di Roberta Sanna *
Caterina Murino, ormai stella del cinema francese, e con il film “Il seme della discordia” di Pappi Corsicato, diva anche in Italia, ha appena conquistato anche il pubblico televisivo con la sua Penelope nella fiction andata in onda in quattro puntate a dicembre su RaiUno. “Il ritorno di Ulisse” al fianco di Alessio Boni, quasi mezzo secolo dopo la famosa Odissea diretta da Franco Rosi con Bekim Fehmiu e Irene Papas, è nata da una coproduzione internazionale, con la regia di Stéphane Giusti, che insieme a Raifiction ha visto il coinvolgimento di ARTE France, il canale culturale franco-tedesco. Ora l’attrice, che ha appena trascorso in famiglia a Cagliari il periodo natalizio, torna a dedicarsi al teatro con “Doppio Sogno”, tratto dall’omonimo racconto di Schnitzler che ha ispirato Stanley Kubrick per il celebre “Eyes Wide Shut”. Lo spettacolo sbarcherà in Sardegna il 19 gennaio al Teatro Civico di Alghero, per proseguire la tournée ad Arzachena, Nuoro, Santa Teresa Gallura, San Gavino e Tempio Pausania. «Giancarlo Marinelli, il regista, non si è ispirato al film, ma ha ricreato una fase drammatica della psiche di Schnitzler. Il trauma vissuto nel momento in cui l’autore scriveva questo romanzo: il suicidio della figlia quindicenne. A partire da questo ha riscritto e sviluppato l’adattamento», spiega Caterina Murino, che sarà in scena con Giorgio Lupano e Ivana Monti. «Restano due omaggi a Kubrik : la musica e il cambiamento del mio nome da Albertine a Nicole, ma qui si ferma. Quindi tutto quello che si ricorda di “Eyes Wide Shut”, il connubio di psicodramma sessuale della gelosia e dell’infedeltà di Albertine e della follia gelosa di Fridolin, è presente in maniera minore. È sicuramente più approfondito il lato psichico del racconto. Ma soprattutto c’è il trionfo dell’amore con l’A maiuscola. Non voglio svelare tutto… però quel clima scabroso che la gente ricorda del film è una piccola componente, si va aldi là di quello che Kubrik si è fermato a raccontare». Insomma questo “Doppio sogno” sarà un inno all’amore in tutti i sensi, sottolinea l’attrice, che consiglia agli spettatori di fare molta attenzione nei primi 15 minuti «perché verranno dati dei codici, per capire la pièce e il filo rosso, fino alla fine». Con Dona Flor e Salammbò, le due figure femminili recentemente interpretate anche sui palcoscenici sardi dalla Murino, la protagonista di “Doppio sogno” completa un trittico di «personaggi molto romantici, ispirati da un grande amore per il proprio uomo. Amore molto tormentato quello di Salammbò, che fa uccidere il proprio uomo, Dona Flor vivrà per sempre con il suo grande amore, e anche Nicole/Albertine viene mossa solamente dall’amore. Quindi per me sono tutt’e tre delle eroine romantiche». Per l’attrice il personaggio di Nicole/Albertine che nella prima parte appare molto frivolo, in realtà, spiega, «viene descritta così sia dalla figlia che dalla suocera, un personaggio che nel romanzo non esiste, inventato da Marinelli e che è interpretato da Ivana Monti, attrice feticcio per il regista. Ma invece scopriremo alla fine qualcosa, il tirante, il filo rosso, che aiuterà il marito ad uscire dall’incubo». Il prossimo personaggio femminile nei programmi teatrali di Murino sarà Medea. «Il mio amico regista Orlando Forioso ha scritto per me una Medea, atto unico che ho già interpretato al Teatro di Bastia che l’ha prodotto» racconta. «Spero di tutto cuore di poterlo portare presto anche in Italia e quindi in Sardegna». Desiderio che dal palcoscenico si allarga, inappagato, al cinema. Caterina Murino è ormai un attrice di livello internazionale, ha appena finito un film francese e uno americano che usciranno nel 2015. A giugno finirà di girare «con un nostro bravissimo attore una serie televisiva italiana, della quale sentirete parlare tra breve», annuncia. Eppure l’opportunità di girare un film in Sardegna non si è mai presentata, rivela con amarezza. «Non sono stata mai chiamata. E sinceramente soffro un bel po’ di questo. Ahimè, spero che arriverà. Ma non ho mai ricevuto un copione dai registi sardi, ce ne sono di bravissimi, ma neppure con tutti i film che si fanno… Non sono nelle loro menti. Questo mi fa un po’ male, devo dirlo. Spero davvero che un giorno arriverà qualcuno che mi proporrà un film che si potrà fare qui in Sardegna».
* Nuova Sardegna