SARROCH E IL BENZENE DELLA SARAS: IL REGNO DELLA LEUCEMIA INFANTILE


di Stefano Deliperi

“Quattordici casi di tumore al sistema emo-linfatico su 5.500 residenti. Le leucemie colpiscono a Sarroch il 30% in più al resto della Sardegna e potrebbero esser collegate al benzene distribuito nell’aria dalle grandi industrie a stretto contatto con case e palazzine”. Così scrive Paolo Carta, sull’edizione del 29 novembre 2014 del quotidiano L’Unione Sarda. Scrive onestamente dei risultati presentati lo scorso 28 novembre 2014 presso il Comune di Sarroch (CA) del Progetto “Sarroch Ambiente e Salute”, in corso dal 2005 e coordinato dal prof. Annibale Biggeri, statistico dell’Università degli Studi di Firenze. Il Progetto e i relativi risultati, di cui è titolare il Comune di Sarroch, non è disponibile sul sito web istituzionale, ma le relative informazioni vengono distribuite con il contagocce, su richiesta. Al sindaco di Sarroch Salvatore Mattana, per esempio, non è andata giù la “rappresentazione non corretta e fuorviante della situazione, oltretutto, senza sottolineare i risultati positivi raggiunti attraverso gli studi nel miglioramento della qualità dell’aria e dello stato di salute dei cittadini ed il lavoro svolto dagli studiosi” (L’Unione Sarda, 3 dicembre 2014) e, oltre che sul quotidiano regionale, non l’ha mandata a dire ovviamente sul proprio sito web istituzionale. A parte il fatto che Paolo Carta aveva esplicitamente parlato del miglioramento riguardo le malattie dell’apparato respiratorio, il sindaco Mattana dimentica diversi altri particolari non secondari, per non dire altro. I 75 bambini delle scuole elementari e medie di Sarroch (CA) costituenti il campione della ricerca “presentano incrementi significativi di danni e di alterazioni del Dna rispetto al campione di confronto estratto dalle aree di campagna” (Burcei, in Provincia di Cagliari). Questo è uno dei passaggi fondamentali della ricerca svolta da otto ricercatori di assoluta fama internazionale (Marco Peluso, Armelle Munnia, Marcello Ceppi, Roger W. Giese, Dolores Catelan, Franca Rusconi, Roger W.L. Godschalk e Annibale Biggeri) e pubblicata nel 2013 sulla prestigiosa rivista internazionale di epidemiologia dell’Università di Oxford “Mutagenesis”. Risultati altamente preoccupanti (a tacer oltre) “in linea con quelli ottenuti da altri studi simili come quelli compiuti alla centrale termica di Taichung in Taiwan e a Pancevo, dove si trova il più grande polo petrolchimico della Serbia”, due fra i siti più conosciuti dagli epidemiologi quali luoghi a rischio di neoplasie e altre malattie provocate dall’inquinamento atmosferico. Il sindaco Mattana informa quindi i propri concittadini dei “miglioramenti … in virtù delle azioni adottate negli ultimi anni e che proseguono per aumentare il livello di conoscenza e contribuire a migliorare l´ambiente e lo stato di salute della popolazione”, ma non si ricorda una sua parola in merito agli “incrementi significativi di danni e di alterazioni del Dna” nel campione di bambini sarrochesi e si devono tristemente registrare le espressioni di stizza nei confronti della doverosa citazione giornalistica del “30 per cento in più al resto della Sardegna” di “casi di tumore al sistema emo-linfatico”. In buona sostanza, vi sono alterazioni e danni al d.n.a. infantile e abnormi casi di leucemia a Sarroch, ma il silenzio è apprezzato nelle stanze istituzionali. Altrove ci sarebbero state reazioni veementi, qui in Sardegna, invece, quasi tutti tacciono. Che società è quella che permette silente l’avvelenamento dei propri bambini? Evitiamo noi sardi una volta tanto vittimismo e ignavia, è necessario realizzare bonifiche ambientali, riconversioni economico-sociali e anche almeno un po’ di giustizia. Con un impegno in prima persona. Non siamo stati, non siamo e non saremo complici di questa vergogna. Abbiamo in proposito coinvolto (23 febbraio 2013) tutte le amministrazioni pubbliche competenti, interessando contemporaneamente la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari. E continuiamo, con i mezzi a disposizione a fare informazione. Ecco allora qualche elemento in più. Sono i dati provenienti dal Registro europeo delle emissioni European Pollutant Release and Transfer Register (E-PRTR). E’ vero che nel 2012 le emissioni di anidride carbonica (CO2) prodotte dagli impianti industriali sardi sono diminuite del 4% (cioè 12.936.000 tonnellate) in rapporto al 2011, ma si tratta sempre del 22,5% in più rispetto ai limiti assegnati dall’Unione europea. Il risultato, poi, è dovuto alla diminuzione delle attività industriali rispetto all’anno precedente. Scenari confermati dal recente Rapporto Air Quality 2014, sulla qualità dell’aria in Europa. La parte del leone la fanno – proprio a Sarroch – gli impianti Saras s.p.a. con 5.930.000 tonnellate di anidride carbonica (CO2) emesse nell’aria, insieme a 8,19 tonnellate di benzene, 3.790 tonnellate di anidride solforosa (SO2), 2.430 tonnellate di diossido di azoto (NO2) e tante altre amene sostanze. Solo un’ultima considerazione: avran tempo e voglia prima o poi in quel di Sarroch di occuparsi del d.n.a. dei propri bambini alterato dai fattori inquinanti? Avran tempo e voglia di occuparsi del picco dei casi di leucemia? Avran voglia prima o poi di vedere il dio industria per quel che è, nudo.

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Un commento

  1. Ci avvelenano, consapevolmente e in modo beffardo, ricordandoci che loro ci offrono il lavoro, ma questo lavoro
    Invece di consentirci di vivere ci porta dritto alla morte, che se lo tengano,
    Poi un’altro aspetto non di poca importanza che la SARAS ha nei confronti dell’isola è che non ci riconosce l’imposta
    Di fabbricazione della produzione totale, ma solo della quota parte consumata in sardegna,
    Detta in soldoni, a noi spetterebbero 4,5miliatdi di euro, ce ne danno a malapena 600 mila.LADRI IN COMPLOTTO CON LO STATO.

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