Il Priorato di Santa Maria di Sea (Banari): ospedaliero o vallombrosano? Il rituale di Apertura della Porta Santa di San Michele di Salvennero (Ploaghe) e di Santa Maria di Sea (Banari), ricerca storica sul Meilogu di Giovanni Deriu, Salvatore Chessa e Marcello Derudas
È in uscita, per i tipi della Nuova Stampa Color di Muros, il Supplemento al Tomo II di Meilogu. Il Priorato di Santa Maria di Sea (Banari): ospedaliero o vallombrosano? Il rituale di Apertura della Porta Santa di San Michele di Salvennero (Ploaghe) e di Santa Maria di Sea (Banari), che arriva alle stampe a completamento del precedente lavoro di Giovanni Deriu e Salvatore Chessa del 2014. Per quest’ultima opera, i due studiosi, si sono avvalsi del prezioso contributo del dott. Marcello Derudas. Il volume si divide in due parti: la prima è curata da Giovanni Deriu e Salvatore Chessa, che contiene un’analisi accurata dell’ordine religioso del Priorato di Santa Maria di Sea, per verificare se fosse ospedaliero o vallombrosano. Un intero capitolo dell’opera, è dedicato alla villa di Sea, ormai scomparsa da secoli e alla chiesa di San Giacomo Minore, ridotta ad un misero cumulo di sassi, mentre la seconda parte, che è curata da Marcello Derudas, parla del rituale di apertura della Porta Santa di San Michele di Salvennero e di Santa Maria di Sea. Questo capitolo, è arricchito da una dettagliata scheda artistica sulla stessa chiesa di Salvennero e corredato da esaurienti note storiche e bibliografiche, oltre che a contenere una ricca cartografia attinente alle chiese medioevali del territorio di Banari e della Curatoria di Figulinas. Completano il volume una vasta bibliografia e una notevole rassegna fotografica. Il 17 gennaio prossimo, il libro sarà presentato a Banari, nella Biblioteca Comunale “Barone Sassu” con inizio alle ore 18, successivamente altre presentazioni sono previste a Ploaghe, Sassari e Florinas.
Marcello Derudas. Laureato in Filosofia e Storia, ha compiuto studi anche in Archivistica e Biblioteconomia, con particolare attenzione per i Fondi storici archivistici e bibliografici inediti poco conosciuti. Collaboratore, in veste di bibliotecario e archivista, per il Fondo storico, presso il Convitto Nazionale Canopoleno di Sassari, della quale cura pure la conservazione dell’ingente patrimonio storico, artistico e culturale. Ha scritto anche numerosi articoli, in riferimento alle sue ricerche, come Dal Medioevo alla Maniera, Tesori nascosti della collezione Sanna di Sassari, La collezione Spano di Ploaghe e Il culto di Sant’Antioco a Sassari. Un contributo per la conoscenza di Sant’Antioco in Sardegna, pubblicato nel 2015, ma ha dato alle stampe anche una corposa monografia, in versione e-book nel 2012 e in versione cartacea nel 2013, intitolata Ossi. Storia, arte e cultura. Ha in corso di stampa anche una monumentale monografia intitolata Il Canopoleno di Sassari. Una finestra aperta su quattrocento anni di storia (1611 – 2011) e un’altra sull’Oratorio del Rosario di Sassari, nonché, un articolo sulla statua di San Nicola di Bari, della chiesa di San Nicola di Trullas a Semestene. Inoltre, ha in corso di stesura anche un saggio sugli arredi liturgici della Diocesi Turritana in età Tridentina e post-Tridentina. Dal 2013, collabora con la rivista online Fogli e Parole d’Arte, ma mediante diverse consulenze, ha contribuito anche alla stesura di non poche pubblicazioni inerenti alla storia sarda.
Gli altri due autori dell’opera, sono anche essi due ferrati studiosi, con un percorso culturale invidiabile. Giovanni Deriu, ordinario nei Licei, oltre che docente a contratto presso la cattedra di Lingua e Letteratura francese del Magistero di Sassari, ha scritto numerosi saggi e articoli storici inerenti il Logudoro centrale e l’Anglona. È del 1991 un suo studio dei centri storici medioevali del Meilogu, mentre quello su “L’insediamento umano medioevale nella curatoria di Costa de Addes”, è del 2000. Risale al 2008, invece, il saggio “Il Colle del Diavolo”, di Gavino Cossu, tra finzione e realtà. Sempre del 2008, è Costa de Addes: insediamentu medievale e paristòria de su re de Rebeccu. Nel 2009, ha scritto “Paristòria de Semestene. Sa tzitade de Truddas e sos caddos birdes, mentre “Sedini e Speluncas nel Seicento all’epoca della rivalità tra gli Anchita e i Brundanu”, è stato scritto nel 2012 e nello stesso anno, ha scritto anche gli eBook “L’assetto territoriale dell’odierno Meilogu dal Basso Medioevo ai giorni nostri (Secoli XI – XXI)” e “L’insediamento umano medioevale nella curatoria di Costa de Addes”. Gli ultimi lavori tra il 2012 e 2013, sono: “Sèdini e Speluncas in su Seschentos in su tempus de sa cuntierra intre sos Anchitas e sos Brundanu”; “Sa Roca de sos Sacos: da Semestene una narrazione magica”; “Da Rebeccu a Bonorva. L’insediamento umano medioevale nella curatoria di Costa de Addes”.
Salvatore Chessa, Laureato in materie letterarie e insegnante nelle scuole superiori, nel 2002, ha dato alle stampe un’indagine storica relativa a “L’insediamento umano medioevale nella curatoria di Montes” e insieme ai suoi alunni, nel 2006 – 2007, ha fatto una ricerca su Le dimore rurali in Sardegna, con particolare riferimento al Monteacuto, al Goceano, al Meilogu e alla Gallura, realizzando una edizione limitata ad uso esclusivo del Liceo Socio Psico Pedagogico “Duca degli Abruzi” di Ozieri. Notevoli anche i suoi articoli su Semestene e in particolare quello del 2008 dal titolo “Sa Cresia de Santa Rughe, nonché, Una chirca in territoriu de Giave: Pinnetas e pinnetos del 2009.
Congiuntamente, Deriu e Chessa, hanno pubblicato ben quattro volumi: Semestene e il suo territorio dal Basso Medioevo agli inizi dell’Epoca Contemporanea (2003); La Chiesa di Santa Croce di Semestene. Fonti scritte e testimonianze orali (2007); Ricerche su Giave (2008); L’assetto territoriale dell’odierno Meilogu dal Basso Medioevo ai nostri giorni con particolare riferimento alle curatorie di Meilogu e Costa de Addes, in Meilogu tomo I (2011); Sas biddas medievales in sa curadoria de Costa de Addes. Comunes de Bonolva e Semestene (articolo del 2012).