Negli ultimi mesi mi dava fastidio essere sempre etichettato come quello dell’Isola dei cassintegrati, dei naufraghi dell’ Asinara. E’ vero, di quella lotta splendida sono stato fra i protagonisti, ma nella mia vita ho fatto anche altro: sono stato un calciatore, amministratore pubblico, ho cambiato lavoro, negli ultimi anni ho persino fatto lo scrittore, con discreto successo. Ma il piccolo lupo Vinyls che è in me si è risvegliato oggi, dopo che è calato definitivamente il sipario sulla nostra vicenda: tutti i miei ex colleghi sono stati infatti definitivamente licenziati. Mi verrebbe perciò voglia di cacciare, di mordere le carni di coloro, e sono tanti, che ci hanno preso in giro in tutti questi anni, specie i personaggi del mondo politico, tutti venuti in passerella all’Asinara e alla Torre Aragonese sotto le luci delle telecamere, per prendersi un briciolo di popolarità e sublimare il loro deplorevole narcisismo, proporzionale alla loro inettitudine. Ma io stavolta non sparo nel mucchio, faccio nomi, e non me ne frega nulla, scrivo i nomi dei nostri principali carnefici, mettendone da parte tanti altri, che meriterebbero anch’essi una citazione. Il primo che viene in mente è Paolo Romani, attuale capogruppo di Forza Italia al Parlamento, ex Ministro dello Sviluppo Economico , ed ex inventore di Colpo Grosso, la trasmissione tutta tette e veline degli anni 80. In un ristorante a Porto Torres mi disse che lo avrei potuto sputare in un occhio se lui non avesse risolto la vertenza, Da quel giorno non l’abbiamo più visto. Un altro è Silvio Berlusconi, che quando ci ha ricevuto a Palazzo Chigi non ha saputo fare altro che raccontarci barzellette sconce di cui solo lui ed il suo fido Gianni Letta hanno riso. E Claudio Scajola, il predecessore di Romani? Fece saltare una riunione importantissima sulla vertenza perché proprio quel giorno gli avevano notificato l’avviso di garanzia sulla famosa casa del Colosseo, che qualcuno gli stava pagando a sua insaputa. Questi due personaggi hanno retto per anni uno dei più delicati ministeri della Repubblica e vi dico con certezza che qualsiasi lavoratore della Vinyls conoscesse l’argomento industria italiana meglio di loro. Ora Scaiola è stato sommerso dagli scandali, Romani lo abbiamo visto in tv cinguettare arzillo con l’attuale ministro delle Riforme Maria Elena Boschi. Ma vorrei parlare anche del nostro Presidente, di Giorgio Napolitano. Ci coprì di elogi al nostro incontro, ma nella realtà non fece assolutamente nulla, al pari degli altri. Ma ce n’è anche per coloro che prima erano all’opposizione e ora ci governano. Prendiamo Pier Luigi Bersani, venne anche lui all’Asinara, fece l’amicone, ma quando i fari della vicenda si spensero si dileguò come i suoi colleghi. Per ultimo lascio Paolo Scaroni, l’ex amministratore delegato dell’Eni: è lui quello che più di tutti ci ha voluto far chiudere, è lui che con la complicità dei Governi di questi anni ha mandato al macero non soltanto la Vinyls, ma tutta la chimica italiana, settore strategico per ogni Paese che si rispetti. E questo Governo Renzi? In linea con quelli precedenti: la chimica l’ha tranquillamente lasciata cadere nel burrone e si appresta a trasformare il nostro Paese in un immenso supermercato, luogo dove non si produce nulla ma si vendono i prodotti fatti da altri. Per finire l’unica certezza dei lavoratori della Vinyls è che saranno tutti licenziati, andando a fare compagnia ai milioni di disoccupati di cui nessuno ha mai parlato. La nostra vertenza è stata per mesi una delle più famose al mondo: l’Asinara, l’Isola dei cassintegrati. Io e miei compagni, ne abbiamo parlato in questi giorni, se possibile avremmo rifatto tutto quanto, anche se ci fosse il rischio di cadere nell’indifferenza generale della politica, come successo oggi. Noi comunque ringraziamo di cuore tutti coloro che in questi anni ci hanno sostenuto, non ci sentiamo degli sconfitti, siamo convinti di avere scritto una bellissima pagina del movimento dei lavoratori italiani. Forse negli anni a venire qualcuno si ricorderà di noi, dei molti politici che ci hanno tradito invece non si sentirà più parlare. Sarà questa la nostra rivincita: chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso.
* cagliari.globalist.it