in pace con se stessi vale anche a ritroso. Daniela ritorna a Desulo, ora non ha più paura di annoiarsi o di perdersi, si occupa di comunicazione per aziende ed enti, vive con Deborah, la sorella diciassettenne. Si riappacifica con le sue radici, le riscopre, ora le sa leggere con occhi nuovi, con quello sguardo cosmopolita che l’ha riportata a casa consapevole, che le ha fatto capire chi sia e cosa voglia, quello sguardo che ha dato un senso agli incontri che hanno arricchito la sua storia. Le storie, appunto. Personaggi e pensieri affollano la mente e Daniela decide di raccontare e raccontarsi. Così nasce Controvento il blog scritto a quattro mani con Ilaria, l’amica inseparabile conosciuta in Grecia. Daniela e Ilaria scrivono fuori dal coro, prendendo spunto dagli incontri che le hanno colpite e coinvolte. Daniela le storie impara anche a confezionarle con ago e filo. La nonna le ha insegnato l’arte antica del ricamo desulese. Con gli antichi motivi geometrici e floreali Daniela racconta i nostri giorni. Tzia Peppina Frore non è solo una ricamatrice, è l’ultima donna di Desulo che confeziona l’abito tradizionale. Daniela sente il peso e la responsabilità della tradizione del suo paese e della sua famiglia. Deve imparare a confezionare il vestito! E proprio a questa giovane donna curiosa e intelligente spetta il compito di proseguire una storia millenaria!
* La Donna Sarda