In Sardegna crescono le imprese al femminile che si dimostrano anche più affidabili di quelle guidate dagli uomini. Cagliari è la provincia con il maggior numero di aziende in rosa mentre Nuoro è quella con la percentuale più alta di imprenditrici. E quando scelgono di fare business le donne sarde puntano soprattutto al commercio, ai servizi alla persona e all’agricoltura. Sono questi i principali dati diffusi nel corso della tavola rotonda “Affidabilità delle imprese femminili e credito”, promossa dalla Aidda l’associazione imprenditrici e donne dirigenti d’azienda.
I numeri. Al terzo trimestre 2014, sull’isola risultano registrate 167.076 imprese e di queste 37.242 sono gestite da donne, con un tasso di “femminilizzazione” del 22,30 per cento, superiore alla media nazionale pari al 21,4 per cento. Un risultato che viene confermato anche tra le imprese giovanili che in Sardegna sono cresciute del 6 per cento negli ultimi sei mesi. Così su 16.917 aziende under 35, ben 4.828 sono guidate da donne, con un tasso di “femminilizzazione” del 28,54 per cento, mentre quello italiano arriva solo al 27,69 per cento. Un quadro che non si discosta troppo da quanto accade nel resto della Penisola dove tante ragazze stanno affrontando la crisi occupazionale costruendosi un’impresa. Complessivamente in Italia le imprese femminili sono 1.297.544, il 21,45 per cento delle 6.049.220 registrate al 30 settembre. In sei mesi il numero è cresciuto dello 0,8 per cento contro lo 0,4 per cento dell’intera base imprenditoriale. Lombardia, Lazio e Campania sono le regioni con il maggior numero di aziende in rosa. Ma è in Molise, Basilicata e Abruzzo che il tasso di femminilizzazione del tessuto produttivo raggiunge il massimo. Le province sarde. Analizzando i dati che arrivano dalle quattro province sarde, emerge che nel Nuorese c’è la maggiore percentuale di imprese femminile, che arriva al 23,98 per cento mentre la provincia di Cagliari ne ospita il maggior numero in valore assoluto: 15.397 aziende “rosa” sulle oltre 69mila complessive. Segue Sassari con 12.143 imprese guidate da donne (21,75 per cento), Nuoro dove ce ne sono 6.593 (23,98 per cento) e infine Oristano che ne ospita solo 3.109 (21,61 per cento).
I settori. Le imprenditrici scelgono principalmente commercio e agricoltura (46 per cento) anche se la percentuale di ditte femminili raggiunge livelli decisamente superiori alla media in altri ambiti come quelli dei servizi alla persona (49,7 per cento), la sanità e l’assistenza sociale (38,4 per cento), l’istruzione (29,4 cento), l’alloggio e ristorazione (28,9 per cento). E ancora: stando ai dati forniti dall’Osservatorio dell’Imprenditoria femminile di Unioncamere-InfoCamere, generalmente le donne scelgono la forma societaria più semplice, ossia quella individuale (65 per cento), anche se le cooperative raggiungono un’incidenza del 20,6 per cento di quelle registrate complessivamente a livello nazionale.
L’affidabilità. Da uno studio condotto da Cribis D&B – società del gruppo Crif specializzata nelle business information – viene confermato il dato sulla maggiore affidabilità e puntualità nei pagamenti delle imprese sarde guidate da donne. Le aziende “rosa” hanno un grado di “rischiosità elevata” più basso rispetto del 12 per cento rispetto a quelle gestite da uomini, mostrando una maggiore capacità di rispettare gli impegni presi con i fornitori. Dunque la “rischiosità bassa” risulta più alta del 14,46 per cento rispetto all’imprenditoria maschile. Per quanto riguarda i pagamenti, inoltre, le società al femminile registrano le migliori performance: nel terzo trimestre 2014 il 34,36 per cento ha rispettato i termini concordati, contro il 24,06 per cento delle aziende guidate da uomini. Un dato significativo se si considera che in generale, in Sardegna questa cifra è superiore rispetto alla macroarea Sud e Isole ferma al 23,8 per cento, ma nettamente inferiore a quella della media italiana, che sale al 37,5 per cento. Su questo fronte le province più virtuose sono quelle di Nuoro e Oristano con una puntualità nei pagamenti rispettivamente pari al 29,5 per cento e al 29,3 per cento. Tuttavia dal 2010 a oggi, la situazione è peggiorata nettamente con i gravi ritardi cresciuti del 153,4 per cento. Si viene retribuiti maggiore con puntualità nei settori dei servizi finanziari (47,7 per cento) e dell’agricoltura, foreste caccia e pesca (35,5 per cento) mentre risultano in crisi l’industria (18,6 per cento) e l’edilizia (19,9 per cento). «Credo che sia arrivato il momento di ‘dare credito’ alle imprese femminili per il contributo che possono offrire alla ripresa dell’economia e allo sviluppo», ha evidenziato Caterina Montaldo, presidente di Aidda Sardegna. «Occorre superare la fase di ‘diffidenza’ se così possiamo dire, che in passato ha caratterizzato il rapporto donne e credito, mettendo in campo tutti gli strumenti disponibili per riaprire i flussi di credito a favore dell’imprenditoria femminile», ha concluso Montaldo.
«Anche in Sardegna le donne stanno mostrando un grande coraggio nell’affrontare questa difficile fase economica. Anche se la strada per una vera parità è ancora lunga, le donne, soprattutto le più giovani e intraprendenti, stanno trovando spazi sempre maggiori per emergere nel mondo del lavoro sia gestendo un’impresa propria, sia competendo ad armi pari con gli uomini per stare sul mercato», hanno commentato Rosanna Musu e Valentina Codonesu, rispettivamente presidente e coordinatrice regionale della Cna Impresa Donna Sardegna.
le donne sono più affidabili e responsabili