Ambiente, arte, canto corale, etnografia e archeologia sono stati gli elementi che il 6 dicembre scorso hanno accolto i visitatori del “Praetorium di Is Bangius”, situato in un contesto paesaggistico eccezionale nell’agro di Marrubiu, dove l’arte e la cultura la fanno ormai da padrone. Mentre continua la mostra etnografica e la mostra della collettiva d’arte “ Esponi la tua arte al museo”, il 6 dicembre, è stata la volta del concerto del Coro Polifonico “Sa gloriosa “ di Masullas. I brani che sono stati eseguiti durante il concerto, erano veramente di notevole spessore, all’altezza della fama del complesso corale.
Il coro, nato nel 1996, su iniziativa di un gruppo di persone guidate dalla passione del maestro Ubaldo Lampis, è formato da trenta componenti, tutti intenzionati a promuovere e diffondere la polifonia vocale. L’otto dicembre scorso, sono stati protagonisti dell’Undicesima rassegna regionale di cori polifonici, che si è tenuta a Masullas, nell’ambito dell’Ottavo Memorial “M.Porta”, che si è svolto nei locali dell’ex Convento dei Cappuccini. Nei primi anni della sua costituzione, il coro “Sa Gloriosoa”, ha eseguito quasi esclusivamente musica sacra, esibendosi durante le celebrazioni liturgiche. Successivamente, hanno affrontato anche generi musicali profani di ogni periodo e da dieci anni a questa parte, stanno anche perseguendo la valorizzazione della cultura e della lingua sarda, con un lavoro di ricerca capillare e con la produzione di numerose composizioni in lingua sarda, molte delle quali, scritte, o musicate dal maestro Ubaldo Lampis.
“Musica sublime, struggente e coinvolgente, con una maestria nell’esecuzione eccezionale – hanno sottolineato le tre volontarie che stanno portando avanti con tanto entusiasmo e competenza le attività culturali del museo di Is Bangius: Tonina Atzori, Claudia Pascalis e Luisa Falqui, organizzatrici dell’evento. “È stata una esibizione fantastica, che ha regalato al folto pubblico presente forti emozioni, tanto da richiedere numerosi bis – hanno aggiunto – li ringraziamo tantissimo per la serata che ci hanno fatto passare, complimenti davvero perché sono stati bravissimi”.
Ma i tanti ospiti arrivati per assistere all’esibizione del coro di Masullas, oltre ad ascoltare i canti tradizionali in lingua sarda, hanno potuto anche ammirare le dodici stanze dove sono esposti i reperti etnografici, frutto di un anno di appassionato lavoro di ricerca, che ricoprono un arco temporale che va dal 1900 al 1950, procurati bussando alle case di tanti marrubiesi, che hanno risposto con entusiasmo, prestando i tanti interessantissimi reperti esposti. In aggiunta alla collezione etnografica, è ancora visitabile la collettiva d’arte contemporanea, alla quale hanno aderito oltre una trentina di artisti del territorio, che inaugurata il 22 novembre scorso, resterà aperta sino al 21 dicembre prossimo.