di Paolo Pulina
L’Associazione di Promozione Sociale, Culturale e Ricreativa “Amedeo Nazzari” e Amici della Sardegna di Bareggio e Cornaredo (Milano) aveva finora a Bareggio, in Via Madonna Pellegrina, un funzionale centro operativo, ma il direttivo del Circolo, guidato dall’infaticabile Presidente Franco Saddi, non aveva mai rinunciato all’idea di poter fruire di locali più spaziosi, adeguati alla mole delle proprie iniziative sociali e culturali, e possibilmente collocati in una zona centrale della cittadina, quindi in una posizione che rendesse la “casa dei Sardi” ben visibile agli occhi dei bareggesi. Questo tenace lavoro di ricerca ha dato alla fine i suoi frutti e, da domenica 21 dicembre 2014, l’Associazione ha una nuova, più ampia sede in uno stabile di proprietà della Curia (in Via Concordia 1) proprio accanto alla chiesa parrocchiale “Santi Nazaro e Celso” guidata da don Luigi Verga.
È stato proprio don Luigi a benedire i nuovi spazi nel corso della manifestazione ufficiale della loro riattivazione al servizio delle molteplici funzioni svolte dal Circolo sardo.
Dopo i saluti del Presidente Franco Saddi, le numerose autorità civili presenti all’inaugurazione (il Sindaco di Bareggio, Giancarlo Lonati; l’Assessore alla Cultura di Bareggio, Simona Tagliani; il Sindaco di Cornaredo, Juri Santagostino; l’Assessore alla Cultura di Cornaredo, Giacomo Manfredi; il Presidente emerito della FASI, Filippo Soggiu) e don Luigi hanno espresso parole di elogio nei confronti della costante attività sociale e culturale, e nella inesausta opera di raccolta fondi per interventi di solidarietà, del Circolo sardo, modello di comunità regionale integrata e integrante nel tessuto delle relazioni tra i cittadini di Bareggio e Cornaredo.
Ai soci e ospiti è stata quindi data la possibilità di visitare i diversi locali: a pian terreno tre distinti spazi per il bar, la cucina e la sala di ritrovo (in questa fa bella mostra di sé un grande forno da pizzeria, lasciato dai precedenti utilizzatori), un ampio ufficio turistico con gli scaffali dei libri della biblioteca ricca di testi sardi; al primo piano l’ufficio di presidenza e di segreteria e la sala-conferenze in grado di ospitare una cinquantina di persone.
Proprio in questa sala, nel pomeriggio, dopo un pranzo a base di prodotti sardi, si è tenuta la prevista manifestazione di cultura e solidarietà.
Le autorità intervenute la mattina per l’inaugurazione (per la FASI, però, al Presidente emerito, Filippo Soggiu, è subentrato il Coordinatore dei venti Circoli FASI della Lombardia, Antonello Argiolas) hanno ripreso la parola in rapporto alla ricorrenza del centenario degli inizi della prima guerra mondiale e in vista delle celebrazioni che nel 2015 saranno riservate alle eroiche imprese dei fanti della Brigata “Sassari”.
Il giovane studioso Manuele Marinoni, dottorando in Letteratura e Filologia italiana presso l’Università di Firenze, ha svolto una relazione su “Lo scrittore Giuseppe Dessì e la Prima Guerra Mondiale” analizzando in particolare “La trincea”, sceneggiato televisivo di Dessì mandato in onda dal secondo canale della Rai il giorno della sua inaugurazione, avvenuta il 4 novembre 1961 (la data ovviamente non fu casuale: come sappiamo, il 4 novembre 1918 segna per l’Italia la fine vittoriosa della prima guerra mondiale).
Ecco uno stralcio della relazione di Marinoni: «Nel 1961, un anno decisivo per la tradizione letteraria del Novecento, sul secondo canale RAI venne trasmessa una suite filmica dedicata alla prima guerra mondiale (è il 4 novembre) così composta: alcuni brani musicali di trincea; “La trincea” (testo di Giuseppe Dessì) e “Tutti quei soldati” (documentario realizzato su testi di Pier Antonio Quarantotti Gambini). Due voci periferiche, prestatesi alla ricorrenza dell’ “inutile strage”, che tentarono, seppure in modi e forme differenti, di dare voce e spazio alle pieghe dell’umano sottoposte ai frastuoni della guerra. Di particolare interesse è il filmato ricavato dal testo di Giuseppe Dessì (steso per l’occasione stessa). Il tempo della storia si duplica in un intreccio di memorie: lo scrittore sardo dà corpo a un testo volto a ripercorrere gli eventi salienti della conquista della trincea “dei razzi” da parte della Brigata “Sassari”, basandosi su un canovaccio fornitogli dalla memoria del padre stesso (protagonista in prima linea dell’impresa). Nonostante il paesaggio di guerra e la difficile condizione dei militari italiani (sardi nello specifico) tre sono i temi essenziali su cui vale la pena soffermarsi: la tenace dialogicità presente nel testo che permette il flusso di una sensibilità umana e di una partecipazione del senso comune, attraverso la quale si configura un insieme di relazione “umane” (nel senso più alto e civile del termine) tra i soldati e i loro comandanti (tutti figli della stessa terra e tutti con nel cuore la fragilità di qualcosa assente e lontano); il silenzio (tema centrale nella scrittura di Dessì) come drammatico momento esistenziale capace di originare significati pratici e analogie sentimentali; la nostalgia della propria terra, dolore della distanza dalla propria patria, dalla propria famiglia, dai paesaggi della vita e dell’anima (la Sardegna), dolore della distanza da se stessi».
Dopo l’approfondita analisi critico-letteraria del testo teatrale sviluppata da Marinoni sono state proiettate le immagini del filmato televisivo (durata: 52’34”) dell’atto unico di Dessì, “La trincea”, in cui sono raccontate le fasi salienti della conquista della trincea denominata “dei razzi” da parte della Brigata “Sassari” il 14 novembre 1915, episodio di cui fu protagonista anche il padre dello scrittore, maggiore Francesco Dessì Fulgheri.
Dopo la proiezione ha avuto luogo la cerimonia formale dell’edizione 2014 della “Festa della Solidarietà”.
Anche quest’anno, per la diciottesima volta consecutiva, l’Associazione, grazie al contributo volontario dei soci, ha donato il ricavato della annuale manifestazione estiva tenuta nella struttura attrezzata di Cornaredo (undici giorni di lavoro volontario durante i quali un centinaio di soci promuovono la gastronomia, la musica e la cultura della Sardegna) a famiglie e persone disagiate.
In chiusura della manifestazione, buffet di prodotti sardi e scambio degli auguri per le feste natalizie.
Da parte del Presidente e del Consiglio Direttivo, buone feste!
Buone Feste
Buone Feste e Saluti dai soci del circolo Gennargentu
Il circolo culturale “Quattro Mori” di Livorno augura Buon Natale e un felice Anno Nuovo
Auguri di buone feste a tutti